Frascà (First Advisory): “Polizze vita contro eventuali patrimoniali”
9 aprile 2020
di Cinzia Meoni
3 min
Sarà l’ultimo baluardo a cadere a giudizio di Frascà e, in ogni caso, i vantaggi che porta sotto il profilo fiscale sono numerosi
Giuseppe Frascà, socio di First Advisory
Patrimoniale in vista? Le polizze vita, Ramo I e Ramo III ad architettura aperta, potrebbero essere uno strumento per cercare riparo nel caso in cui l’incubo peggiore degli italiani dovesse prendere forma. “Se mai dovesse esserci una patrimoniale le polizze vita saranno l’ultimo baluardo a ‘cadere’. E nel frattempo garantiscono vantaggi sicuri” spiega Giuseppe Frascà, socio di First Advisory, intermediario assicurativo indipendente specializzato nel Private Life Insurance con oltre 16 miliardi di polizze intermediate.
Per ora si tratta solo di un timore ricorrente per tutti quelli che, nella notte tra il 9 e il 10 luglio del 1992 si videro decurtare da Giuliano Amato il 6 per mille delle proprie ricchezze custodite sui conti correnti bancari per “salvare la lira”. All’epoca servivano 8mila miliardi di lire, circa 4,2 miliardi di euro, su una manovra da 30, oggi per salvare l’economia italiana dalle conseguenze della pandemia…qualcuno di più. E gli oltre 1400 miliardi di euro di liquidità custoditi in banca dagli italiani sono sempre più spesso sottolineati dai partner europei.
In questo scenario di incertezza potrebbe essere una buona idea iniziare a pensare a destinare parte dei propri risparmi a una polizza vita. Lo spiega a Focus Risparmio Frascà.
Quali sono i benefici di una polizza vita intesa come strumento di investimento? “La sottoscrizione di una polizza vita comporta almeno tre vantaggi: il differimento delle imposte sul capital gain al momento del riscatto (imposta di bollo allo 0,20%, peraltro assente nelle polizze vita Ramo I a capitale garantito); patrimonio non aggredibile da eventuali creditori e segregato, quindi non coinvolto da un eventuale fallimento della compagnia assicurativa; e, infine, l’esenzione da imposte di successione”.
Ritiene invece che vi siano potenziali rischi?
L’eventuale rischio è il rischio Paese. Per questo sono sempre più numerosi i clienti “private” che si orientano su polizze comunitarie, in particolare lussemburghesi, che pur rimanendo soggette fiscalmente all’Italia, mantengono il patrimonio depositato in un Paese a tripla A.
A cosa è dovuto questo regime, per così dire, di favore goduto dalle polizze vita?
I dati parlano chiaro: a fine 2019 dei 736 miliardi di riserve tecniche vantati dalle compagnie italiane, 530 erano relativi al Ramo I, polizze a capitali garantito prevalentemente investiti in titoli di debito italiani. Quello tra stato e compagnie assicurative è sempre stato un rapporto a doppio filo stretto intorno ai Btp.
In caso di patrimoniale ritiene quindi che le polizze vita possano garantire un riparo agli investitori?
Impossibile saperlo prima: è tuttavia probabile che lo stato vada ad attingere ai risparmi investiti in polizze vita solo come estrema ratio, tanto più che ritengo che vi siano prima due bacini a cui poter ricorrere: i conti correnti e le tasse di successione che in Italia sono particolarmente basse rispetto al resto del mondo.
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