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Il settore è ancora una nicchia in Europa ma i margini di crescita ci sono. E lo dimostra proprio il mercato tedesco, dove le masse sono salite da 26 a 42 miliardi di euro nel giro di un anno. L’analisi di Scope Ratings
Nonostante rappresentino solo il 2% del mercato europeo degli strumenti a gestione passiva, che ha un valore di 2.000 miliardi di euro in termini di asset under management, gli ETF attivi non smettono di attrarre l’interesse degli investitori globali. La riprova viene dall’ultimo report di Scope Ratings, che mostra come questo mercato abbia ancora ampi margini di crescita grazie a proprietà molto apprezzate dagli investitori. Un resoconto che prende le mosse dal Paese capofila del Vecchio Continente sotto questo profilo, la Germania, dove tra giugno 2023 e agosto 2024 le masse in gestione sono cresciute da 26 a 42 miliardi di euro.
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Germania capofila
Il lavoro degli analisti si è concentrato proprio sul mercato teutonico perché a crescere lì non è stato solo il patrimonio degli ETF. Se infatti erano già operativi in questo segmento nomi del calibro di PIMCO e J.P. Morgan, il report rileva come in 14 mesi si siano aggiunti anche BNP Paribas ed ARK. Il tutto per un club attualmente composto da 19 membri (in passato erano 12) ma che potrebbe presto arricchirsi con l’ingresso di altre realtà pronte a buttarsi nella mischia: da Robeco a Jupiter fino a Janus Henderson e Avantis (American Century), sono infatti tanti i soggetti che Scope ritiene in procinto di debuttare nel comparto. Del resto, al momento in cui è stata effettuata l’analisi, erano ben 17 i nuovi veicoli messi a disposizione del pubblico rispetto a luglio 2023: un dato che testimonia quanto sia forte l’interesse per soluzioni di questo tipo in primis da parte dell’industria. L’incidenza sul mercato complessivo della gestione passiva rimane piccola”, recita dunque lo studio, “ma più prodotti hanno dimostrato il loro valore in un ciclo di mercato completo di cinque anni”. Quanto invece agli AUM, si riscontrano alcune differenze non trascurabili: sebbene il volume medio sia già superiore a 500 milioni di euro, la mediana si ferma infatti ad appena 62 milioni e solo 46 fondi sui 97 totali superano i 100 milioni. Senza contare che la maggior parte si inserisce nel segmento dell’azionario etico, con le altre classi di attivo penalizzate.
Una crescita esponenziale
Numero totale di ETF attivi in Germania di anno in anno. Dati al 31 agosto 2025. Fonte: Scope Fund Analysis, Refinitiv
Ma il mercato è concentrato
Su un controvalore di 42 miliardi di euro, la concentrazione degli asset in gestione risulta notevole per Scope. La società leader dello scorso anno, J.P. Morgan AM, ha lanciato altri due fondi e consolidato la sua posizione da un terzo a circa il 53% del mercato. Il trittico Amundi-Fidelity-PIMCO occupa invece i tre posti successivi, con asset in gestione per circa 10-11 miliardi di euro, mentre a seguire si colloca HSBC insieme ad AXA e Vanguard. Si tratta di un fotografia molto simile a quella dell’anno scorso, se non per il lancio del fondo Lyxor Smart Overnight Return della stessa Amundi: questo veicolo, focalizzato sul mercato monetario, ha infatti spinto la casa svizzera a una quota dell’11%. Per il resto, si registra un balzo di Invesco dall1,4% all1,9%.
