4 min
Secondo Nest (SSGA), i prossimi mesi richiederanno grande attenzione. L’obbligazionario offre più opportunità, mentre il rally dell’equity non durerà. Gli Emergenti? Meglio essere prudenti
Cautela e vigilanza. Nonostante l’euforia dei mercati, la maggior parte dei gestori continua a preparare i portafogli per un percorso che nei prossimi mesi si preannuncia sempre meno sicuro e prevedibile. Linea scelta anche dagli esperti di State Street Global Advisors, il cui outlook per il secondo semestre mette appunto in evidenza l’aumento del rischio di liquidità e l’indebolimento delle prospettive di crescita: due elementi che richiedono agli investitori attenzione e un posizionamento prudente, con una preferenza per il reddito fisso rispetto alle azioni.
Reddito fisso, una posizione migliore rispetto all’azionario
Secondo Matt Nest, Cfa head of active global fixed income della società, con gli eventi che hanno caratterizzato i primi mesi del 2023 negli Stati Uniti, il momentum dei tassi d’interesse si è chiaramente spostato. Fattore che implica che i tassi più bassi persisteranno. Inoltre, l’inasprimento degli standard di credito dovrebbe accelerare il rallentamento della crescita e dell’inflazione e anticipare i tempi per un taglio del costo del denaro. A suo parere, nei prossimi sei-dodici mesi, i principali trend ciclici da tenere d’occhio saranno: tassi più contenuti, curve più ripide e spread più ampi. “Il resto del mondo sta recuperando il ritardo, quindi preferiamo un’esposizione negli Stati Uniti rispetto all’Europa o al Giappone”, sottolinea.
Per Nest, il reddito fisso offre ora più opportunità rispetto a qualche mese fa. “Aumentare la duration ha senso e ci concentriamo sulle maturity intermedie, dato che la traiettoria e le tempistiche della politica monetaria della Federal Reserve sono ancora molto incerte e le obbligazioni a lunga scadenza non offrono altrettanto valore”, spiega. L’esperto preferisce poi un atteggiamento prudente sul credito, privilegiando gli strumenti di qualità più elevata e con un beta più basso, e dando la preferenza all’investment grade rispetto all’high yield. Anche se gli spread sono più ampi rispetto all’inizio del 2021, la possibilità di un hard landing e le preoccupazioni per l’inasprimento delle condizioni di credito derivanti dal rialzo dei tassi e dai recenti eventi nel settore bancario statunitense potrebbero infatti avere implicazioni significative per le società con rating più basso, con una possibile ripresa dei default. “Se questo dovesse accadere, cercheremmo di puntare sulle valutazioni più convenienti, in quanto il settore apparirebbe più interessante dal punto di vista del rischio-rendimento”, puntualizza.
Azionario: cautamente ottimisti, con una preferenza per l’Europa
Quanto all’azionario, finora il calo dei tassi di mercato ha parzialmente controbilanciato l’indebolimento degli utili corporate sostenendo la performance dell’equity. Ma Nest nutre seri dubbi sul fatto che il rally possa continuare per il resto del 2023. “Per la restante parte dell’anno prevediamo un ulteriore indebolimento degli utili. Temiamo il peggioramento dei fondamentali, l’indebolimento della domanda a causa dell’inasprimento delle condizioni finanziarie e le elevate pressioni sui margini dovute a livelli di inflazione ancora elevati”, sostiene. E la sua view è ora più costruttiva sui titoli azionari europei, dove privilegia un’allocazione overweight. “Le aspettative relative agli utili e alle vendite in Europa continuano a sorprendere al rialzo e i mercati dell’area offrono uno sconto significativo rispetto alle azioni statunitensi”, chiarisce. Precisando che un contesto inflazionistico modesto è vantaggioso per gli asset value, in percentuale più presenti negli indici del Vecchio Continente.
L’esperto di State Street Global Advisors si aspetta inoltre una certa volatilità tra la fine del 2023 e l’inizio del 2024, quando l’economia dovrà fare i conti con l’inasprimento delle condizioni di accesso al credito, la crescita debole e le tensioni geopolitiche. E, viste le valutazioni ancora elevate, vede meno spazio per una sostenuta rivalutazione dei titoli azionari. “Riteniamo che la performance delle azioni sarà superiore quando gli investitori avranno fiducia nel fatto che la crescita economica tornerà ai livelli tendenziali, con un anticipo di sei-nove mesi rispetto al trend. Tuttavia, grazie al momentum positivo e al posizionamento moderato degli investitori, abbiamo investito in azioni in modo tattico e le nostre allocation riflettono questo posizionamento di breve termine”, sottolinea. Il consiglio per gli investitori è dunque di continuare a monitorare con attenzione le allocazioni, tenendo sotto controllo i fattori macro: il ritmo della disinflazione, la risposta delle banche centrali e l’entità del rallentamento economico.
Emergenti, meglio una posizione defilata
Infine, gli Emergenti. Anche se le valutazioni rimangono interessanti e i fattori di qualità sono attualmente positivi, Nest ritiene che il debole momentum dei prezzi e il calo del sentiment possano influire negativamente sull’outlook generale. “Il calo del dollaro dai massimi del 2022 si è rivelato più lento del previsto e le aspettative sugli utili sono inferiori rispetto a quelle di Stati Uniti ed Europa, per cui manteniamo un atteggiamento prudente”, avverte.
A suo parere ci sono comunque alcuni motivi di ottimismo sulla Cina. La riapertura di Pechino e l’impegno della PboC a ricorrere alla politica monetaria e fiscale per raggiungere un tasso di crescita del 5% rappresentano infatti una contropartita all’outlook contrastante per gli altri Paesi dell’universo emergente. “Tuttavia, preferiamo rimanere in posizione defilata fino a quando non avremo maggiore fiducia nei target di crescita cinesi, pur tenendo d’occhio le delicate relazioni tra Stati Uniti e Cina”, conclude.
Vuoi ricevere ogni mattina le notizie di FocusRisparmio? Iscriviti alla newsletter!
Registrati sul sito, entra nell’area riservata e richiedila selezionando la voce “Voglio ricevere la newsletter” nella sezione “I MIEI SERVIZI”.