Pir, pronto il vincolo unico del 5%
Oggi il voto in commissione sull’emendamento della maggioranza. Per de Bellis di Equita si tratta di una riforma molto positiva per il rilancio dei Piani individuali di risparmio
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Il 2020 sarà l’anno del ritorno dei Pir. La commissione Finanze alla Camera ha infatti dato il via libera unanime all’emendamento di Sestino Giacomoni (Forza Italia), riformulato dai due relatori Carla Ruocco (M5S) e Gian Mario Fragomeli (Pd), con il quale vengono di fatto annullate le modifiche alla normativa originaria sui Piani individuali di risparmio introdotte con la legge di Bilancio dello scorso anno.
Le principali novità sblocca-Pir sono sostanzialmente due. La prima riguarda la sostituzione dei due vincoli, di almeno il 3,5% degli investimenti da destinare a società quotate sull’Aim e dell’altro 3,5% al venture capital, con un unico obbligo di riserva del 5% del valore complessivo dello strumento in società di medio-piccola capitalizzazione, “diverse da quelle inserite nell’indice Ftse Mib e Ftse Mid cap della Borsa Italiana o in indici equivalenti in altri mercati regolamentati”. Sparisce quindi il riferimento al venture capital mentre una parte degli investimenti dei piani (il 5% della quota del 30% destinata all’economia reale) dovrà essere destinata alle piccolissime imprese.
La seconda novità riguarda le Casse previdenziali e i fondi pensione, cui sarà permesso di investire in più di un piano anche se sempre nel limite del 10% del patrimonio.
La riforma, che salvo sorprese entrerà in vigore dal prossimo primo gennaio, secondo Giacomoni potrà arrivare a movimentare fino a 150 miliardi in dieci anni. Restano ora da scogliere solo i nodi delle ritenute sugli appalti e delle manette agli evasori, per i quali all’interno della maggioranza si tratta ancora con la speranza di arrivare a un punto di sintesi sulle possibili modifiche.
