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Le obbligazioni blu (legate alla conservazione e il ripristino degli oceani) e le obbligazioni arancioni (che raccolgono capitali per iniziative legate alla parità di genere) sono l’esempio più recente dello sviluppo dei temi sostenibili nel mondo non azionario
Megatrend e investimento tematico non fanno sempre rima con azionario. A confermarlo è Stephen M. Liberatore, CFA, Head of ESG/Impact, global fixed income di Nuveen: “Gli investitori che cercano di incorporare gli obiettivi di impatto nei loro portafogli a reddito fisso hanno ora la possibilità” di generare al contempo rendimenti e “di finanziare iniziative con l’obiettivo di ottenere risultati ambientali e/o sociali positive”.
Dall’ambiente alla società
“Gli impact bond negli ultimi dieci anni hanno raggiunto le dimensioni di molti mercati obbligazionari consolidati” racconta Liberatore, che ricorda come gli impieghi del capitale abbiano allargato il loro orizzonte, focalizzandosi non più solamente sulla transizione energetica (benché sia il megatrend che occupa comunque maggior spazio nei portafogli) ma anche a problematiche sociali.
Le obbligazioni blu ¬(legate alla conservazione e il ripristino degli oceani) e le obbligazioni arancioni (che raccolgono capitali per iniziative legate alla parità di genere) sono l’esempio più recente dello sviluppo dei temi nel mondo obbligazionario. “Gli investimenti a impatto sociale sono cresciuti e aree come la giustizia razziale e persino la formazione professionale hanno generato un interesse e un’attività significativa” afferma Liberatore.
Un esempio pratico? “Le obbligazioni di soccorso COVID-19 hanno finanziato la produzione di dispositivi di protezione individuale, l’aumento del personale negli ospedali, l’ampliamento dell’accesso alle vaccinazioni e ad altri servizi sanitari e, in alcuni Paesi, i sussidi di disoccupazione per i lavoratori sfollati a causa delle chiusure COVID”. O ancora, ricorda Liberatore, il bond emesso dalla Banca Mondiale per la conservazione della fauna selvatica (soprannominato “Rhino bond”).
I miglioramenti nella rendicontazione e lo sviluppo di quadri e regolamenti in tutto il settore “hanno aiutato gli investitori a monitorare con maggiore precisione i risultati reali dei loro investimenti”, ricorda l’esperto.
I tre principi
Partendo da questo presupposto, l’esperto ha individuato tre diverse best practice “per gli investitori che intendono espandere la loro esposizione agli impact bond”. “Identificate le cause specifiche o le aree di impatto sociale e/o ambientale su cui il vostro istituto vuole concentrare i propri sforzi” comincia Liberatore, che racconta come a tal proposito Nuveen abbia “deciso di indirizzare il capitale d’impatto su quattro temi: alloggi a prezzi accessibili, sviluppo economico e comunitario, energie rinnovabili e cambiamenti climatici, risorse naturali”.
“Un’istituzione” continua, “in secondo luogo deve fornire chiarezza sul modo in cui realizzerà le proprie intenzioni di impatto”. Per la società gli impact bond devono essere diretti, “il capitale raccolto deve finanziare progetti o iniziative specifiche che producano un beneficio ambientale e/o sociale chiaramente definito”, e misurabili, “l’emittente deve essere in grado e disposto a divulgare gli indicatori chiave di performance attraverso la rendicontazione dell’impatto del progetto o dell’iniziativa”.
Infine, suggerisce l’esperto, è necessario “intrattenere solidi rapporti con emittenti, sottoscrittori, policy maker, agenzie di rating e proprietari di asset”. Un metodo, questo, dice Liberatore, “utile per soddisfare la domanda degli investitori e sul livello e la qualità adeguati di divulgazione e rendicontazione dell’impatto”.
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