AuM per asset manager
Quote del mercato tedesco degli ETF attivi per gestore patrimoniale. Dati al 31 agosto 2025. Fonte: Scope Fund Analysis, Refinitiv
Azionario USA e sostenibilità tra i focus
In totale di 97 ETF attivi disponibili in Germania è suddiviso in 52 fondi azionari, 34 obbligazionari, nove multi-asset e due altri gruppi di pari man mano che il segmento si diversifica. Con nove prodotti ciascuno, ‘Equity North America’ e ‘Equity Sustainability/Ethics Global’ rimangono il più grande gruppo evidenziato dalla ricerca ma il rinnovato interesse degli investitori per i fondi obbligazionari ha fatto aumentare anche la famiglia dei veicoli incentrati sul reddito fisso: non a caso, gli exchange traded funds sui corporate bond investment grade sono passati da tre a sette e ora occupano il terzo posto. Le stesse categorie che guidano la classifica in termini di numerosità sono anche in vetta per quanto riguarda gli asset in gestione, rispettivamente con 10 miliardi e 7,5 miliardi di euro. Nel segmento delle azioni nordamericane, in particolare, l’ETF JPM US Research Enhanced Index Equity ESG rappresenta 9,3 miliardi e cuba quasi l’intero patrimonio. Il secondo gruppo è anch’esso dominato da un prodotto J.P. Morgan, il JPM Global Research Enhanced Index Equity ESG, con asset in gestione di 6,2 miliardi di euro. L’ambiente dei tassi d’interesse positivi si riflette però anche nella crescente domanda di strumenti del mercato monetario, come testimonia ancora una volta l’avvio del Lyxor Smart Overnight Return. Un tema importante rimane infine l’integrazione dei criteri ESG: il numero ETF nei gruppi di pari orientati alla sostenibilità per titoli globali ed europei supera infatti quelli che non hanno questa caratteristica.
ETF per asset class
Distribuzione degli ETF attivi disponibili in Germania per asset class. Dati al 31 agosto 2025. Fonte: Scope Fund Analysis, Refinitiv
Le classifiche
Per quanto riguarda le performance, gli ETF attivi continuano a mostrare buoni andamenti. Ci sono 22 veicoli con una storia di oltre cinque anni e una valutazione di Scope, di cui 12 si collocano tra le classi A e B. J.P. Morgan AM, in particolare, si dimostra un performer convincente nel segmento azionario: i suoi prodotti adottano un approccio di indicizzazione migliorata dalla ricerca nel quale implementano le raccomandazioni degli analisti attraverso piccole sovra-esposizioni o sotto-ponderazioni rispetto al benchmark, mantenendo al contempo una neutralità in termini di stile ma anche settore e Paese. Con riferimento all’universo obbligazionario, Scope assegna attualmente due valutazioni massime: una per il Franklin Euro Short Maturity, che investe in bond denominati in euro a breve scadenza, e l’altra per il suo equivalente in dollari, il JPM USD Ultra-Short Income. Tra gli ETF meglio giudicati c’è anche HSBC Multi Factor Worldwide Equity: il suo approccio quantitativo e multistadio valuta le azioni in base ai fattori come valore e qualità, ottimizzando poi il portafoglio per obiettivi di performance e rischio.
Gli ETF attivi con rating Scope
Dati al 31 agosto 2025. Fonte: Scope Fund Analysis, Refinitiv
Costi bassi e flessibilità: i vantaggi
Uno dei vantaggi più importanti degli ETF attivi è il loro basso costo. Secondo Scope, vanno dallo 0,04% allo 0,98% annuo per i prodotti analizzati. “Questo significa”, spiega il report, “che questi strumenti sono molto più economici rispetto ai fondi gestiti attivamente convenzionali”. Tuttavia, viene puntualizzato, non si avvicinano in media ai loro corrispettivi passivi e presentano delle differenze a seconda dell’asset class di riferimento: “I prodotti che investono in azioni addebitano lo 0,47% annuo mentre i multi-asset si fermano a 0,38% e quelli obbligazionari a 0.27%”.
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Gli ostacoli alla crescita
Secondo Scope, i tanti vantaggi che dovrebbero facilitare la diffusione di questi strumenti vengono però parzialmente compensati dai problemi di distribuzione. Tra i fornitori, rileva infatti il report, ci sono solo pochi gestori di fondi di proprietà di banche e assicurazioni: “Le società che hanno lanciato ETF attivi individuali si fermano a HSBC, BNP Paribas e AXA”, viene infatti spiegato. Senza contre che i canali interni, rappresentati tipicamente dalle filiali degli istituti di credito, indirizzano ancora la maggior parte delle risorse verso la gestione attiva. E una certa diffidenza si registra persino nel mondo dei consulenti finanziari, che sono abituati a un sistema prevalentemente fee-based e quindi non apprezzano la mancanza di commissioni all’ingresso. Altro tema è che molti fondi a basso volume non hanno ancora un track record di cinque anni, requisito richiesto dagli operatori per essere sicuri che tali prodotti siano davvero affidabili. Per ora, anzi, Scope definisce parola di mercato “winner takes it all”: espressione che sottolinea come i dieci ETF più grandi abbiano un volume di miliardo ciascuno e rappresentano il 75% di tutte le masse, pari a poco meno di 31 miliardi di euro.
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