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Per l’agenzia, minore liquidità e capacità di rimborso ridurranno la qualità dei prestiti. E faranno salire i rischi sugli attivi. Il capitale però resterà stabile. Cina, immobiliare e geopolitica i grandi pericoli
Sarà un 2024 difficile per le banche globali. Il responso arriva da Moody’s, che assegna al settore un outlook negativo. Per gli analisti dell’agenzia, infatti, durante il prossimo anno gli istituti finanziari si troveranno a fare i conti con una “diminuzione della liquidità e della capacità di rimborso. E vedranno ridursi la qualità dei prestiti, con maggiori rischi per le attività”. Colpa soprattutto delle banche centrali e della loro politica monetaria restrittiva, che ha portato a una minore crescita del Pil.
La previsione di Moody’s è che la redditività calerà a causa dei maggiori costi di finanziamento, della minore crescita dei prestiti e dell’accumulo di riserve. Secondo Felipe Carvallo, vicepresidente senior credit officer di Moody’s Investors Service, se però il finanziamento e la liquidità porranno sfide, “la capitalizzazione rimarrà stabile, beneficiando della generazione organica di capitale e della crescita moderata dei prestiti assieme all’accumulo di capitale da parte di alcune delle più grandi banche statunitensi”.
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Cina, immobiliare, geopolitica tra i rischi
Per gli esperti, l’inflazione sta rallentando ma permangono rischi geopolitici e climatici. La crescita economica della Cina è infatti destinata a rallentare a causa dell’indebolimento della spesa privata, della debolezza delle esportazioni e della correzione del mercato immobiliare in corso. Non solo. Nei prossimi dodici mesi alcune banche centrali inizieranno a tagliare il costo del denaro ma la liquidità continuerà a essere limitata, pesando sulla crescita economica. La qualità del prestito verrà quindi “compromessa dalla scarsa liquidità e dalla ridotta capacità di rimborso”, con i precedenti rialzi dei tassi che porteranno a un maggiore rischio patrimoniale e a un accumulo di riserve. “L’aumento della disoccupazione nelle economie avanzate indebolirà la performance dei prestiti”, si legge nel report.
Altro pericolo, secondo l’agenzia Usa, è l’esposizione al settore immobiliare commerciale negli Stati Uniti e in Europa. “La crescita dei depositi rallenterà man mano che questi si sposteranno verso conti più costosi o usciranno dai sistemi bancari, mentre i finanziamenti sul mercato aumenteranno”, avvertono gli esperti. Nella loro view, la minore crescita dei prestiti limiterà le tensioni sui finanziamenti. E le carenze di valuta estera metteranno a dura prova la liquidità in alcuni mercati di frontiera.
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Capitalizzazione stabile
Il capitale però rimarrà sostanzialmente stabile. Le banche europee manterranno ampie riserve al di sopra dei minimi regolamentari, secondo gli analisti. In particolare, gli istituti italiani si distinguono per aver compiuto sforzi significativi nella riduzione dei costi operativi. Azioni che, secondo gli esperti, continueranno a compiere. Negli Stati Uniti, alcuni istituti costruiranno capitale a causa dei cambiamenti normativi, mentre nell’Asia-Pacifico la generazione organica di riserve e i dividendi prudenti consentiranno la stabilità del capitale.
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