La raccolta del primo fondo di Anima Alternative ha raggiunto il target di 150 milioni euro e l’AD Minard conferma l’interesse del gruppo per altre iniziative complementari alla prima
Philippe Minard, amministratore delegato di Anima Alternative Sgr
I primi passi di Anima nel mondo degli investimenti alternativi promettono bene. “Dal punto di vista della raccolta siamo molto soddisfatti dei risultati raggiunti”, racconta Philippe Minard, amministratore delegato di Anima Alternative Sgr, a FocusRisparmio. “In meno di sei mesi dal primo closing di gennaio scorso abbiamo raggiunto la raccolta target del fondo pari a 150 milioni, che ora siamo fiduciosi di poter superare”.
I progetti di Anima Alternative
“Con il nostro primo fondo di direct lending, non facciamo concorrenza alle banche, ma lavoriamo con le stesse in un’ottica di complementarità – afferma Minard – dando liquidità a quegli strumenti di debito che loro stesse hanno strutturato”.
Il manager sottolinea l’ottimo riscontro avuto dal mondo bancario: “C’è interesse da parte delle banche che grazie alla nostra partnership riescono a generare offerte con piano complessivo di rimborso più spostato in avanti. In sostanza – spiega il manager – gli istituti hanno la possibilità di allocare il rischio sulla parte di debito che ha piano di ammortamento e lascia spazio a noi per le tranche bullet rimborsate in un’unica soluzione a scadenza”.
Dal punto di vista dei primi investimenti Minard conferma che su circa 130 opportunità d’investimento analizzate, oggi “due aziende sono già in portafoglio mentre una terza è in corso di erogazione e entrerà in portafoglio a brevissimo”. Ce ne sono poi altre cinque – prosegue il Ceo di Anima Alternative – che “stiamo negoziando e consideriamo di poterne inserire almeno due in portafoglio nei prossimi mesi”.
Con la finalizzazione di queste prime 3 operazioni citate da Minard la fase di investimento del primo fondo di Anima Alternative è a circa il 20% del totale, “un risultato in linea con l’obiettivo che ci siamo prefissati di investire in una quindicina di aziende in buona salute che necessitano di finanziamenti a medio e lungo termine per crescere”.
E riguardo al mercato l’ad di Anima Alternative Sgr nota molta vivacità. “C’è grande attività sul mercato – afferma – un contesto ideale poiché la nostra strategia flessibile ci aiuta a catturare moltissime opportunità lungo tutta la struttura del capitale delle aziende con le quali entriamo in contatto”.
Sui settori di appartenenza Minard è agnostico: “il nostro è un approccio che parte dal basso, di tipo bottom-up, perciò tranne per il rispetto dei fattori ESG, non abbiamo limitazioni in termini di settori o aree, la cosa fondamentale è la solidità dell’azienda, la capacità di generare cash flow per sostenere la crescita e il servizio del debito e il track record degli imprenditori e manager dell’azienda”.
“Come gli asset manager vengono valutati per i risultati passati, noi facciamo lo stesso per gli imprenditori e/o dirigenti d’azienda – spiega – in particolare, ci piacciono quelli che hanno un approccio orientato alla partnership, volontà di essere trasparenti con finanziatori ed investitori e di condividere con noi i loro progetti di medio e lungo termine”.
Sull’evoluzione del rapporto molto dipende dal tipo di strumento: “se si tratta di debito l’interlocuzione è certamente regolare ma basata sul monitoraggio dei risultati; se parliamo di equity, invece, il rapporto si fa più intenso e siamo coinvolti, come socio di minoranza, anche nelle decisioni manageriali più rilevanti prese in ambito di Cda”.
La risposta degli investitori
I primi investitori pronti a scommettere sull’iniziative di Anima nei mercati privati “sono due entità di alto profilo che ben rappresentano il mondo istituzionale cui ci rivolgiamo”, spiega Minard con riferimento a Fondi Italiano d’Investimento e European Investment Fund.
“Osserviamo un’evoluzione positiva del mercato degli istituzionali italiano”, osserva il manager, “sempre più sofisticati e con un approccio alla selezione guidato da procedure ben strutturate”: “D’altronde – spiega – il trend segue l’esigenza maturata dagli istituzionali di accedere a strumenti privati non quotati in grado di generare profili di rischio-rendimento in linea con i loro obbiettivi”.
Mai il passo più lungo della gamba
“Il fatto di aver raggiunto così velocemente gli obiettivi di raccolta ci dà fiducia e evidenzia che l’idea di Anima di coinvolgere clienti istituzionali in questo tipo di progetti funziona”.
Ora che la macchina è partita siamo sicuramente aperti a valutare nuove capacità e competenze. L’idea è quindi quella di proseguire nel solco appena tracciato: “avviare un fondo con una strategia complementare al primo – sempre nel mondo del private debt – che risponda alle esigenze che sono emerse nel corso dei numerosi dialoghi che abbiamo avuto nella fase di start up di questo primo fondo”.
E poi verrà il momento di aprirsi anche ad altre forme di investimento nel private capital, una pista che il manager lascia aperta per il futuro, o verso prodotti che non siano rivolti al solo mondo istituzionale. “Per questi progetti rimaniamo con i radar accesi per poter cogliere segnali e opportunità, purché però vi siano progetti coerenti con la cultura aziendale del gruppo e compatibili con profili e obiettivi dei risparmiatori. Cerchiamo di muoverci in modo veloce ma prudente seguendo quella che è da sempre la filosofia del gruppo Anima”, conclude Minard.
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