Eurozona, l’inflazione concede una tregua. Ma non alla Bce
A marzo prezzi in frenata al 6,9%, sui minimi da 13 mesi. Ma sale il dato core. S&P: “A maggio nuovo aumento dei tassi”
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Le nuvole più nere sembrano essere alle spalle e sui mercati si inizia a respirare un certo ottimismo. La tenuta dell’economia e un’inflazione che sembra ormai avviata verso un ripiegamento stano infatti spingendo gli operatori italiani a guardare al nuovo anno con maggiore positività. A certificarlo è l’ultimo sondaggio condotto da Assiom Forex fra i suoi associati in collaborazione con Il Sole 24 Ore Radiocor e pubblicato in occasione dell’avvio del 29° congresso dell’associazione, dal quale emerge che sono aumentati coloro che si aspettano mercati in crescita nei prossimi mesi e che danno una recessione dell’Eurozona per scongiurata.
A gennaio il numero di operatori finanziari che si attende rialzi nei prossimi mesi è salito al 46% dal 44% di dicembre, con un 5% che vede addirittura guadagni in doppia cifra. In calo i pessimisti: quanti prevedono ribassi sono diminuiti dal 22% al 16%, con appena il 5%, dal 12% di un mese fa, secondo cui potrebbero essere superiori al 10%. Risale infine al 38% dal 34% di un mese la percentuale di quanti si attendono mercati stabili, una definizione che contempla variazioni massime del 3% in entrambe le direzioni.
“In queste ultime settimane, dati economici migliori delle aspettative e revisione al rialzo delle previsioni di crescita stanno decisamente riportando ottimismo tra gli operatori dei mercati finanziari”, sottolinea il presidente di Assiom Forex, Massimo Mocio, secondo cui sebbene sia ancora troppo presto per parlare di inversione di tendenza, questo relief rally ha influito non poco sul sentiment di mercato. “Non stupisce che si sia registrato un netto miglioramento nelle prospettive che riguardano alcune delle principali asset class, a cominciare dall’equity”, aggiunge.
La maggior parte degli operatori è poi convinta che l’economia di Eurolandia riuscirà a evitare una recessione. Il 58% ritiene infatti giustificato l’ottimismo che economisti e capi d’azienda hanno espresso al World Economic Forum a Davos e i dati relativi al quarto trimestre, che hanno visto il Pil dell’area euro rimanere in territorio positivo (+0,1%) contro le attese di una contrazione, sembrano avallare ulteriormente questo sentiment.
Secondo il rimanente 42%, invece, nonostante i segnali di frenata della corsa dei prezzi, le banche centrali continueranno ad alzare il costo del denaro e questo avrà ripercussioni sull’andamento economico.
Anche per lo spread le prospettive sono positive. A detta degli operatori, infatti, la tenuta migliore del previsto fatta registrare negli ultimi mesi è destinata a proseguire. Secondo l’80% il differenziale rispetto al Bund a 10 anni rimarrà sotto i 200 punti, un dato in netto miglioramento rispetto al 51% di un mese fa. In particolare, per il 64% lo spread resterà nella soglia di oscillazione compresa fra 150 e 200 punti, mentre per il 14% scenderà fra quota 100 e 150.
Quanto all’euro, il trend di rialzo dovrebbe proseguire. Secondo il 49% degli operatori che hanno preso parte all’indagine, la moneta unica continuerà a guadagnare terreno grazie anche alla stretta portata avanti dalla Bce. Nello specifico, il 46% vede l’euro in rialzo, con un ulteriore 3% di operatori che si attende guadagni molto consistenti. Sul fronte opposto scende dal 12% al 9% il campione di quanti invece puntano su una frenata dopo i rialzi degli ultimi mesi, mentre per il 42% (da 48%) euro e dollaro continueranno a incrociarsi sui livelli attuali.
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