2 min
Il sistema dei Piani Individuali di Risparmio si presenta all’appuntamento con la modifica della normativa che ne permette la riapertura con un patrimonio di 18,5 miliardi di euro (al 30 settembre 2019) ripartito tra 69 fondi
La nuova modifica regolamentare prevede la sostituzione dei due vincoli – di almeno il 3,5% degli investimenti da destinare a società quotate sull’Aim e dell’altro 3,5% al venture capital – con un unico obbligo di riserva del 3,5% del valore complessivo dello strumento in società di medio-piccola capitalizzazione, diverse da quelle inserite nell’indice Ftse Mib e Ftse Mid Cap della Borsa Italiana o in indici equivalenti in altri mercati regolamentati.
Nel complesso, l’impatto sinora fatto registrare dai Pir sui segmenti di mercato azionario meno capitalizzati è stato più che positivo. A fine giugno 2019 le partecipazioni detenute dai Pir rappresentano il 10% del flottante del segmento Aim e l’8% del segmento Small Cap. In termini assoluti le risorse ammontano a circa 760 milioni di euro.
Già conformi
Facendo riferimento alla proposta oggetto di modifica, la metà dei Pir esistenti è già conforme al vincolo introdotto dal decreto fiscale collegato alla legge di bilancio per il 2020, con una quota media destinata alle imprese dell’Aim e dello Small Cap pari al 7,5%. I fondi Pir attualmente non del tutto conformi evidenziano un gap stimato in circa 180 milioni di euro, cifra comunque inferiore al 2% delle loro masse in gestione.
Focalizzando l’attenzione sui portafogli dei singoli fondi Pir compliant emerge un atteggiamento contrapposto nelle scelte di investimento da parte delle società di gestione. Si riscontra, tra i gestori appartenenti ai decili più bassi (in termini di masse gestite), una maggiore propensione all’investimento nei segmenti di mercato azionario meno capitalizzati con pesi relativi che in alcuni casi raggiungono il doppio di quelli registrati tra i gestori più grandi.
Boom di Ipo, Aim ringrazia
In linea generale, si può affermare che i Pir hanno svolto un ruolo centrale nel vivacizzare l’operatività dei mercati finanziari italiani, soprattutto quelli azionari. Accanto alle confortanti cifre sui volumi investiti, l’avvento dei Pir ha senza dubbio contribuito anche all’incremento registrato nel numero di quotazioni nel segmento Aim, quello dedicato alle Pmi ad alto potenziale di crescita. Dal 2017, infatti, si sono contate circa 70 Ipo per un controvalore di raccolta in equity pari a 2,5 miliardi di euro.
Concentrandosi sul mercato obbligazionario, la componente investita dai Pir in bond emessi da piccole e medie società risulta ancora marginale. Si è infatti privilegiato l’acquisto di bond emessi da grandi aziende, anche non quotate. Il mercato obbligazionario offre quindi una rilevante opportunità di crescita in termini di volumi, potendo nel medio termine raggiungere lo stesso grado di maturazione dei mercati azionari. Il vincolo proposto dall’emendamento andrebbe quindi nella giusta direzione e, analogamente a quanto visto sul segmento Aim, i Pir potrebbero rappresentare il definitivo volano per la crescita dello strumento del minibond ossia i titoli obbligazionari a taglio ridotto emessi dalle pmi.
La mappa degli investitori retail
Il patrimonio informativo di Assogestioni offre la possibilità di effettuare delle analisi sul numero dei sottoscrittori di fondi Pir compliant e sulle loro scelte di investimento. La stima di fine 2018 dà conto di oltre 880 mila investitori di fondi Pir italiani; includendo la fetta dei Pir esteri la stima supera il milione di unità. Si tratta di un numero record, che supera di gran lunga le previsioni governative che stimavano in 180 mila i piani attivati alla fine del 2018. Il controvalore investito medio è di circa 12.100 euro, importo di poco inferiore alla metà del limite massimo investibile in ciascun anno che è pari a 30.000 euro.
Questi dati testimoniano il notevole successo riscosso nei primi due anni di vita dai Pir presso i risparmiatori italiani, i quali possono accedere a uno strumento fiscalmente vantaggioso con soglie di ingresso ridotte potendo nel contempo sfruttare le caratteristiche di questo prodotto come tassello in una più ampia ottica di gestione del proprio portafoglio.