La SIM ha una view leggermente positiva sui mercati azionari grazie a una serie di fattori. E tra i settori preferisce quello finanziario e l’healthcare
Campari, Enel, FinecoBank, Iveco e Unicredit. Sono questi secondo gli analisti di Equita i “best picks 2025” da sovrappesare nei portafogli quest’anno. Con loro, a concludere la consueta lista dei magnifici di Piazza Affari, tra le small cap spiccano Antares Vision, Fiera Milano, Lottomatica, Moltiply, Technogym e Technoprobe.
La società inizia il nuovo anno con una view leggermente positiva sui mercati azionari e vede il contesto macro ancora favorevole. L’attesa è che l’economia globale si mantenga sugli stessi livelli del 2024, con una crescita attorno al 3%. Anche se con importanti divergenze nelle diverse aree: gli Stati Uniti dovrebbero espandersi del 2,5%, l’Europa dello 0,8% e la Cina del 4%. Inoltre le banche centrali viaggeranno meno sincronizzate nei prossimi mesi, mentre gli utili societari sono attesi in crescita (+10% Msci USA e +9.5% Msci EU), con le valutazioni che, al di fuori degli States e di alcuni settori specifici, non appaiono generalmente elevate.
Banche preferite, neutrali su lusso e utility
Luigi de Bellis, co-head of Research team di Equita
A livello settoriale, la SIM è complessivamente sovrappeso sui finanziari, che a suo avviso saranno sostenuti da fondamentali solidi anche nei prossimi dodici mesi, dall’accelerazione della crescita delle commissioni che compenserà il calo dell’NII e dal processo di consolidamento. “Tra i nostri titoli preferiti FinecoBank, Banca Mediolanum, Mediobanca, mentre tra le banche tradizionali la nostra preferenza è per Unicredit, Bper, Intesa e Credem”, spiega Luigi de Bellis, co-head Ufficio Studi Equita. Nel settore utility, la società è neutrale, con Enel e A2A come preferite, mentre è leggermente sovrappeso nell’energy, con una preferenza per Tenaris e Maire o per titoli caratterizzati da una remunerazione particolarmente attraente come ENI.
“Rimaniamo neutrali sul settore lusso, che tratta a 22x p/e, leggermente al di sotto delle medie storiche e con attese di ritorno alla crescita nel 2025, ma un’espansione sbilanciata sulla seconda metà dell’anno e fortemente legata al miglioramento del quadro macro”, prosegue de Bellis, confermando lapreferenza per nomi di qualità e valutazioni ragionevoli come Prada e Moncler. Approccio selettivo, invece, nel settore industriale, privilegiando titoli con un’esposizione agli investimenti infrastrutturali soprattutto negli USA (Buzzi, Webuild) o caratterizzati da maggior resilienza (Interpump, Iveco, Pirelli, Brembo, Danieli Risp.). “Abbiamo una posizione neutrale sulla tecnologia, dove abbiamo confermato Reply e aggiunto Technoprobe, aumentando l’esposizione al trend globale di investimento in AI-data center, mentre manteniamo la nostra esposizione nel settore delle infrastrutture attraverso TIM, Inwit e Enav”, prosegue l’esperto. Infine, sovrappeso anche nell’healthcare, con Amplifon, DiaSorin e Recordati.
Sette fattori positivi
I fattori che rendono moderatamente ottimisti gli esperti della SIM sono sostanzialmente sette. Innanzitutto itassi d’interesse più bassi, soprattutto in Europa, favoriranno una ripresa della produzione industriale e stimoleranno la domanda dei consumatori, contribuendo ad una crescita più robusta dell’economia UE. Poi, nonostante l’incertezza politica nel Vecchio Continente resti elevata, l’attesa è di un miglioramento significativo nel corso del 2025. “Le elezioni in Germania e il cambio di leadership aumentano a nostro avviso le possibilità di riforme costruttive e di nuovi stimoli all’economia, anche perché il Paese dispone di un ampio margine fiscale grazie a un debito pubblico basso”, sottolinea infatti de Bellis. Inoltre, gli indici europei trattano oggi a valutazione decisamente più contenute rispetto a quelli USA.
Altro fattore positivo sta nel fatto che, anche se in Cina gli stimoli monetari annunciati finora hanno avuto un effetto limitato, la riunione del NPC di marzo potrebbe introdurre nuove misure fiscali. “Con le banche centrali che dispongono di ampi margini per tagliare i tassi e iniettare liquidità nel sistema al fine di finanziarie i crescenti deficit pubblici, e considerando la prospettiva di un’economia che evita la recessione, continuiamo a ritenere l’azionario una migliore protezione rispetto all’obbligazionario”, evidenzia poi l’esperto. Aggiungendo che un cessate il fuoco tra Russia-Ucraina può rappresentare un ulteriore upside per l’Europa. Infine, a differenza degli USA il posizionamento degli investitori sul mercato azionario europeo è decisamente più prudente, e il rischio associato a potenziali tariffe è in gran parte già incorporato nei prezzi.
I rischi
Le incertezze ovviamente non mancano ed Equita ne individua tre principali. Innazitutto la crescita economica in Europa, in particolare nel settore manifatturiero, rimane debole, e i segnali provenienti dalla Cina non sono al momento rassicuranti. Poi le valutazioni elevate e il posizionamento degli investitori sul mercato USA, uniti alle recenti pressioni sui tassi d’interesse, potrebbero causare correzioni nel breve periodo. “Per quanto, a nostro avviso, la Fed sia in una fase di allentamento monetario, i dati solidi sul mercato del lavoro, il recente aumento delle aspettative d’inflazione dopo la rielezione di Trump e l’incertezza continua sull’entità di eventuali nuovi dazi, potrebbero rallentare il ritmo di tale allentamento”, conclude de Bellis.
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