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Calo demografico, invecchiamento progressivo, aumento dell’aspettativa di vita e contrazione del mercato del lavoro: il sistema pensionistico pubblico italiano incespica nell’inseguire le nuove connotazioni della società. Cresce intanto la previdenza complementare. Su FR|Vision un format promosso da Allianz Bank Financial Advisors ne analizza l’impatto sul futuro dei risparmiatori
Il sistema pubblico pensionistico italiano è in difficoltà – è noto – a causa non solo del calo demografico e dell’invecchiamento progressivo della popolazione, ma al contempo dell’aumento dell’aspettativa di vita, che, stando ai dati Istat, in Italia è passata da 83 anni nel 2020, a 84 nel 2024. Stando alla dodicesima edizione del rapporto ‘Il Bilancio del Sistema Previdenziale italiano. Andamenti finanziari e demografici delle pensioni e dell’assistenza per l’anno 2023′ redatto da Itinerari Previdenziali, nel 2023 il sistema previdenziale italiano ha mostrato un incremento significativo della spesa pensionistica, che ha raggiunto 267,1 miliardi di euro, rispetto ai 247,6 miliardi del 2022. Un incremento decisamente più rapido delle entrate contributive con un saldo previdenziale che continua a tendere in negativo.
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Tuttavia, se a livello pubblico le difficoltà esistono e impattano specialmente sulle nuove generazioni (tanto più se si guardano i dati sul mercato del lavoro), la previdenza complementare si pone come giusto alleato per pianificare la propria stabilità finanziaria del futuro. La redazione di FocusRisparmio approfondirà questo tema in “Alleati per il futuro”, il format promosso da Allianz Bank Financial Advisors. Con piglio pop – grazie a sondaggi creati ad hoc e vox populi – una volta al mese e per otto puntate, gli esperti della società, assieme a economisti, analisti, docenti universitari, analizzeranno diversi aspetti del tema: dall’importanza di iniziare presto a versare i propri contributi, fino agli incentivi fiscali o alle strategia di investimento.
Guarda il primo episodio il 27 marzo alle ore 11:00 in diretta streaming su FR|Vision

Rischio collasso
Il report di Itinerari Previdenziali prevede che senza interventi strutturali il sistema possa collassare, arrivando al punto di non riuscire più a fornire pensioni adeguate. Ad esempio, si legge nel documento, nel 1995 per ogni 2,5 lavoratori corrispondeva un pensionato. Il rapporto si è assottigliato nel 2023, anno a cui fa riferimento la ricerca, arrivando a 1,4. La previsione è che arrivi a 1,2 entro il 2050. L’indagine avverte sui pericoli che un disavanzo previdenziale di tale portata, quello che nel 2023 ha raggiunto 30,4 miliardi di euro, può portare: ovvero un aumento della tassazione per finanziare le pensioni, una riduzione di altre spese pubbliche e un innalzamento del debito pubblico, con il rischio di maggiori costi. A lungo termine tutto ciò porterebbe a riforme pensionistiche più drastiche in futuro.
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Previdenza complementare
Tralasciando gli interventi che il documento chiede alle istituzioni e prendendo per assodato lo scenario appena descritto, al risparmiatore non resta che mettersi al riparo in previsione di futuri incerti. La previdenza complementare può essere utile e il suo ruolo si rivela sempre più fondamentale in termini di integrazione, fa sapere l’indagine.
Vantaggi evidenti
In particolare, il testo evidenzia come aderire alla previdenza complementare fin da giovani migliori significativamente l’assegno pensionistico finale e lo dimostra analizzando il tasso di sostituzione, cioè il rapporto tra la prima pensione e l’ultimo reddito da lavoro, considerando sia previdenza obbligatoria che complementare. Il risultato è chiaro: per i lavoratori dipendenti, l’integrazione della previdenza complementare aumenta il tasso di sostituzione fino a 14,2 punti percentuali; per i lavoratori autonomi, il miglioramento è ancora più significativo, fino a 16,6 punti percentuali. Ma i vantaggi sono diversi, se si parte anche dal presupposto che la previdenza complementare è un settore in crescita, come fa sapere lo stesso rapporto, con le adesioni che continuano ad aumentare. Infatti, nel 2023, i contributi versati alla previdenza complementare sono cresciuti del 5,2%, raggiungendo i 19,178 miliardi di euro.
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