Pir, via libera al rilancio dal 2020
Passa l’emendamento che di fatto annulla la riforma dello scorso anno. Via il venture capital dagli investimenti. Mentre le casse potranno investire in più di un piano
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Per i Pir il 2020 potrebbe davvero essere l’anno della resurrezione.
Dopo mesi di trattative le forze politiche hanno trovato l’accordo sui Piani individuali di risparmio con bonus fiscale che nella prima versione avevano raccolto 11 miliardi di euro nel 2017, 3,49 miliardi nel 2018 e che quest’anno – dopo l’introduzione con la legge di bilancio per il 2019 dei due vincoli del 3,5% degli investimenti da destinare a società quotate sull’Aim e del 3,5% al venture capital – sono in rosso per 717 milioni (dati Assogestioni al 30 settembre).
Lunedì scorso è stato approvato un emendamento molto più in linea con lo spirito iniziale della legge, che di fatto annulla la riforma dello scorso anno cancellando in particolare il venture capital dagli investimenti vincolati dei Pir.
L’emendamento, con primo firmatario Sestino Giacomoni – vice presidente della Commissione finanze della Camera, deputato in quota a Forza Italia e consulente finanziario di Banca Mediolanum attivo a Roma – è stato approvato all’unanimità da tutte le forze politiche in Commissione.
Ora il testo, inserito nel dl fiscale, deve passare alla Camera in prima lettura per poi approdare in Senato. Il via libera è atteso prima di Natale, e da gennaio le Sgr potranno muoversi per aggiornare gli attuali 69 fondi Pir (il cui patrimonio ammonta a 18,5 miliardi — dati Assogestioni) alle nuove varianti.
L’emendamento prevede che il 30% del fondo sia libero di essere investito in base alle decisioni del gestore e del regolamento (dunque anche in titoli di Stato, ad esempio Btp), mentre almeno il 70% del patrimonio deve confluire in strumenti finanziari emessi da imprese italiane o europee ma con stabile organizzazione in Italia, senza limiti nella grandezza della società.
Un quarto (25%) del 70% è destinato a strumenti finanziari (equity o debito) di imprese diverse da quelle inserite nell’indice Ftse Mib o equivalenti di altri mercati regolamentati. Vincolo, questo, che nelle attese degli analisti andrà soprattutto a favore del segmento Star di Borsa Italiana.
La novità è che almeno il 5% del 70% deve essere investito in strumenti finanziari di imprese diverse da quelle inserite nell’indice Ftse Mib e Ftse Mid (le mid cap), e quindi potrà essere veicolato sull’Aim, il segmento delle società a più piccola capitalizzazione.
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Assogestioni, l’associazione che rappresenta la maggior parte delle società di gestione del risparmio italiane e straniere attive nel Paese, giudica positivamente l’emendamento sui Pir – sebbene le misure potrebbero ovviamente ancora essere soggette a cambiamenti durante la discussione parlamentare.
“L’industria del risparmio gestito accoglie con grande favore l’approvazione dell’emendamento al dl Fisco che rimuove le limitazioni ai Piani individuali di risparmio introdotte dalla legge di Bilancio dello scorso anno”, commenta Fabio Galli, direttore generale di Assogestioni.
“In attesa dei successivi sviluppi parlamentari”, prosegue Galli, “questo passaggio rappresenta un segnale molto apprezzabile di collaborazione tra le forze politiche ai fini del rilancio di un meccanismo fondamentale di incentivo del risparmio di lungo termine delle famiglie verso l’economia reale del Paese”.
La proposta approvata alla Camera “risulta in linea con i profili di liquidità dei Pir costituiti in fondi aperti”, rileva Alessandro Rota, direttore dell’ufficio studi di Assogestioni, in merito all’intervento correttivo. “Se approvata in via definitiva anche in Senato, la norma va nella giusta direzione per la ripresa di un mercato che si era bruscamente fermato nel 2019”, sottolinea Rota.
La riforma rimuove anche il vincolo di unicità per gli investimenti in Pir da parte di casse e fondi pensione. “Apprezziamo che sia stata risolta in sede normativa una questione più volte sollevata in via interpretativa da Assogestioni, ossia l’inapplicabilità ai fondi pensione e alle casse di previdenza del principio di unicità del Pir” commenta Arianna Immacolato, direttore del settore fiscale di Assogestioni.
“Questo consente di aumentare le possibilità di investimento di questi soggetti nei Piani individuali di risparmio, sempre nel limite del 10% dell’attivo patrimoniale”, precisa Immacolato.
“Crediamo che l’emendamento sia molto positivo per il rilancio dei prodotti Pir, e che possa consentire una ripartenza della raccolta” osserva Luigi de Bellis, co-responsabile dell’ufficio studi di Equita.
“Il limite del 5% ex FTSE MIB e FTSE MID”, prosegue l’analista, “avrebbe il vantaggio di generare maggior flussi e migliorare la liquidità soprattutto con riferimento alle piccole imprese. Ricordiamo che i Pir prevedono l’esenzione ai fini d’imposta per le somme investite soggette ai vincoli di destinazione”.
Come riporta MF Andrea Randone, head of mid and small caps research di Intermonte Sim, si attende “che il settore delle pmi tragga forti benefici dai nuovi fondi a partire dal 2020”. Lo specialista ha calcolato che con il nuovo testo, in relazione alla quota minima da destinare alle small cap, saranno 267 le società investibili dai fondi Pir di ultima generazione, di cui 144 hanno una capitalizzazione di mercato inferiore a 50 milioni, 119 fra 50 e 500 milioni e solo quattro fra 500 e 1 miliardo di euro, per una capitalizzazione di mercato complessiva di 25,96 miliardi di euro.
Nel complesso gli afflussi netti stimati da Intermonte per il 2020 ammontano al 3,52 miliardi, di cui 3,2 miliardi di nuova raccolta e 989 milioni derivanti dai piani di accumulo dei Pir nati nel 2017. Nel 2021 le attese sono per 4,072 miliardi di afflussi e nel 2022 per 4,54 miliardi.
Questo può rappresentare un notevole volano per gli indici di Star (segmento titoli ad alti requisiti) e Aim, che hanno registrato performance, da gennaio, inferiori all’indice Ftse Mib per il 10% e per il 5%.
Intermonte ha calcolato poi che del totale di 267 titoli considerati, 52 appartengono allo Star e 133 all’ Aim (praticamente tutti quelli che lo compongono).
