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Economia Ue stabile con occupazione in crescita. Visco contro i falchi: “Non apprezzo dichiarazioni su rialzi prolungati dei tassi”. Ma Lagarde:“Whatever it takes contro l’inflazione”
All’indomani della svolta hawkish della Federal Reserve, ad attirare i timori dei mercati è di nuovo l’Eurozona, dove nell’ultimo trimestre del l’occupazione è aumentata ma a fronte di una crescita stagnante. Uno scenario che rafforza i timori per una politica monetaria più aggressiva da parte della Bce, con i falchi sempre più vicini a prendere il sopravvento sulle colombe. Intanto il governatore di Banca Italia, Ignazio Visco, attacca il falchi dell’Eurotower ma presidente Christine Lagarde tira dritto: “Whatever it takes per fermare l’inflazione”.
Crescita al palo e occupazione in aumento
Stando ad Eurostat, che ha rivisto al ribasso la stima precedente, nel quarto trimestre 2022 il Pil è rimasto stabile nell’Area dell’euro ed è diminuito dello 0,1% nell’Ue rispetto ai tre mesi precedenti. Su base tendenziale, c’è stato invece un aumento dell’1,8%, appena sotto le stime ferme a un +1,9%. Per l’intero anno, la crescita risulta quindi del 3,5% sia nell’Eurozona che nell’Unione, dopo il +5,3% e il +5,4% del 2021. Dati che confermano come Eurolandia abbia evitato di un soffio la recessione tecnica. A mettere a segno il risultato trimestrale migliore è stata la Grecia (+1,4%), seguita da Malta (+1,2%) e Cipro (+1,1%). I cali più pesanti si sono invece registrati in Polonia (-2,4%), Estonia (-1,6%) e Finlandia (-0,6%).
Più nel dettaglio, nell’ultimo trimestre dell’anno scorso, la spesa domestica dei consumatori è scesa dello 0,9% nell’Eurozona mentre le spese governative sono aumentate del 0,7%. Le esportazioni sono salite dello 0,1% a fronte di importazioni calate dell’1,9%. Eurostat ha anche reso noti i dati sull’occupazione che, seppure rivisti al ribasso, svelano un aumento delle persone impiegate del 0,3% nel trimestre rispetto a quello precedente. Su base tendenziale, il dato è salito dell’1,5%.
Visco attacca ma per Lagarde è ancora linea dura
Quanto alle future mosse della Bce, che preoccupano i mercati in vista del meeting della prossima settimana, è intervenuto direttamente il governato di Bankitalia Ignazio Visco. E lo ha fatto criticando apertamente i falchi dell’Eurotower. “Non apprezzo le dichiarazioni dei miei colleghi sui rialzi prolungati dei tassi”, ha detto, sottolineando come la grave situazione geopolitica renda molto difficile prevedere i futuri andamenti macroeconomici. “La politica monetaria dovrà quindi continuare a muoversi con prudenza, facendosi guidare dai dati. Senza mettere a rischio la stabilità finanziaria e minimizzando gli effetti negativi sull’ancora fragile ripresa”, ha avvertito Visco. Parole ignorate da Christine Lagarde, che ha ribadito la linea dura. Come capo della banca centrale ho un compito di importanza critica, ha detto, ed è la stabilità dei prezzi “che significa combattere l’inflazione generata dalla crisi energetica e alimentata dalla terribile guerra in Ucraina”. “So che le prime vittime del carovita sono i meno privilegiati, i più vulnerabili, le donne. Per questo faremo tutto quello che servirà per combatterla e ristabiliremo la stabilità dei prezzi”, ha scandito.
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La view dei gestori
Dichiarazioni e dati sullo stato di salute dell’economia dell’Eurozona hanno inevitabilmente influenzato la view dei gestori. Secondo Federico Vetrella, market strategist di Ig Italia, anche alla luce del “fisiologico rallentamento” della crescita, le prospettive future sono ora più ottimistiche grazie a un’occupazione che continua a rimanere forte nonostante la politica restrittiva della Bce. “L’inflazione standard ha intrapreso un forte trend discendente grazie al ribasso dei prezzi delle materie prime energetiche anche se la componente core, che esclude i panieri dei beni alimentari ed energetici, continua a rimanere trincerata nell’economia ad un livello elevato”, spiega l’esperto. Che aggiunge: “L’atteggiamento dell’Eurotower resta quindi aggressivo sui tassi di interesse in modo da abbassare le aspettative di inflazione del mercato e raffreddare l’attività economica per riportare le pressioni inflazionistiche al target ottimale del 2%”.
Per il market strategist di Ig Italia, Lagarde e colleghi hanno ancora molto lavoro da fare e i mercati, anche visti i recenti atteggiamenti della Fed, si attendono una continuazione della politica monetaria con un tasso terminale che sarà più alto di quanto stimato. “La Bce potrebbe dunque continuare ad incrementare il costo del denaro nelle prossime due riunioni con aumenti da 50 punti base per poi prendersi una pausa in modo che l’economia reale ne sortisca gli effetti. L’obiettivo finale rimane il tanto sospirato soft landing, in cui le condizioni economiche vengono ridotte a tal punto da frenare l’inflazione ma non tanto da cadere in recessione”, avverte Vetrella.
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Gero Jung, chief economist di Mirabaud Am, ritiene invece possibile un tasso finale del 4%. “Gli ultimi dati sull’inflazione sono solidi e suggeriscono che la Bce aumenterà ulteriormente la stretta, non solo durante la prossima riunione di marzo. Sebbene la mossa di 50 punti base di questo mese sia pienamente prevista, ora ci aspettiamo un altro incremento durante la riunione di maggio”, afferma. Nel medio periodo, però, Jung continua ad avere una visione più moderata. “In primo luogo, ricordiamo che a partire da marzo, importanti effetti base porteranno a numeri dell’Indice nazionale dei prezzi al consumo più bassi. Inoltre, prevediamo un rallentamento dell’economia entro la fine dell’anno e continuiamo a intravedere una lieve recessione negli Stati Uniti. Infine, vediamo che gli indicatori generali, compresa la fiducia dei consumatori, rimangono a livelli bassi”, conclude.
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