Il manager mette in guardia da comportamenti dettati dall’emotività: “Chi fa market timing guadagna la metà e perde il doppio”
Ospite del quinto appuntamento di #BigTalkFR è Paolo Paschetta, Country head per l’Italia di Pictet Asset Management. Il manager è convinto che per uscire indenni dalla crisi da Coronavirus le strade siano solamente due: non cedere all’emotività e concentrarsi su un’attenta pianificazione finanziaria.
Gli strumenti per farlo? “Sicuramente Pac e megatrend”, dice il numero uno di Pictet Am a FocusRisparmio. Vediamo perché.
Qual è la view di Pictet su quello che sta succedendo sui mercati finanziari?
La rapida diffusione della pandemia di Coronavirus ci ha proiettati in un nuovo mondo. Non solo per quello che riguarda le nostre vite quotidiane, che in pochi giorni hanno subito una trasformazione radicale, ma anche sui mercati finanziari. In questi primi mesi dell’anno, abbiamo infatti assistito alla discesa più rapida mai registrata sui mercati azionari. Il Vix si è spinto sui massimi storici, oltre 82. La causa è legata allo shock sincrono di domanda (consumi) e offerta (produzione) che la pandemia e le conseguenti misure di distanziamento sociale hanno prodotto. Se si considera che la crisi si è poi estesa anche al mercato del petrolio, risulta evidente che l’impatto economico del ‘lockdown’ in cui il Covid-19 ci ha catapultati è diventato veramente senza precedenti: secondo le stime del Fondo Monetario Internazionale, l’economia globale dovrebbe subire una contrazione del -3% circa nel 2020. Detto ciò, anche le risposte delle Banche centrali e dei Governi non hanno precedenti. Gli stimoli monetari e fiscali già annunciati o in fase di definizione superano abbondantemente quanto fatto in occasione della grande crisi finanziaria del 2007-2009. Ciò vale soprattutto per gli Stati Uniti, dove la politica economica di emergenza si avvicina molto ad un vero e proprio ‘helicopter money’, ma non solo. Ci aspettiamo, per questo motivo, che, una volta che i dati epidemiologici saranno più incoraggianti, la ripresa dell’attività economica, supportata da tali misure di stimolo, possa essere molto rapida, per quanto graduale (sulla falsa riga di quanto sta già succedendo in Cina o in alcuni Paesi del nord-Europa).
Quale può essere l’approccio di gestione migliore in questo momento?
Oggi sono tanti quelli che pensano che nel mondo dei mercati finanziari non esistano più certezze. Ma le certezze ci sono ancora, solo che sono cambiate, perché il mondo è cambiato. Il nostro compito e dovere come industria del risparmio gestito è aiutare i clienti a identificare queste certezze, fornendo strumenti concreti ma soprattutto semplici da capire. L’obiettivo primario in questo momento è quello di supportare i clienti, aiutandoli ad evitare di compiere scelte di investimento e disinvestimento dettate dall’emotività. Guidati dai movimenti di mercato di breve termine, gli investitori prendono decisioni non coerenti con gli obiettivi che si erano prefissati in fase di pianificazione finanziaria, rischiando di vanificare quanto di positivo i mercati finanziari potrebbero offrirgli. Anche in un periodo di estrema volatilità, come quello attuale. Storicamente, infatti, le grandi crisi dei mercati finanziari sono state seguite da periodi di poderosi recuperi dei listini azionari: in media, solamente un mese dopo aver toccato i minimi sono state recuperate oltre metà delle perdite e nel giro di un anno sono state registrate performance positive pari a circa il doppio di quanto perso in precedenza. L’approccio migliore, in questo momento, è quello di restare fedeli alla propria pianificazione finanziaria, evitando di provare a fare ‘market timing’: in media, in un arco di tempo di 5 anni, l’investitore che prova ad azzeccare il momento giusto per entrare e uscire dai mercati, guadagna la metà della performance dei mercati e perde il doppio rispetto a chi non si lancia in questo pericolosissimo esercizio, e finisce quindi per distruggere valore.
Come si gestisce l’emotività evitando di inciampare nell’errore classico del panic selling?
Tutte le più importanti crisi economico-finanziarie che abbiamo vissuto in passato, anche se scatenate da cause completamente diverse, in comune hanno la reazione degli investitori che, in preda all’emotività, scatenano il cosiddetto ‘panic selling’. Un comportamento legato al fatto che la motivazione a evitare una perdita è due volte più potente della motivazione a realizzare un guadagno. Di conseguenza, gli investitori di fronte a una situazione sconosciuta e difficile da decifrare cercano sicurezza, vendendo tutti gli asset percepiti come rischiosi. Il problema è che, così facendo, si ritrovano spesso a vendere capitalizzando delle perdite e compromettendo tutte le scelte di investimento future. Per fare un esempio, in occasione della crisi finanziaria del 2008, chi ha tenuto i nervi saldi, nei successivi 5 anni ha guadagnato circa il 40%; chi ha venduto in preda al panico, invece, non solo ha realizzato perdite anche superiori al 60%, ma si è anche perso il miglior decennio di sempre in termini di performance, un decennio che ha regalato rendimenti tra il 100 e il 200% e che sarà ricordato come il bull market meno amato della storia.
