L’Associazione Italiana Private Banking ha mappato un campione rappresentativo degli outlook sul 2023 elaborati dai gestori associati. Cautela e qualità le parole d’ordine per investire in un mercato dove a farla da padroni saranno ancora guerra, inflazione e banche centrali. Sempre più centrale anche il ruolo dei consulenti
Inflazione, tassi di interesse, guerra. Nonostante un avvio che lascia intravedere qualche segnale positivo, anche il 2023 promette di portare in dote agli investitori una ricca dose di incertezza e volatilità. Ecco perché, soprattutto nella prima parte dell’anno, i portafogli rimarranno difensivi ma pronti ad adattarsi rapidamente ai cambiamenti che si verificheranno nei mesi a seguire. È quanto emerge dalla mappatura che l’Associazione Italiana Private Banking (Aipb) ha svolto su un campione rappresentativo degli outlook elaborati dagli asset manager associati. L’analisi è stata presentata dal presidente di Aipb Andrea Ragaini nel corso della conferenza “Le sfide degli investimenti. Il ruolo del Private Banking”, un evento in cui l’associazione ha sottolineato come la chiave per intercettare al meglio le opportunità offerte dai mercati la sempre maggiore frequenza di incontri tra consulente e cliente.
Cosa aspettarsi
Andrea Ragaini, presidente Associazione Italiana Private Banking
“Lo scenario attuale è caratterizzato da tre variabili: l’eventuale transizione verso un nuovo scenario internazionale, la convivenza più o meno prolungata con l’inflazione e le mosse di politica monetaria delle banche centrali”, ha spiegato Ragaini. Che ha poi illustrato la visione generale dei gestori su ciascuna delle tre dimensioni. “Mentre la guerra tra Russia e Ucraina appare a tutti ben lungi da una risoluzione di breve termine, sul fronte della crescita le view si fanno tanto più diverse quanto più ci si focalizza sulle singole aree. Se infatti a livello globale il 56% dei gestori consultati è concorde nel prevedere che la fine delle politiche accomodanti e i rischi legati a singoli Paesi favoriranno un rallentamento, negli Stati Uniti c’è un 44% che vede un leggero sviluppo e in Europa un 88% convinto del rischio concreto di recessione (anche se lieve)”.
Quanto ai prezzi, quasi tutti gli asset manager ritengono che l’apice dell’inflazione sia stato raggiunto nel 2022 ma di questi solo un quarto spera che il carovita possa riavvicinarsi alla soglia del 2% già nei prossimi mesi mentre oltre la metà prevede che ci vorranno almeno tre anni. Anche rispetto all’andamento dei tassi, ha sottolineato Ragaini, “i gestori stimano una loro risalita nel corso del 2023, con il picco della Fed in un range 5- 5,5% e quello della Bce tra il 3,3 e il 4%”. Diverse sono invece le opinioni sul rientro della stretta monetaria: “Poco meno della metà (47%) ritiene che terminerà entro il primo semestre, il 20% pensa invece si dovrà attendere almeno il prossimo anno”. In questa prospettiva, una volta terminata l’azione restrittiva, Fed e Bce manterrebbero i tassi fermi valutando la tenuta della crescita.
Le incognite macro
Le stime sulla curva dell’inflazione in Usa ed Europa. Fonte: elaborazione Aipb su dati delle banche centrali
Le strategie di portafoglio
Alla luce di queste incognite, le direttrici che per Aipb guideranno la strategia d’investimento saranno cautela e qualità, con un occhio di riguardo ai megatrend di lungo termine. “In linea generale c’è accordo su un ritorno dell’income, con forte interesse verso i titoli di Stato (soprattutto statunitensi) e sul segmento corporate investment grade, mentre rimane incerto il contesto per gli high yield”, ha sintetizzato il numero uno dell’associazione. Che ha sottolineato come la volatilità, soprattutto nella prima parte dell’anno, frenerà gli investitori azionari in attesa che le valutazioni riflettano il rallentamento economico: “Vengono preferiti i titoli value rispetto a quelli growth”. Quanto ai private market, il presidente ritiene rimarranno fonte di opportunità soprattutto in relazione ad infrastrutture e private debt ma a condizione che si adotti un approccio selettivo. Frammentata, invece, la view sulle materie prime, dove le principali incertezze riguardano “la riduzione delle misure anti-Covid in Cina e l’evolversi della crisi energetica europea”. Passando alle valute, la mappatura dell’associazione evidenzia la necessità di monitorare e sottopesare il dollaro, che ha probabilmente raggiunto il picco e si prepara a cedere terreno sull’euro. “Nei prossimi anni le maggiori opportunità si potranno trovare nei bond high yield, nelle azionigrowth, nel private equity e nel settore immobiliare”, ha concluso Ragaini.
Le opportunità da cogliere nei prossimi anni
Il posizionamento dei gestori associati di Aipb sulle varie asset class. Fonte: Aipb
In termini di aree geografiche, il protrarsi dell’instabilità fa sì che prevalgano outlook piuttosto neutri, in cui i mercati emergenti sembrano offrire il maggior valore (Asia con India e Indonesia, America Latina con Brasile, Messico e Colombia). Su base settoriale l’attenzione è invece per le tematiche di lungo periodo, come energia, infrastrutture, healthcare e tech, in cui gli investimenti continueranno a crescere indipendentemente dalle condizioni di mercato contingenti. La mappatura degli outlook evidenzia, infine, che un fattore determinante per la costruzione di una strategia d’investimento sta nell’individuare in anticipo i potenziali cambiamenti strutturali come andamento demografico deglobalizzazione, mutamento degli equilibri economici, cambiamento climatico, transizione energetica e tecnologica.
I private banker tra opportunità e sfide
Antonella Massari, segretario generale Associazione Italiana Private Banking
“In questo quadro come quello che attende i mercati, risulta evidente il ruolo della consulenza professionale, e soprattutto di quella private, che deve monitorare e adattare rapidamente le scelte di investimento a uno scenario in rapido cambiamento”, ha sottolineato il presidente di Aipb. Che ha concluso: “Si tratta di un’attività che viene agevolata dalla frequenza degli incontri tra consulente e cliente, oggi arrivati a una media di 13 all’anno”. A fargli eco, il segretario generale Antonella Massari, che ha anche evidenziato le principali sfide dell’industria: “Stiamo cercando di fare percepire al cliente il valore della consulenza e l’importanza dell’educazione finanziaria, senza dimenticare l’impegno sul maggiore coinvolgimento di banker donne e sulla riduzione del gender gap a livello salariale che ancora contraddistingue il settore”.
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