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Il country head Italia di Pictet Asset Management analizza per FocusRisparmio le trasformazioni in corso nel campo dei megatrend (e non solo)
L’investimento tematico è ormai una realtà consolidata nei portafogli degli investitori e rappresenta una delle aree a maggiore crescita dell’asset management. Tuttavia, anche questo segmento sta vivendo un’evoluzione importante: la crescente integrazione tra strumenti attivi e passivi, l’influenza dell’intelligenza artificiale nelle strategie di investimento e l’apertura dei mercati privati a una platea più ampia di investitori stanno ridefinendo il futuro della gestione tematica.
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In questo contesto, Pictet Asset Management è riconosciuta come una delle case pioniere e leader in Italia. Per capire come il comparto si sta trasformando e quali innovazioni attendono gli investitori, FocusRisparmio ha intervistato Paolo Paschetta, equity partner e country head Italia di Pictet AM.

Quali sono le caratteristiche generali di un investimento tematico? Possiamo considerarle come conosciute dagli investitori dopo anni di presenza di questa tipologia di prodotti sul mercato?
La peculiarità dell’approccio tematico è la chiarezza nel definire il perimetro di investimento e le società target, un approccio che abbatte le barriere e aiuta l’investitore a costruire una posizione azionaria consapevole, capace di mitigare l’atteggiamento tipico italiano di avversione al rischio. Gli investimenti tematici sono infatti strumenti ideali per posizionarsi e accumulare in modo strategico sul medio-lungo periodo, allineando il portafoglio a megatrend chiari e supportati da dati concreti, che offrono un vantaggio competitivo.
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Per sua natura, l’investimento tematico è cross-settoriale e diversificato geograficamente, esposto a diversi fattori di investimento. Ricordo che la discriminante per l’eleggibilità di un titolo in un fondo tematico è la purezza, che misura la percentuale di fatturato di un’azienda derivante da attività correlate al tema. Questo criterio ci consente di individuare le realtà che possono concretamente beneficiare dei megatrend sottostanti. I fondi tematici rappresentano quindi un’evoluzione rispetto ai fondi settoriali, poiché offrono una visione più ampia e trasversale, abbracciando megatrend che attraversano diversi settori e regioni, e garantendo una maggiore diversificazione e adattabilità.
In Pictet, crediamo fermamente nel valore degli investimenti tematici, avendo promosso pionieristicamente questo approccio a metà degli anni ’90. Oggi, esattamente 30 anni dopo, le nostre convinzioni restano immutate: investire in azioni significa trasformare il tempo e i mercati in alleati per raggiungere i propri obiettivi di vita, e l’investimento tematico è la migliore opzione per superare le mode del momento e le dinamiche di breve termine.
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Lo spazio della gestione attiva pura è innegabilmente in riduzione a fronte del grande incremento di popolarità degli ETF. Anche in relazione ai tematici i lanci di strumenti indicizzati sono molto aumentati. Cosa ne pensate? La capacità di generazione di alpha della gestione attiva in ambito tematico è intatta?
Nel 2024, il tema della diversificazione è tornato centrale. L’andamento dei principali indici azionari è stato dominato dalle Megacap tecnologiche: i primi sette titoli dell’S&P500 sono arrivati a pesare, da soli, oltre 1/3 della capitalizzazione dell’indice più rappresentativo di Wall Street. Analogamente, il peso delle “Magnifiche 7” (Apple, Nvidia, Microsoft, Amazon, Meta, Alphabet e Tesla) all’interno dell’Msci World All Countries ha toccato la soglia del 20%. Questo contesto ha sollevato interrogativi su come diversificare i portafogli per evitare una sovraesposizione a un numero ristretto di aziende.
Secondo i dati Morningstar, molti investitori hanno scelto di diversificare con strumenti passivi equiponderati, come gli ETF sullo S&P500 equal weight, che tuttavia hanno registrato una sottoperformance a doppia cifra rispetto all’indice tradizionale. La concentrazione dei benchmark su pochi titoli è certamente un rischio, amplificato dalla diffusione degli investimenti indicizzati, che ne replicano la composizione: basti pensare che il 20% del capitale di Nvidia a inizio 2025 era detenuto da investitori passivi.
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Il ruolo di un gestore attivo non è solo generare extra-rendimenti, ma anche proteggere il patrimonio da incognite che potrebbero innescare crisi di più ampie dimensioni. I team di investimento tematici di Pictet mirano a comprendere e anticipare i cambiamenti, identificando le “fallen” e “rising” stars prima che il mercato ne incorpori gli effetti. Questo approccio aiuta a ridurre la volatilità e a offrire ritorni interessanti nel lungo termine.
Qui però arriva la sorpresa: consapevoli dei limiti dell’investimento passivo tradizionale, ma intenzionati a cogliere il meglio dall’innovazione, a metà 2024 abbiamo lanciato Pictet-Quest AI, una strategia indicizzata enhanced, che combina un basso tracking error a commissioni ridotte. Partendo da un paniere di 1600 titoli dell’Msci World, la strategia utilizza un modello proprietario di IA, riaddestrato trimestralmente, per selezionare le migliori idee di investimento che compongono il portafoglio finale.
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Pictet è certamente tra le società più riconosciute in Italia in questo segmento. Il track record è ormai importante. Come intendete innovare in questo comparto?
Oggi più che mai è fondamentale individuare i leader del domani, aziende capaci di cavalcare i trend del momento e di sfruttare a proprio vantaggio le grandi sfide che stiamo affrontando. Un discorso che vale sia per i mercati pubblici che per i mercati privati, che rappresentano il tessuto dell’economia reale. Ed è proprio in questo aspetto che risiede parte della futura evoluzione del nostro approccio tematico.
Che cosa si augura per il 2025 di Pictet AM in Italia? Quali sono gli obiettivi per quest’anno?
Nel 2025, Pictet Asset Management Italia celebra il suo 25° anniversario, un traguardo significativo che riflette la nostra crescita e impegno nel mercato italiano. Il nostro obiettivo era ed è quello di continuare a innovare. L’augurio più grande che possa fare, quindi, è quello di cavalcare il cambiamento dei prossimi 25 anni, sempre con dedizione, curiosità e spirito attivo, dirigendoci verso un mondo nuovo, diverso, ma proprio per questo straordinariamente interessante.
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