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Assogestioni aggiorna l’Osservatorio Pir: enfasi sulle sinergie fra i prodotti tradizionali e Aim Italia
Aim Italia è pronto a fare la sua parte per lo sviluppo del risparmio gestito e il rilancio dei prodotti Pir tradizionali.
In attesa che sia meglio definito il suo ruolo all’interno del nuovo perimetro del gruppo Euronext, il growth market di Borsa Italiana può diventare “un’asset class rilevante per l’industria della gestione del risparmio”. Lo ha detto Marco Greco, fondatore e managing partner della boutique di analisi finanziaria Value Track, intervenendo alla Commissione tecnica di Assogestioni dedicata all’aggiornamento dell’Osservatorio Pir con i numeri al 31 dicembre 2020.
Greco auspica che fra Aim Italia e i Pir tradizionali possa tornare quella sintonia che abbiamo potuto vedere nel biennio 2017-2018. “Gli ingredienti per arrivare a un risultato del genere non mancano”, ricorda l’esperto.
Oggi, infatti, secondo i numeri dell’Osservatorio Pir aggiornati a dicembre, gli investimenti dei 71 prodotti Pir in società Aim si attestano a 203 milioni. Questa cifra equivale al 10% del flottante del segmento.
L’Osservatorio pone un accento sull’impulso allo sviluppo del mercato Aim Italia che viene dallo strumento lanciato nel 2017. Più del 25% del portafoglio dei Pir – si legge nell’aggiornamento – è investito in società Aim del settore industriale, seguono le imprese tecnologiche con più del 20% e l’healthcare con il 10%.
Pir, i numeri aggiornati dell’Osservatorio Assogestioni
L’Osservatorio Pir semestrale mostra che a fine dicembre 2020 il sistema dei 71 fondi Pir tradizionali conta masse in gestione per 17,8 miliardi, pari a circa l’1,6% del mercato totale dei fondi aperti.
Tra gli altri settori azionari che beneficiano maggiormente degli investimenti dei Pir emergono i servizi finanziari, con il 35% dello stock dell’indice FTSE Mib. Nel segmento Mid Cap spiccano servizi finanziari e consumi ciclici. Titoli industriali e tecnologici si mettono in evidenza anche nel segmento Small Cap.
Composizione del portafoglio
I Pir investono in azioni italiane 8,4 miliardi, mentre 5,7 miliardi sono investiti in obbligazioni corporate di emittenti domestici e la restante parte – pari a circa 3,7 miliardi – è ripartita in cash e titoli di Stato italiani ed esteri.
Per quanto riguarda le azioni domestiche, viene confermato il sorpasso degli emittenti del FTSE Mib su quelli a media capitalizzazione: circa 3,9 miliardi sono destinati a società quotate sul listino principale di Borsa Italiana, mentre 3,6 miliardi (pari al 10% del flottante) vengono destinati alle società del Mid Cap. Gli investimenti in Small Cap salgono da circa 400 milioni del primo semestre 2020 a 551 milioni (9% del flottante) di fine dicembre.
Sul mondo obbligazionario gli emittenti più gettonati fanno parte del FTSE Mib (3,56 miliardi) oppure sono società non quotate (1,2 miliardi).
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