Tassi, verso una divergenza USA-Europa
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Sei mesi da incorniciare per Piazza Affari, con una capitalizzazione cresciuta del 4% a 824 miliardi di euro, se non fosse per l’emorragia di delisting che non accenna a fermarsi. A tracciare il bilancio del primo semestre 2024 è il Bollettino statistico della Consob, che conferma comunque la vivacità del listino milanese, dove nel periodo gennaio-giugno si è registrato un forte balzo dei volumi scambiati sia per i titoli azionari che per quelli obbligazionari, governativi e corporate.
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A fronte di un aumento del valore complessivo di mercato delle azioni di Piazza Affari, Consob segnala un andamento più brillante per le quotate italiane, la cui capitalizzazione ha toccato quota 622 miliardi di euro, in aumento dell’8% rispetto ai 575 miliardi di dicembre 2023. A fine giugno, il rapporto capitalizzazione/PIL (sulla base dei dati relativi al prodotto interno lordo disponibili a fine marzo) è cresciuto al 38,7% dal 37,8% dello scorso dicembre. Includendo anche i dati di Euronext Growth Milan (EGM), la piattaforma multilaterale di negoziazione costituita come mercato non regolamentato per le piccole e medie imprese, nonché il sistema multilaterale di negoziazione , su cui sono scambiati prevalentemente i titoli di alcune banche di minori dimensioni, tra cui popolari e casse di risparmio, la capitalizzazione complessiva a fine 2023 è di 836 miliardi di euro pari, al 39,2% in relazione al PIL. Non solo: a confermare la dinamicità della borsa milanese c’è poi anche il fatto che, tra aprile e giugno, l’indice si è attestato sui livelli più elevati dal 2008.
Il semestre ha visto una crescita del 19,9% del controvalore degli scambi di azioni di società quotate vigilate dalla Consob. Questo è passato a 338 miliardi di euro dai 282 miliardi dello stesso periodo del 2023. In deciso aumento, poi, il volume delle negoziazioni su titoli di Stato della Repubblica Italiana, che hanno chiuso i sei mesi con un balzo del 58%. Il controvalore dei bond governativi passati di mano sulle piattaforme nazionali è salito nel semestre a 3.189 miliardi, dai 2.014 dell’anno scorso. Segno più anche per gli scambi di obbligazioni di emittenti italiani diverse dai titoli di Stato e quelli di strumenti derivati cartolarizzati, che segnano un allungo rispettivamente dell’8% e del 5%. In lieve flessione, invece, le posizioni nette corte (PNC), l’indicatore che rileva l’andamento delle vendite allo scoperto su azioni quotate italiane, scese a fine giugno allo 0,8% della capitalizzazione totale, dallo 0,9% di un anno prima. Per le società del settore finanziario il dato evidenzia un calo allo 0,5% dallo 0,6%.
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Infine, l’Authority segnala che anche nei primi sei mesi di quest’anno è proseguita la tendenza delle società italiane a lasciare la Borsa. Un fenomeno che, viene sottolineato nel report, contraddistingue non solo il listino milanese, ma tutti i mercati finanziari maturi in Europa e nel Nordamerica. Negativo a Milano (-3%) il saldo tra entrate e uscite sul listino principale, Euronext Milan, dove a fronte di una new entry si sono registrati quattro delisting. Sale a 205 quindi il numero delle imprese con titoli negoziati sull’EGM, con un saldo positivo di quattro società, di cui una estera. Invariato a 433 il numero totale delle quotate o negoziate al 30 giugno su Euronext Milan, EGM e Vorvel. Di queste, 427 sono italiane, contro le 428 di fine 2023.
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