Covered bond, S&P vede le emissioni europee in calo a 140 miliardi nel 2025
Nonostante i tassi in calo, l’agenzia stima maggiore incertezza per l’asset class. Ma l’outlook resta stabile grazie a una serie di fattori
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Madame Lagarde deve tornare presto in campo. “Dopo l’ennesima giornata difficile per i mercati, la Bce, per fronteggiare l’emergenza ha tirato fuori un calibro 750, lanciando un nuovo e pesante Tarp (Troubled asset relief program), con la promessa di portare avanti una politica da ‘whatever it takes’: i mercati sembrano crederle, almeno inizialmente, con l’Italia in primis che torna a respirare e il petrolio in forte rialzo”, spiega Alberto Conca, gestore Zest Am, secondo cui però c’è ancora molto da fare.
Quella che abbiamo di fronte è infatti una crisi con pochi precedenti, che vede la contingente e simultanea contrazione della domanda e dell’offerta: da un lato, i consumatori per via del coronavirus non escono di casa e non spendono e, dall’altro, la catena delle forniture si è inceppata. “Per affrontare l’emergenza non basterà quindi una rinnovata politica monetaria espansiva – avverte il gestore -, ma servirà una risoluta, coordinata azione di politica fiscale a livello europeo, per ridurre le tensioni dei mercati, specialmente i mercati del credito, e non vanificare questa mossa”.
In attesa quindi di un secondo e decisivo passo da parte dell’Europa, Conca dice di rilevare una insaziabile ‘fame’ di dollari e di liquidità: “Il movimento dei tassi d’interesse e la simultanea discesa dell’oro, da sempre considerato il bene rifugio per eccellenza, è infatti un movimento controintutivo, che mostra come il mercato sia in una fase di forte credit crunch, alla disperata ricerca di ossigeno. Questa corsa alla liquidità risulta evidente osservando il Ted Spread, la differenza tra swap a 3 mesi e tasso a 3 mesi, in repentino allargamento”, conclude.