Quali rimedi per evitare di perdere la ripresa dei mercati?
In un contesto come quello attuale, in cui nessuno sa esattamente quanto lunga e profonda potrà essere questa correzione, uno degli strumenti che abbiamo a disposizione per entrare sui mercati approfittando di prezzi interessanti è quello dei Piano di accumulo (Pac). I Pac sono una modalità di investimento che oggi più che mai è adatta a qualsiasi tipo di investitore, anche ai clienti private o high net worth. I grandi vantaggi dei Pac sono essenzialmente due: 1) automatizzano e spalmano nel tempo l’ingresso sui mercati, eliminando la variabile legata all’emotività, che, come detto, finisce spesso per distruggere valore; 2) educano a un orizzonte temporale di lungo periodo. Inoltre, l’esperienza ci insegna che i piani di accumulo accesi durante le fasi di grande correzione dei mercati sono quelli che in seguito danno i migliori risultati. Per fare un esempio: se io avessi investito nel mondo azionario (ipotizziamo genericamente nell’MSCI World) il primo gennaio 2008, nel bel mezzo della grande crisi finanziaria, oggi a distanza di 12 anni il Pac mi avrebbe permesso di guadagnare il 135%, rispetto all’80% registrato investendo in un’unica soluzione (Pic). Non solo, l’investimento graduale tramite Pac mi avrebbe permesso anche di subire in misura minore la volatilità dei mercati (la volatilità del Pac sarebbe stata pari a circa la metà rispetto a quella del Pic). Un’altra soluzione a disposizione degli investitori per superare la fase attuale di volatilità consiste chiaramente nell’allungare l’orizzonte di investimento. Questo esercizio, oltre a svincolare le scelte di investimento dai movimenti dei prezzi nel breve termine, consente di ritrovare nel futuro le certezze che oggi sentiamo di aver perso. Per farlo, la strategia a nostro avviso vincente è quella di combinare l’investimento programmato dei Pac con un approccio basato sui cosiddetti megatrend, ossia sui cambiamenti strutturali di natura economica, sociale e tecnologica che lentamente ma inesorabilmente rimodellano la nostra vita quotidiana modificando i nostri bisogni e le nostre esigenze. Le aziende in grado di innovare i servizi e i prodotti che offrono cavalcando questi megatrend sono destinate a crescere ad un ritmo più alto rispetto al resto del mercato. Di fatto, investire nei megatrend significa investire nel futuro, nelle nostre abitudini di vita future.
Quali sono questi megatrend?
In generale, i cambiamenti strutturali su cui investiamo nei nostri fondi tematici erano già in atto prima dello scoppio della pandemia di Coronavirus e andranno avanti anche dopo che questa, si spera presto, sarà superata. Ci sono, però, alcuni temi che stanno godendo di una forte accelerazione a causa della situazione che stiamo vivendo in questi mesi. In particolare, i tre temi che stanno emergendo con decisione con l’emergenza da Covid-19 sono Health, Digital e Security. Per quanto riguarda l’Health è chiaro che, essendo quella attuale una crisi innanzitutto sanitaria, gli investitori guardino con particolare attenzione alle aziende del settore. Non solo perché si spera in esiti positivi delle ricerche per cure e vaccini contro il Covid, ma anche perché è evidente a tutto il mondo che i sistemi sanitari nazionali devono essere rinforzati. Di conseguenza, verranno fatti ingenti investimenti nel settore, che porteranno, tra le altre cose, all’adozione di soluzioni sempre più tecnologiche, che vanno dai robot chirurghi alla telemedicina. Il mondo digitale è sicuramente l’altro grande vincitore nel contesto attuale. Costretti a lavorare in remoto da casa e a consumare online, le nostre vite quotidiane hanno subito una decisa digitalizzazione. È auspicabile che alcune delle attività che oggi siamo costretti ad effettuare online torneremo a svolgerle di persona, una volta usciti dall’emergenza. Tuttavia, ciò non toglie che alcune abitudini digitali resteranno per sempre. E penso per esempio all’intrattenimento dato da film, serie Tv e videogiochi online, ai pagamenti digitali, all’e-commerce e anche allo stesso work from home e alla possibilità di fissare riunioni virtuali con clienti e colleghi, risparmiando in tempo e soprattutto in emissioni di CO2. Di pari passi con la digitalizzazione, va la tematica della sicurezza informatica. Più lavoriamo in remoto e più le aziende hanno necessità di proteggere i propri network da eventuali attacchi informatici. Consumando e producendo sempre di più online, generiamo una mole di dati che occorre mettere in sicurezza con i sistemi più avanzati. Non è un caso, infatti, che durante questo periodo di ‘lockdown’ e telelavoro forzato il numero di cyber attack sia aumentato vertiginosamente. Per questo motivo, tra le varie voci di spesa delle aziende, quella della sicurezza informatica è una delle poche ad aver sperimentato una crescita in questi ultimi mesi.
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