Mercati in balia del sentiment: meglio essere prudenti
Prima di banche centrali e fondamentali macro, la cautela è d’obbligo. L’analisi di Unigestion
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Il quadro macroeconomico attuale desta preoccupazione: dall’Ifo tedesco al 70% dei dati della Commissione Europea, all’Ism statunitense fino al tasso di crescita delle importazioni cinesi, tutto è in calo. Questi venti contrari hanno indotto il cross asset solutions team di Unigestion a chiedersi che cosa potrebbe innescare oggi un rally dei mercati, dove cioè si possano trovare margini per un potenziale miglioramento, dato un quadro macroeconomico complessivamente così negativo.
In primo luogo, chiariscono gli esperti, ci sono altre cifre che forniscono un quadro diverso: nel caso degli Stati Uniti, l’indicatore Cfnai e le previsioni del Pil della Fed di Atlanta e di quella di New York, oltre che Growth Nowcaster di Unigestion. Ma soprattutto, dato che Powell continuerà le politiche di allentamento, le aree economiche più sensibili ai tassi di interesse (consumo di beni durevoli, immobiliare e investimenti) saranno ancor più stimolate di quanto lo sono oggi. “Nel caso cinese – proseguono – , il governo e le banche centrali hanno un certo margine di manovra per stimolare l’economia e negli ultimi 15 anni hanno dimostrato la loro abilità di guide. La situazione che più ci preoccupa è quella europea e, soprattutto, tedesca. Tuttavia, anche in questo caso, ci sono delle buone ragioni per sperare. In primo luogo, le importazioni cinesi si sono stabilizzate negli ultimi due mesi e non stanno più crollando (l’Europa dipende dalla Cina). Secondariamente, la Bce sta dando chiari segnali di essere dalla parte “colomba” e di sostenere le condizioni del credito. Se il ciclo di crescita degli Stati Uniti inizia a migliorare, lo stimolo esterno potrebbe alimentarsi di queste condizioni favorevoli, portando i consumatori europei a trovare la fiducia che manca”.
La guerra commerciale potrebbe stabilizzarsi risollevando il sentiment, secondo l’analisi. “Ci sono ragioni per essere ottimisti al di là degli eventi degli ultimi giorni – si legge nel report -. In primo luogo, la Cina sta mostrando i muscoli e lo ha già fatto due volte. In secondo luogo, le elezioni negli Stati Uniti sono alle porte e Donald Trump non può permettersi di terminare il suo mandato con l’economia in recessione (anche se il suo recente atteggiamento non è coerente con ciò)”. Allo stesso tempo, negli ultimi due mesi gli indici del commercio mondiale si sono ripresi o stabilizzati. Anche gli indici cinesi del trasporto merci hanno registrato un’evoluzione simile, sebbene meno pronunciata. “In breve, il commercio mondiale oggi è in una situazione migliore di quanto non lo fosse in aprile e qualsiasi progresso su questo fronte sarebbe un ulteriore fattore positivo, spingendo il sentiment nella giusta direzione”, assicurano gli esperti.
Anche una politica monetaria accomodante rende attraenti le valutazioni. “L’andamento sorprendente dei mercati dei Paesi sviluppati è dato dal fatto che la bassa inflazione sembra essere strutturale – osservano ancora gli esperti Unigestion -. Si tratta di una situazione preoccupante, dato che la missione alla base della maggior parte delle banche centrali è quella di allineare l’inflazione agli obiettivi a lungo termine, attorno al 2%. Si tratta di una buona notizia a livello globale, con investitori obbligazionari e azionari in grado di godere del confortante sostegno delle banche centrali che pilotano il ciclo del credito e aiutano l’inflazione a ritrovare il suo obiettivo a lungo termine senza troppi rischi di surriscaldamento. La Fed e la Bce stanno giocando con forza questa carta quest’anno e, nonostante il rallentamento del macro momentum, le azioni e le obbligazioni si sono riprese. Non ci aspettiamo un cambiamento di posizione. Con la recente correzione del mercato, le valutazioni appaiono ancora più interessanti se inserite nel contesto di questa politica monetaria a supporto”.
Insomma, l’allineamento di questi tre fattori (macro, sentiment e valutazioni) potrebbe portare ad un quarto trimestre positivo in termini di crescita della performance degli asset. “Questo, per il momento, continua ad essere uno scenario estremamente roseo e quasi troppo bello per essere vero, nonché basato sull’assenza di tweet imprevedibili. La stagionalità non è in genere elevata da metà agosto a metà settembre, ma di recente il posizionamento azionario è diminuito con un aumento degli spread, offrendo un migliore equilibrio tra rischio e rendimento per i detentori di obbligazioni di credito. Per ora, questa è più un’analisi ‘what if’ che altro”, concludono gli esperti. Ma è il caso di restare vigili su questi tre segnali per non perdere la transizione verso la risalita dei mercati.