Covid, ricchi meno ricchi ma più attenti alla sostenibilità
Dopo un aumento nel 2019, tra gennaio ed aprile le casse dei milionari si sono alleggerite del 6-8%. Boom degli investimenti Esg. Cresce l’insofferenza per le fee dei gestori
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Il Covid-19 è stato uno tsunami che ha cambiato le abitudini di vita anche degli investitori facoltosi, fatto aumentare le preoccupazioni riguardo la situazione economica personale, soprattutto tra i giovani, ma non scoraggiato gli investimenti. Anzi, per il 76% degli italiani la volatilità è un’opportunità da cogliere, meglio se accompagnati da un consulente finanziario, visto che l’86% dice di aver ancora più bisogno di assistenza qualificata. È quanto emerge nel focus sul nostro Paese dall’ultimo UBS Investor Watch, che ha coinvolto oltre 3.750 investitori facoltosi in 15 mercati a livello mondiale evidenziando parecchie novità tra i risparmiatori di tutto il mondo nell’era post-pandemia.
Partiamo dunque dall’Italia. Il 76% degli intervistati crede che le abitudini di vita post pandemia non saranno più le stesse e l’85% di questi pensa che questo stato di paura persisterà ancora a lungo. Le preoccupazioni finanziare oggi riguardano: per l’84% la liquidità, per il 77% la longevità, per l’81% l’eredità. Spaventano anche le turbolenze dei mercati, visto che l’81% degli investitori è preoccupato da un ulteriore declino delle Borse ma rimane la positività del 79% di questi che vede la volatilità come una opportunità da cogliere.
“Il Covid-19 ha costretto molti investitori a rivedere le proprie priorità a causa delle ripercussioni che la pandemia ha generato sul proprio stile di vita e sulla situazione finanziaria. Tuttavia questa situazione sta generando anche diverse opportunità, infatti il 79% degli investitori italiani vede la volatilità come una proficua occasione per riallocare i propri investimenti – evidenzia Paolo Federici, market head di UBS Global Wealth Management in Italia – . I millennial italiani poi, nonostante la preoccupazione per la situazione economica, sono sempre più proiettati verso gli investimenti sostenibili. In linea generale, la consulenza giocherà un ruolo sempre più fondamentale, l’86% degli investitori italiani dichiara infatti di aver ancora più bisogno di assistenza”.
Guardando alla situazione globale, anche per il 75% degli investitori facoltosi a livello mondiale la pandemia ha trasformato profondamente il modo di vivere delle persone. Stando alla ricerca, molti stanno già pensando di rivedere il proprio stile di vita: 7 su 10 in futuro ridurranno viaggi e spostamenti verso i luoghi di lavoro, la metà ha intenzione di stabilirsi in prossimità della famiglia, il 46% potrebbe rinunciare a vivere in città optando per delle zone meno popolate e per l’88% la massima priorità è ora il mantenersi in buona salute.
Non solo. Il 67% degli investitori sostiene inoltre che la pandemia ha inciso sulla percezione della propria situazione finanziaria. Il 56% di loro teme di non aver sufficienti risparmi nel caso in cui si verificasse un’altra pandemia mentre il 58% si preoccupa di dover lavorare più a lungo per compensare minori introiti contributivi pensionistici e il 60% teme di diventare un peso economico per la famiglia, in caso di malattia. Per il 54% il cruccio maggiore è di non lasciare sufficienti risorse finanziarie per le generazioni future, mentre nel complesso l’83% degli investitori desidera ricevere più assistenza del solito da parte del consulente finanziario di riferimento, in termini di gestione patrimoniale durante la pandemia.
“Mentre affrontano la crisi legata al Covid-19, gli investitori sono alla ricerca degli approfondimenti più recenti e desiderano una maggiore consulenza personalizzata per raggiungere i propri obiettivi finanziari – spiega Tom Naratil, co-presidente di UBS Global Wealth Management e presidente di UBS America -. A causa della pandemia, molti investitori stanno riconsiderando le modalità in base alle quali finanziare in futuro i loro bisogni in termini di liquidità, longevità e successione. Di conseguenza i gestori patrimoniali hanno la possibilità di svolgere un ruolo ancor più decisivo nella vita dei loro clienti, preparandoli allo scenario postpandemia”.
Da un punto di vista generazionale, gli investitori millennial intervistati sono più propensi ad affermare di aver subito ripercussioni economiche a causa della pandemia e più preoccupati per la loro situazione finanziaria rispetto alle generazioni precedenti. Il 73% di loro ha infatti dichiarato di aver sofferto un impatto sul versante finanziario a causa della pandemia. Il 74% sostiene che quest’ultima ha inciso sulla percezione della loro situazione finanziaria. Inoltre, i millennial temono di dover lavorare più a lungo per compensare minori introiti, di non avere sufficienti risparmi e di perdere il lavoro nel contesto attuale. Gli stessi rivelano di essere sensibili anche al tema dell’impatto sociale generato dai loro investimenti. Circa un terzo ha aumentato il sostegno economico a familiari e amici, mentre il 69% si definisce interessato agli investimenti sostenibili. Infine il 60% si dichiara incline alla filantropia a seguito del coronavirus.
Da una prospettiva regionale, gli investitori dell’America Latina risultano i più propensi nel prefigurare un mondo che cambia in modo permanente a seguito del Covid-19, seguiti dagli investitori statunitensi. Ma vediamo nel dettaglio le maggiori tendenze emerse dalla ricerca, regione per regione.
Stati Uniti – Mentre gli Usa sono ancora impegnati nella fase di contenimento della pandemia, l’82% degli investitori a stelle e strisce prevede un cambiamento duraturo del proprio stile di vita tradizionale, un dato superiore alla media globale pari al 75%. Tuttavia, solo il 22% afferma di aver subito ripercussioni significative a causa della pandemia, una quota inferiore rispetto alla media globale del 25%.
America Latina – Gli effetti della pandemia sono percepiti in misura maggiore dagli investitori dell’America Latina, sia sul versante finanziario che in termini di stile di vita. Ciononostante, gli stessi risultano anche i più propensi a scorgere un aspetto positivo nella volatilità dei mercati connessa al Covid-19. Infatti, l’84% di loro percepisce la volatilità dei mercati come un’opportunità di investimento, rispetto a una media globale del 79%.
Europa – L’impatto della pandemia sugli investitori europei è stato essenzialmente in linea rispetto alla media globale. L’unico dato in controtendenza risulta essere collegato al loro orientamento a favore degli investimenti a impatto sociale. Il 42% dei millennial europei ha infatti aumentato il proprio sostegno economico a familiari e amici, a fronte del 34% degli omologhi su scala globale.
Svizzera – Il virus ha avuto minori ripercussioni sugli investitori svizzeri. Solamente il 56% intravede un mutamento permanente del proprio stile di vita, rispetto a una media globale del 75%; il 68% sostiene che continueranno i timori legati agli effetti della pandemia, a fronte di una media globale pari all’81%. Infine, solo l’11% afferma di essere stato notevolmente penalizzato sul versante finanziario.
Asia-Pacifico – Il 71% degli investitori in questa regione prevede cambiamenti durevoli a causa del virus, 4 punti percentuali in meno rispetto alla media globale. Tuttavia, tra di essi l’89% desidera ricevere più assistenza del solito da parte del consulente finanziario di riferimento durante la pandemia stessa, a fronte di una media globale dell’83%.