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Abbiamo incontrato il Ceo della fund house specializzata in soluzioni d’investimento azionarie tematiche per discutere del futuro dei megatrend, fra mode passeggere, growth bias e vecchi preconcetti sull’asset allocation
Provare a immaginare un futuro per l’investimento tematico è fra gli obiettivi che si pone tutti i giorni la fund house specializzata Thematics Asset Management (affiliata di Natixis Investment Managers, ndr) che offre ai suoi clienti soluzioni d’investimento per oltre 3,5 miliardi di euro asset under management (alla fine di maggio).
Ed è stato uno dei temi principali toccati durante una lunga chiacchierata che abbiamo avuto a Milano con il fondatore e amministratore delegato Mohammed Amor. Il numero uno dell’azienda, dopo un lungo trascorso in Pictet AM, ha fondato insieme ad altri colleghi la sua attuale società che già dal nome evoca lo spirito aziendale.

Fonte di crescita secolare
“Il nostro sguardo volge naturalmente verso il lungo periodo”, esordisce il manager. I criteri che ispirano l’azione di Thematics AM nella costruzione dei prodotti tematici sono pochi ma essenziali, come spiega Amor a FocusRisparmio. “Definiamo universi d’investimento molto focalizzati – spiega – per costruire soluzioni di investimento efficaci e sostenibili. Per rientrare nel nostro universo d’investimento, un’azienda deve rispettare in maniera ferrea due criteri: avere la leadership nel proprio mercato di riferimento (o una significativa esposizione al tema di riferimento) ed essere alimentata da quelle che definiamo come le cosiddette forze primarie globali che stanno trasformando il nostro mondo, vale a dire cambiamenti demografici, globalizzazione, innovazione e scarsità”.
Questo approccio molto focalizzato consente all’asset manager di evitare di cavalcare mode passeggere mascherate da temi di investimento. “Ci sono per esempio alcuni temi molto in voga che per noi non rappresentano veri temi investibili: il petfood, la space economy, le criptovalute”, chiarisce. I motivi? Semplicemente, analizza Amor, non soddisfano i requisiti di diversificazione in termini di settore, geografia e dimensione della capitalizzazione. Inoltre, non possono essere considerate soluzioni sostenibili ed efficaci.
Società di specialisti
Il successivo passaggio, quello che porta dalla definizione dell’universo investibile alla vera e propria costruzione di portafoglio, richiede una dose ancora maggiore di specializzazione. “Per scegliere le società da inserire in portafoglio guardiamo ad aspetti quali-quantitativi come il track record del management, il posizionamento dei prodotti sul mercato, la valutazione di mercato, il risk management, ma anche a criteri non finanziari e alle caratteristiche Esg”.
Il Ceo di Thematics AM sottolinea il fatto che ogni portfolio manager è anche analista (ce ne sono due per ogni fondo tematico ci spiega), una peculiarità che “consente ai nostri professionisti di conoscere davvero a fondo il tema su cui investono. Non crediamo nell’approccio generalista nell’investimento tematico”, afferma.
Le sfide
La volatilità dei mercati di questi ultimi tempi, particolarmente accentuata soprattutto per alcune nicchie e asset class, pone sfide all’investimento tematico, molto popolare negli ultimi anni.
Calcola Morningstar che nei primi cinque mesi 2022, i riscatti hanno superato le sottoscrizioni per oltre 500 milioni di euro in tutta Europa, contro la raccolta netta positiva per quasi 62 miliardi dello stesso periodo del 2021. Un trend, si legge nelle righe di un report di Morningstar, che deriva da un forte sbilanciamento dei portafogli di questi prodotti verso le società tecnologiche; la società di analisi e rating fondi stima che il 72% dei fondi tematici abbia un growth bias (Morningstar Global Thematic Funds Landscape, 2022).
Una sintesi che non trova allineato il Ceo di Thematics AM. Investire in strategie tematiche non significa dover scegliere tra growth e value. Per noi, un tema può includere sia titoli value che growth; il nostro Thematics Water Fund ne è un esempio perfetto perchè investe in società che lavorano su soluzioni tecnologiche al servizio delle utility e in elementi value come le stesse utility”, spiega. L’investimento tematico riguarda la crescita secolare a lungo termine.
Un futuro “al centro”
Provando a immaginare quale sarà il futuro dei megatrend Amor ha le idee chiare. Le forze primarie che guideranno la crescita e lo sviluppo prodotti del settore nel prossimo futuro, secondo il manager, sono quattro e spaziano dall’“innovazione tecnologica” alla demografia, la scarsità di risorse naturali e la gestione della globalizzazione.
Infine, Amor sottolinea quale sia nella sua visione il giusto collocamento delle strategie tematiche nell’asset allocation dell’investitore retail: devono entrare nella parte core del portafoglio, perché questo consente agli investitori di dare un senso ai loro investimenti e di ottenere una fonte di rendimento sostenibile.
“Per tanti anni l’investimento tematico è stato considerato, erroneamente a mio avviso, destinato alla parte satellite del portafoglio. Sono investimenti su temi strutturali di lunghissimo periodo e pertanto devono far parte della parte strategica di un’allocazione, non di quella tattica che può essere aggiustata con maggior frequenza a seconda dei movimenti del mercato”, conclude.
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