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Il tema è centrale per il 59% degli adviser di tutto il mondo, che si stanno preparando. Tre le sfide principali. L’indagine di Schroders
Con 18.300 miliardi di dollari di patrimonio stimati passare di mano a livello globale entro il 2030, quello che viene ormai chiamato il “grande trasferimento di ricchezza” non può non essere in cima alle priorità di wealth manager e consulenti finanziari. Che stanno quindi preparandosi ad affrontare i tanti nodi che un simile passaggio presenta, a partire dalla delicatezza insita nel tema eredità, dalle difficoltà della pianificazione fiscale e dalla sfida del coinvolgimento dei più giovani. È quanto emerge da un approfondimento dell’indagine Global Investor Insights Survey di Schroders, secondo cui il tema è centrale per il 59% degli adviser di tutto il mondo.
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L’indagine, che ha coinvolto 1.755 professionisti per un totale di 12,1mila miliardi di dollari di asset, mostra alcune differenze a livello geografico. Il passaggio di patrimoni tra baby boomer e le generazioni successive preoccupa infatti il 66% dei consulenti nordamericani, il 58% di quelli dell’area Emea, il 57% dei britannici e il 57% degli advisor dell’Asia Pacifico. In particolare, è l’America Latina a mostrare il più alto livello di coinvolgimento, con il 57% dei consulenti che ne ha discusso con oltre la metà dei propri clienti. Più basso invece, anche in ragione delle differenze culturali, l’engagement nell’area Emea e in quella Asia-Pacifico, che si fermano rispettivamente al 43% e al 46%.
Essenziale il coinvolgimento della famiglia
Tutti i wealth manager hanno però ben chiara l’importanza del coinvolgimento dell’intera famiglia nella pianificazione patrimoniale. Tanto che l’83% a livello globale indica come cruciale l’impegno condiviso tra i coniugi e il 79% la necessità di includere le generazioni più giovani. In generale, la pianificazione successoria e il trasferimento di ricchezza intergenerazionale rappresentano un’opportunità da cogliere per i consulenti. Soprattutto a livello di sensibilizzazione dei clienti sull’importanza di dare esecuzione concreta ad una strategia di trasferimento del patrimonio definita e con approcci più formalizzati.
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Tre le sfide principali
Tra gli ostacoli spicca certamente la delicatezza degli argomenti, con il 58% dei consulenti patrimoniali a livello globale che trova impegnativo discutere di morte o eredità, soprattutto in Emea e Apac. Anche la complessità della pianificazione fiscale è un problema significativo, con il 56% dei professionisti del Regno Unito e il 51% di quelli dell’area Emea che la considerano una sfida. Il coinvolgimento delle generazioni più giovani presenta, poi, ulteriori difficoltà: ben il 43% a livello globale lo segnala come una criticità. “Al di là dei rendimenti, il colossale trasferimento di ricchezza intergenerazionale attualmente in corso, e destinato a continuare per molti anni, rimane un punto centrale”, sottolinea Carla Bergareche, global head of wealth, client group di Schroders. Che, alla luce dei risultati dell’indagine, vede ampi spazi di miglioramento per i consulenti. Soprattutto, conclude, “in termini di affinamento delle competenze e di prioritizzazione delle discussioni sul tema, in particolare in alcune regioni”.
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