Eurizon vede molte opportunità, soprattutto nell’obbligazionario. View positiva anche per l’equity, che però nei primi mesi potrebbe registrare un po’ di volatilità. Parola d’ordine? Diversificare
Saverio Perissinotto, amministratore delegato di Eurizon Capital
Rientro dell’inflazione e crescita in frenata. Dopo 12 mesi di passione, sarà questo il mix che caratterizzerà il 2023 secondo gli esperti di Eurizon, che prevedono dunque una navigazione meno accidentata per gli investitori, cui l’anno riserverà “molte opportunità sulle diverse asset class”. Ovviamente il contesto rimane sfidante, ma l’approccio con cui affrontare i mercati è costruttivo, e diversificare resta la regola numero uno.
A sottolinearlo, nel corso della presentazione dell’Outlook 2023 della Sgr del gruppo Intesa Sanpaolo, è stato proprio l’ad, Saverio Perissinotto, secondo cui “un portafoglio ben diversificato permette di ottimizzare i risultati, perché nella ricerca di rendimenti bisogna essere disposti a esporsi anche sulle attività più volatili in un’ottica di lungo periodo, tenendo sempre presente che il tempo è il primo alleato dell’investitore”.
Andrea Conti, responsabile macro reasearch and product specialist di Eurizon Capital
D’altra parte le insidie non mancano ma, come spiegato dal responsabile macro research, Andrea Conti, “l’importante per il nuovo anno è potersi dimenticare del ‘carrello della spesa’, ovvero archiviare la fiammata inflazionistica”. A quel punto, secondo Conti, l’attenzione degli investitori si sposterà “sul rallentamento economico che con ogni probabilità sarà dolce (soft landing)”. Se invece dovesse risultare troppo pronunciato (hard landing), ci sono comunque le banche centrali che “potranno contenerlo allentando la politica monetaria”.
Sulla base di questo scenario, il direttore investimenti di Eurizon, Alessandro Solina, ha ribadito come sia cruciale per gli investitori continuare a osservare i segnali di rallentamento dell’inflazione che stanno emergendo negli Usa e che iniziano a vedersi anche in Europa. “I mercati si muovono sulle aspettative e veniamo da un 2022 caratterizzato da una prevedibilità ‘disordinata’. Per il 2023 l’allentamento dell’inflazione e il rallentamento macro rappresentano un contesto più favorevole per i mercati, in prima battuta per quelli obbligazionari”, ha assicurato Solina.
Banche centrali e inflazione
Nello scenario di riferimento di Eurizon, quindi, le banche centrali dovrebbero completare l’azione restrittiva nel primo trimestre e avere poi le mani libere, eventualmente tagliando i tassi, per contenere la frenata della crescita. “In tale contesto – scrivono gli esperti Eurizon –i tassi governativi core offrono rendimenti a scadenza positivi e sarebbero supportati dalla moderazione dell’inflazione e della crescita. I mercati a spread presentano tassi interessanti, ma le componenti più rischiose potrebbero risultare volatili a inizio anno, in attesa di valutare l’entità del rallentamento ciclico”. Considerazioni simili valgono per i mercati azionari, il cui rendimento atteso è positivo sull’anno, in un contesto volatile.
Trai fattori da tenere d’occhio, c’è sicuramente il rischio di rallentamento macro più forte del previsto, che come sottolineano da Eurizon prolungherebbe la volatilità delle attività di rischio, ma sosterrebbe i mercati obbligazionari core. Al contrario, la persistenza oltre le attese dell’inflazione, indurrebbe Fed e Bce a prolungare la restrizione monetaria oltre i livelli previsti nello scenario centrale. In tutto questo, la Cina potrebbe risultare in controtendenza macro. Mentre vi è ampio consenso che in Usa ed Eurozona la crescita rallenterà, Pechino ha già segnato un forte rallentamento nel 2022 e potrebbe recuperare un tasso di crescita più vicino agli obiettivi di medio termine.
L’asset allocation
Passando ai portafogli, secondo l’Outlook 2023 di Eurizon, la combinazione di allentamento dell’inflazione e rallentamento macro può essere di supporto per i mercati obbligazionari core. Le attività di rischio presentano valutazioni interessanti, ma nei primi mesi dell’anno potrebbero risultare volatili in attesa di valutare l’entità del rallentamento macro.
Quanto al reddito fisso, gli analisti confermano il sovrappeso di titoli governativi Usa e Germania, che potrebbero beneficiare sia del rientro dell’inflazione sia del rallentamento ciclico. Tra le obbligazioni a spread, privilegiano invece i bond investment grade ed emergenti, mentre per l’high yield il contesto appare ancora incerto. Posizioni neutrali sui governativi italiani.
Le valutazioni dei mercati azionari sono a livelli storicamente interessanti e, a detta degli esperti, troverebbero supporto in un contesto di rallentamento dolce. Non può però essere esclusa una brusca frenata per l’economia, che manterrebbe alta la volatilità delle Borse.
Infine, l’ipotesi di allentamento delle pressioni inflazionistiche potrebbe togliere forza al dollaro che, nella fase di rialzo dei tassi globali, ha svolto il ruolo di valuta rifugio. Il recupero dell’euro è invece anche legato a sviluppi positivi sulla guerra in Ucraina.
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