Esg ed Emergenti: l’importanza del fattore “G”
Non solo numeri: per gli esperti di NN IP è fondamentale riconoscere dove si trova una società, valutare dove è diretta e capire come gestisce i rischi
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La quarta puntata dedicata agli outlook forniti dagli asset manager sulle diverse asset class per il 2020 prende in considerazione l’Obbligazionario emergente. Partendo da martedì 24 dicembre, appuntamento ogni giorno fino al 31 dicembre su FocusRisparmio.
Il calendario delle pubblicazioni prevede:
Martedì 24.12 – azionario paesi sviluppati;
Venerdì 27.12 – azionario emergente;
Lunedì 30.12 – obbligazionario paesi sviluppati;
Martedì 31.12 – obbligazionario emergente;
Giovedì 02.01 – analisi tecnica prospettive dei principali indici
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Dal Brasile, all’Argentina, passando per Turchia e Cina: ognuna di queste economie emergenti quest’anno ha avuto la sua bella gatta da pelare dal punto di vista della politica interna. A questo si aggiunga il minimo comun denominatore rappresentato dall’ascesa delle politiche commerciali di stampo protezionista nel mondo ed ecco che il drawdown in portafoglio è servito.
Non tutto quello che ha riguardato il 2019– un anno positivo per i mercati – è però da buttare nel cestino. Anche se l’outlook di crescita rimane incerto, il contesto globale nel 2020 dovrebbe essere moderatamente favorevole per il debito dei mercati emergenti.
“Con uno spread dell’indice JPMorgan EMBI Global Diversified Index a 328 punti base, il debito sovrano emergente denominato in dollari è una delle poche asset class obbligazionarie che scambia con spread in prossimità della media storica”, commenta Anisha Goodly, emerging markets portfolio specialist di TCW, nel suo outlook per il prossimo anno.
Ma quali sono le prospettive di mercato per l’obbligazionario emergente e, di conseguenza, gli stili di gestione che dovrebbero orientare l’allocazione degli investitori per ottenere un rendimento quanto più resistente possibile alla volatilità in agguato?
Vediamo cosa suggeriscono alcuni tra i principali fund manager focalizzati sull’asset class Obbligazionario EM.
Per NN Investment Partners la crescita economica nei mercati emergenti dovrebbe rimanere al di sotto del 5% nel 2020 ma mentre le prospettive per le azioni EM rimarranno “piuttosto cupe”, il basso tasso d’interesse globale e la ricerca di rendimento dovrebbero contribuire a sostenere i flussi di portafoglio verso il mondo obbligazionario EM, verso il quale le valutazioni rimangono interessanti.
“Riteniamo che il protezionismo e la tendenza negativa della globalizzazione continuano a creare venti contrari, mentre il rischio politico dovrebbe mantenere la pressione al ribasso sulla crescita economica. La nostra aspettativa che l’incertezza commerciale non scomparirà prima delle elezioni americane del novembre 2020”, sottolinea Valentijn van Nieuwenhuijzen, chief investment officer di NN IP.
Secondo il fund manager le Banche centrali dei Paesi sviluppati (Bce e Fed in testa) hanno poche frecce al proprio arco in termini di politiche monetarie e “un ulteriore sostegno dovrà provenire o da una riduzione dei rischi politici o da un’azione governativa sotto forma di stimolo fiscale o da una riforma strutturale attentamente studiata”.
Al contrario, invece, le Banche centrali dei mercati emergenti hanno un certo margine di manovra per allentare la politica monetaria: “Per questo motivo la crescita economica potrebbe registrare una modesta ripresa nel corso del 2020. Ciò fornirebbe un supporto tecnico al debito”, conclude van Nieuwenhuijzen.
