Multi asset, la ricetta per il 2018 è la flessibilità
22 dicembre 2017
di Eugenio Montesano
3 min
Gli investitori multi asset si troveranno ad affrontare un ambiente di investimento in cui – tra caccia al rendimento e aumento della volatilià – la prudenza sarà auspicabile. Tre Sgr illustrano i driver di performance dei fondi di asset allocation.
Il 2018 sarà guidato dal modo in cui i mercati reagiranno all’avvio di una graduale riduzione degli stimoli di politica monetaria non convenzionali che hanno sostenuto l’economia negli ultimi otto anni in risposta alla crisi finanziaria globale.
Questo orientamento meno accomodante porterà gli investitori a riconsiderare i fondamentali di tutti gli investimenti: la leva finanziaria e l’autocompiacimento dovrebbero essere evitati a tutti i costi, come ci hanno spiegato alcuni dei gestori intervistati sulle prospettive dei mercati per il prossimo anno.
Come si orienteranno le allocazioni dei gestori dei fondi che spaziano sull’intero universo di investimento? Focus Risparmio passa in rassegna i commenti e le analisi di tre Sgr.
Nel 2018 alziamo le difese puntando su dividendi e strategia “barbell” “Con l’avvicinarsi della fine del ciclo, la protezione difensiva costituisce un elemento fondamentale” spiega Eugene Philalithis, gestore per Fidelity International del fondo FF Global Multi Asset Income Fund.
Eugene Philalithis, gestore per Fidelity International del fondo FF Global Multi Asset Income Fund
Se la crescita resterà robusta, le banche centrali dovranno iniziare a ridurre gli incentivi monetari. Anche se ciò determinerà un aumento della volatilità di mercato, gli asset più aggressivi dovrebbero archiviare performance ragionevolmente positive se la crescita resta favorevole e continuiamo a registrare un incremento degli utili.
Al contempo il controllo del rischio sarà essenziale e quindi penso di ricorrere più spesso a una strategia di tipo “barbell”, incrementando gli asset con rischio e rendimenti più bassi, come i Treasury Usa, e altresì gli investimenti maggiormente dinamici che presentano un elevato rendimento. All’estremità difensiva della strategia barbell cercherò quindi di incrementare il debito statunitense di elevata qualità nel momento in cui aumenteranno i rendimenti.
Le strategie enhanced income diventeranno più importanti nella generazione di reddito per gli investitori. Si tratta di normali strategie azionarie che distribuiscono dividendi e vendono anche opzioni di acquisto su alcune delle relative partecipazioni. Il premio in tal modo maturato viene quindi distribuito agli investitori a titolo di fonte aggiuntiva di reddito. Oltre al reddito aggiuntivo, queste strategie rappresentano una soluzione difensiva per operare sui mercati azionari.
Anche nel 2018 spazio agli asset rischiosi Secondo l’analisi del team italiano d’investimento di UBI Pramerica Sgr, i livelli contenuti di volatilità e la bassa correlazione fra le asset class continueranno a favorire il processo di diversificazione del portafoglio lontano dai bond governativi.
Il trade reflazionistico, iniziato a novembre dello scorso anno, è ancora in corso, con le azioni che stanno registrando performance superiori rispetto alle obbligazioni governative. Sui prodotti multi asset continuiamo quindi a preferire i risky asset rispetto alle obbligazioni governative. All’interno del mondo corporate, la preferenza va all’high yield rispetto all’investment grade e, a livello azionario, ai mercati più sottovalutati (area euro e Giappone).
In termini assoluti, tuttavia, le valutazioni delle azioni non sono più attraenti sui mercati che hanno registrato le migliori performance dal 2008, come ad esempio gli Usa. Ma in termini relativi le azioni sono ancora da preferire alle obbligazioni governative. La recente stagione degli utili, infatti, sta fornendo indicazioni positive sia negli Usa che nell’area euro; sugli ultimi 12 mesi gli utili stanno evidenziando una crescita del 5-6% e gli utili attesi nell’ordine dell’11/12%, senza tener conto dell’eventuale impatto positivo della riforma fiscale di Trump.
Per quanto concerne le obbligazioni governative core, le valutazioni restano ancora molto care, per quanto l’esposizione alle obbligazioni periferiche resti positiva, soprattutto sulla parte medio lunga della curva italiana. In generale, la posizione nei prodotti multi asset continua ad essere corta di duration.
Relativamente al comparto corporate, si è assistito ad una fase di presa di profitto, ma molto probabilmente nel corso del 2018 rimarrà forte l’attrattiva di questa asset class per la ricerca di rendimento da parte degli investitori. I fattori di supporto sono rappresentati dal miglioramento della qualità del credito e dalla facilità di finanziamento da parte delle aziende. La preferenza va ancora alla parte high yield rispetto a quella investment grade, soprattutto perché lo spread della prima continua a garantire un cuscinetto di assorbimento di un eventuale rialzo dei tassi.
I rischi nascosti della bassa volatilità invitano alla prudenza “L’anno prossimo l’aumento dell’inflazione sarà moderato, ma sufficiente perché le banche centrali cambino atteggiamento”, commenta Vincent Chaigneau, capo della ricerca di Generali Investments.
Vincent Chaigneau, capo della ricerca di Generali Investments
Il modo in cui i mercati globali risponderanno alla graduale riduzione del supporto delle banche centrali segnerà il prossimo anno finanziario. È consigliabile non soltanto iniziare a posizionarsi con maggior cautela, ma anche dedicare più tempo alle coperture.
Pur mantenendo un orientamento positivo al rischio, almeno per il primo trimestre del 2018, siamo più cauti sugli asset più esposti a quattro rischi: valutazioni molto alte, cambio di valutazione della politica monetaria (e dei tassi reali a lungo termine), un rallentamento dell’economia cinese e possibili problemi legati all’indebitamento di alcuni settori. Il nostro approccio selettivo al rischio ci fa preferire i real asset, l’azionario europeoe quello giapponese.
Nel nostro scenario principale, il lieve allargamento degli spread favorirà anche nel 2018, nell’area euro, le obbligazioni private rispetto ai bond governativi, sebbene entrambi saranno caratterizzati da rendimenti negativi. Questo non riflette però il rischio di un ampliamento degli spread per le obbligazioni high yield.
Riteniamo quindi opportuno ridurre la duration dell’esposizione all’obbligazionario privato, posizionandosi però per curve piatte sugli swap e i governativi a lungo termine nell’area euro.
Dopo un anno decisamente positivo per i mercati dei bond sono molte le domande su cosa attendersi nei prossimi dodici mesi. Con un occhio ai tassi e uno agli spread, tre gestori di primo piano offrono le loro risposte.
L’inversione di tendenza delle politiche monetarie dei paesi sviluppati avrà un forte impatto anche sui mercati azionari, favorendo il settore bancario. La view di tre asset manager per il 2018.
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