I dazi non freneranno le innovazioni
Benché non sia possibile stabilire quando e come finirà l’attuale braccio di ferro sugli scambi commerciali, le forze dirompenti sono destinate a restare
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“Fondamentali più rigidi, evidenti dal calo dei livelli delle scorte e dalla forte domanda, hanno contribuito a contrastare il calo del complesso dei metalli industriali nel mezzo della direzione intrapresa dai mercati azionari globali. Il Pil cinese, più debole del previsto, ha raggiunto il livello più basso dal primo trimestre del 2009, pesando sul sentiment”. Nitesh Shah, Director of Research di WisdomTree spiega che “tuttavia, l’incrollabile sostegno del governo cinese, oltre agli sgravi fiscali per un totale di circa l’1% del Pil per il prossimo anno, dovrebbero sostenere la domanda di metalli”.
“I dati della bilancia commerciale delle autorità doganali cinesi – rileva l’analista – riflettono il forte interesse per le materie prime. Mentre l’economia statunitense è cresciuta più del previsto del 3,5% nel terzo trimestre, la stessa non è riuscita a sostenere i prezzi dei metalli a causa del rallentamento della crescita delle spese in conto capitale delle imprese”.
“L’appetito cinese per le materie prime – argomenta l’esperto – è rimasto consistente il mese scorso, evidente dalle forti importazioni di rame per oltre 500.000 tonnellate, che hanno segnato il livello più alto degli ultimi due anni e mezzo. Il World Bureau of Metal Statistics in agosto ha mostrato che la domanda di rame è aumentata del 4,9% rispetto all’anno precedente. Al contrario, l’offerta di rame raffinato è diminuita del 2,5% rispetto al 2017, portando il deficit mensile a 28.000 tonnellate”.
“Nonostante gli ostacoli rappresentati da un dollaro forte, dal rallentamento della crescita economica e dal timore di una guerra commerciale, ci aspettiamo che i prezzi del rame beneficeranno di fondamentali più rigidi”, conclude Shah.