Valutazioni del tutto analoghe a quelle di cui sopra hanno spinto gli analisti di Tcw a migliorare l’outlook 2020 sull’Obbligazionario emergente. Per la casa di gestione le principali Banche centrali dei Paesi sviluppati rimarranno caute e orientate all’allentamento: “Questo atteggiamento più accomodante potrebbe prolungare il contesto attuale di tassi bassi nel medio periodo, e ciò continuerà a far confluire capitale nelle asset class a maggiore rendimento, tra cui il debito emergente”, chiarisce Anisha Goodly, emerging markets portfolio specialist di Tcw.
“Nello scenario disegnato dall’asset manager questa situazione dovrebbe anche fornire alle Banche dei mercati emergenti lo spazio di manovra necessario per implementare misure a favore della crescita, soprattutto con l’inflazione che è vista relativamente contenuta.
Tuttavia, nella view dell’asset manager il ruolo da protagonista sarà giocato – come negli ultimi anni – dalla Cina. Infatti, seppur a livello generale si stanno verificando tenui miglioramenti in alcune delle questioni più importanti, come la Brexit e la guerra commerciale Usa-Cina, i rischi geopolitici rimarranno probabilmente elevati e complicheranno l’outlook per il 2020: “Se vi fossero segnali di una ripresa più ampia della crescita globale – specialmente in Cina e in Europa – e/o di un calo dei principali rischi geopolitici, il contesto globale nel 2020 dovrebbe essere moderatamente favorevole per il debito dei mercati emergenti”, scrive Goodly.
Pertanto, per investitori e consulenti il debito emergente in valuta locale “potrebbe rappresentare un’opportunità interessante nel 2020 – si legge nel report Tcw –, se si considera che le valute emergenti scambiano in prossimità dei minimi storici rispetto al dollaro. Nel frattempo, i rendimenti del debito emergente saranno spinti principalmente dal carry”.
“Fatta eccezione per la Cina, la maggior parte delle economie emergenti avrà un rimbalzo. La nostra focus list sul debito emergente per il 2020 si concentra su paesi di alta qualità tra cui Indonesia e Russia, oltre ad alcuni emittenti selezionati nell’area del Golfo”. L’outlook 2020 sull’asset class firmato da Chia-Liang Lian, head of emerging markets debt di Western Asset (affiliata Legg Mason), presenta le idee in maniera molto chiara.
“Le nostre convinzioni sui mercati emergenti si concentrano su alcuni paesi specifici con fondamentali e istituzioni solide, in cui le riforme strutturali e la flessibilità della politica monetaria dovrebbero aprire la strada a un rimbalzo della crescita”, spiega il report del gestore.
Attenzione però all’approccio d’investimento utilizzato per valutare questa asset class e alla gestione del rischio. Sul primo aspetto l’idea del gestore di Western Asset è che gli investitori globali nei mercati emergenti dovrebbero prestare oggi grande attenzione ai fattori ciclici di breve termine. “L’analisi dei fondamentali di lungo periodo rimane un pilastro del processo di investimento, ma una valutazione dei driver ciclici e tecnici è ora più necessaria che mai, soprattutto vista le oscillazioni che periodicamente gli asset dei mercati emergenti sperimentano”, spiega Lian.
Il report conclude ribadendo che per gestire i rischi a breve termine ed effettuare degli spostamenti tattici – in particolare con la copertura sul cambio – potrebbero invece contribuire a limitare le fluttuazioni nei valori degli asset e la volatilità dei rendimenti totali. “Per superare gli imprevisti dell’asset class, si possono sviluppare strategie di approccio personalizzate per il singolo investitore, che mirino a migliorare la capacità di raggiungere gli obiettivi di rischio/rendimento desiderati”, chiosa l’esperto.
Anche i wealth manager migliorano il giudizio sull’asset class Obbligazionario emergente. Manuela D’Onofrio, responsabile investments & solutions di Cordusio Sim, segnala di aver assunto una posizione di sovrappeso per le obbligazioni in valuta forte, meno sensibili a uno scenario di rallentamento globale e favoriti dalle politiche più espansive delle Banche centrali locali. “Il quadro generale per il 2020 è moderatamente costruttivo, pur rimanendo presenti alcuni importanti rischi politici e macroeconomici”, chiarisce l’esperta.