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Assogestioni pubblica il nuovo Osservatorio sui sottoscrittori di fondi. Per la prima volta vengono inclusi nel perimetro di analisi i prodotti esteri permettendo di migliorare la stima del numero di investitori retail totali. Ecco chi sono e come investono
Quasi 1 italiano su 5 sottoscrive quote di fondi comuni di investimento. La stima, comunicata oggi alla stampa, arriva dall’ufficio studi Assogestioni che quantifica in 11,5 milioni gli italiani che affidano all’industria del risparmio gestito una parte del loro patrimonio.
Il censimento, per la prima volta esteso anche ai fondi esteri, analizza le informazioni sugli investitori individuali in fondi comuni con dati aggiornati a fine 2020.
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Identikit dei sottoscrittori: chi sono, dove e come investono
Il 41% dei sottoscrittori appartiene alla generazione dei baby boomer, i nati tra il 1946 e il 1964, e circa la metà sono donne. Il valore medio generale dell’investimento in fondi è pari a 47.000 euro. Importo che varia in base alla tipologia del prodotto: più basso per i sottoscrittori di fondi italiani (30.000 euro), più alto per gli investitori in fondi esteri.
La struttura della domanda descrive un profilo anagrafico dei risparmiatori caratterizzato da un equilibrio tra i generi, con le donne che rappresentano il 47% dei sottoscrittori. Gli uomini detengono il 55% dell’investimento complessivo contro il 45% delle donne. L’età media è pari a 60 anni e 7 su 10 rientrano nella fascia 40-74 anni. L’importo medio investito è superiore alla media tra le fasce più adulte della popolazione (oltre i 56 anni).
Lo studio analizza anche la distribuzione della partecipazione al mercato dei fondi per area geografica. Circa due terzi degli investitori risiedono nel Nord Italia: il 38% nel Nord-Ovest, il 26% nel Nord-Est. Nel Centro risiede il 19% dei sottoscrittori, al Sud l’11% e il 5% nelle Isole. Nel Nord si registrano importi medi investiti pari o superiori alla media.
La modalità di sottoscrizione scelta dal 63% dei risparmiatori è il versamento unico (Pic), mentre il 24% investe tramite piani di accumulo (Pac). La quota restante investe in forma mista (Pic/Pac).
I dati relativi alle tipologie di fondi più presenti nei portafogli dei sottoscrittori indicano che le masse investite in fondi flessibili rappresentano il 33% del totale. L’asset allocation evidenzia valori differenziati in base alla tipologia di prodotto. Tra i fondi italiani prevale l’investimento in fondi flessibili (46%) e obbligazionari (31%). Tra i prodotti esteri prevale la componente azionaria, con il valore per i fondi cross border che si attesta al 47%.
L’Osservatorio analizza anche il grado di rischio degli investimenti, tipicamente strutturato su 7 livelli da 1 (prodotti meno rischiosi) a 7 (prodotti più rischiosi): per due terzi è compreso tra 1 e 4. L’80% dei fondi italiani ha un grado di rischio compreso tra 1 e 4. Per il 53% dei fondi cross border è invece superiore a 4.
La maggior parte dei fondi italiani è acquistata attraverso il canale bancario (95%). Il peso dei fondi distribuiti dalle reti di consulenti finanziari aumenta tra i prodotti esteri: per i fondi cross border sale al 43%.
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