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L’organizzazione parigina prevede una consistente frenata, soprattutto per Usa e Eurozona. L’inflazione resterà alta: la Bce dovrà aumentare ancora i tassi. Per l’Italia Pil +0,2% nel 2023
Una consistente frenata, ma non una recessione. È la previsione per il prossimo anno dell’ultimo Economic Outlook dell’Ocse, secondo cui la crescita globale dovrebbe rallentare al 2,2% nel 2023, dal 3,1% di quest’anno, per poi rimbalzare al 2,7% nel 2024. Migliorano dunque rispetto a settembre le stime dell’organizzazione parigina, che ora esclude lo scenario peggiore.
Per Eurozona e Usa un forte rallentamento nel 2023
“L’economia globale si sta riprendendo dalla più grande crisi energetica dagli anni Settanta. Lo shock energetico ha spinto l’inflazione su livelli che non si vedevano da molti decenni e sta abbassando la crescita economica in tutto il mondo”, scrivono gli economisti, stando ai quali l’Asia sarà il principale motore della crescita nei prossimi due anni, mentre Europa, Nord America e Sud America andranno decisamente a rilento.
Per gli Usa l’Ocse stima un aumento del Pil del +1,8% nel 2022 seguito da un +0,5% nel 2023 e un +1% nel 2024. Per l’Eurozona si attende invece una solida performance al ritmo del 3,3% quest’anno con una frenata allo 0,5% il prossimo e un’accelerazione all’1,4% nel 2024. Per l’altra grande economia del mondo, la Cina, le previsioni per il triennio 2022-24 sono rispettivamente di un +3,3%, +4,6% e 4,1%.
Inflazione ancora alta: la Bce aumenti ancora i tassi
Quanto all’inflazione, l’organizzazione che riunisce i 38 Paesi industrializzati la vede all’8,1% per gli Stati del G20 nel 2022 per poi decrescere lentamente al 6% nel 2023 e al 5,4% nel 2024. Per l’Eurozona invece le previsioni sono per un incremento dell’8,3% quest’anno a cui dovrebbe seguire un lieve ridimensionamento al 6,8% nel 2023 e una discesa al 3,4% nel 2024.
Per gli economisti parigini, la Bce dovrà alzare ulteriormente i tassi di interesse se vuole ridurre l’inflazione persistentemente alta. Sebbene infatti vi siano stati recentemente alcuni segnali che indicano che i prezzi sono al limite o vicini ai loro picchi, per l’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico è improbabile che l’inflazione scenda rapidamente al livello del 2%, obiettivo di molte banche centrali. “I salari reali stanno diminuendo in molti Paesi, riducendo il potere d’acquisto – ha avvertito il capo economista Alvaro Pereira -. Se non si riesce a contenere l’inflazione, questi problemi non potranno che aggravarsi. Pertanto, la lotta all’inflazione deve essere la nostra massima priorita’ politica in questo momento”.
Per l’Ocse, la Bce dovrebbe aumentare il tasso di interesse di riferimento dall’1,5% a una percentuale compresa tra il 4% e il 4,25% entro la metà del prossimo anno, un picco molto più alto di quello ampiamente previsto dagli investitori.
Italia, Pil +0,2% nel 2023
Quanto all’Italia, il Pil dovrebbe attestarsi al 3,7% nel 2022, per poi frenare allo 0,2% nel 2023 e risalire moderatamente all’1% nel 2024. L’aggiornamento della Nadef del governo Meloni prevede una crescita dello 0,6% per il 2023. Il debito pubblico si attesterà al 146,5% quest’anno, per scendere al 144,4% il prossimo e al 143,3% quello dopo, mentre la disoccupazione crescerà dall’8,1%, poi all’8,3% e infine all’8,5%.
L’inflazione dei prezzi al consumo dovrebbe scendere solo gradualmente dal 10% circa alla fine del 2022 con la graduale eliminazione dei massimali sui prezzi dell’energia mentre i recenti aumenti dei prezzi di energia e alimentari innescheranno più ampie pressioni sui prezzi. Secondo l’Ocse, inoltre, l’inasprimento della politica monetaria sarà in parte compensato da maggiori investimenti pubblici legati al Pnrr.
Quello che “è importante per l’Italia è prima di tutto la prudenza di bilancio, perché c’è comunque un indebitamento abbastanza alto e quindi serve prudenza. Nel contempo, credo sia importante attuare le riforme strutturali che sono necessarie”, ha messo in guardia Santos Pereira. Per l’organizzazione una spesa efficace dei fondi Next Generation Eu sarà “fondamentale per sostenere la crescita”.
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