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L’analisi dei portafogli mette in luce un sistematico sovrappeso di titoli small cap. Dai Pir spinta decisiva alla crescita di Aim Italia, in particolare nei settori industria e tecnologia
Nel secondo trimestre 2021 sul mondo Pir torna un cauto ottimismo. La raccolta positiva vista sugli ordinari negli ultimi quattro mesi e le buone prospettive di partenza mostrate dai più giovani Pir alternativi gettano una luce nuova sulle prospettive dello strumento.
Auspici confermati dai numeri che emergono dall’Osservatorio Pir di Assogestioni aggiornato con i dati definitivi a giugno 2021 (l’anteprima era stata presentata al Salone del Risparmio).
L’associazione conferma quanto già visto nell’ultima Mappa trimestrale del Risparmio gestito: nei tre mesi da aprile a giugno i fondi Pir ordinari tornano a raccogliere flussi di risparmio: 106 milioni – la maggior parte prodotti azionari – arrivando a rappresentare il 2% delle masse totali dei fondi aperti in Italia.
Nei primi sei mesi del 2021 i Pir alternativi hanno raccolto 428 milioni e raggiunto 684 milioni di masse distribuiti su 9 prodotti censiti da Assogestioni.
I numeri dell’Osservatorio
La principale evidenza che emerge analizzando i dati dell’Osservatorio Pir Assogestioni è l’enorme spinta che il mondo dei fondi Pir-compliant ha dato al mondo delle piccole e medie imprese, in particolar modo alla crescita del mercato Aim Italia di Borsa Italiana.

L’analisi dei portafogli dei fondi Pir mette in luce che questi prodotti hanno sistematicamente sovrappesato i titoli small cap a Aim, poco investiti dai fondi Azionari Italia non Pir-compliant che invece si concentrano prevalentemente sui segmenti mid cap e FTSE Mib.
Un prodotto a misura di Aim
L’intensa attività di nuove quotazioni viste su Aim Italia nel quadriennio 17-20 ne è la prova più tangibile. Una tendenza proseguita quest’anno. A giugno 2021 i Pir detengono 30 milioni afferenti a nuove Ipo dell’anno in corso, pari al 10% del totale raccolto dalle operazioni di quotazione nel mercato alternativo di Borsa.

Lo si evince anche dalle caratteristiche delle azioni di imprese italiane non FTSE Mib su cui i Pir investono. Più della metà degli importi investiti dai fondi Pir nel mercato Aim è in imprese con fatturato sotto i 50 milioni; il 72% degli importi investiti fa riferimento a società Aim con meno di 250 dipendenti. Su 104 titoli di Aim Italia su cui investono i Pir il fatturato medio è 37,5 milioni e il numero medio di dipendenti è 155. Numeri che rientrano nella tradizionale definizione di Pmi dell’Unione europea.

L’Osservatorio pone un accento sui settori. Il 25% degli investimenti dei Pir su imprese Aim – si legge nell’aggiornamento – è investito in società del settore tecnologico, seguono le imprese industriali con più del 20% e l’healthcare circa il 10%.
Tra gli altri settori azionari di Borsa che beneficiano maggiormente degli investimenti dei Pir emerge il settore industriale con oltre il 30% degli investimenti nell’indice small cap e circa il 25% nei consumi ciclici del mid cap.
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