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“I clienti richiederanno una transizione verso un modello one-stop-shop”. Lo dice uno studio della società di consulenza Cerulli Associates
Le difficoltà di trovare rendimenti nei mercati finanziari e la volatilità collegata all’aleatorietà della ripresa spingono sempre più investitori facoltosi verso gli asset alternativi.
Secondo un sondaggio condotto dalla società di consulenza Cerulli & Associates, nei prossimi dodici mesi il 38% delle private bank europee prevede di aumentare la propria allocazione verso il private debt (il debito delle società non quotate) e il 45% in private equity (il capitale di rischio delle società non quotate). Inoltre, circa un quarto (23%) intende incrementare l’allocation strategica verso le infrastrutture.
“Il canale del private banking rappresenterà un’importante risorsa per gli asset manager europei nei prossimi anni, sia per quelli tradizionali ma soprattutto per quelli alternativi”, spiega Fabrizio Zumbo, associate director e head of research european asset & wealth management per Cerulli Associates.
Secondo l’esperto, per i clienti private non conta solo la performance nel momento di valutare un investimento, ma “anche la narrativa che c’è dietro un prodotto”. “Per questo motivo per molti asset manager la specializzazione della value proposition è sempre più un driver di successo – spiega Zumbo – e molti clienti richiedono la transizione verso un modello one-stop-shop”.
Come cambia l’asset allocation della clientela private
Ad oggi i clienti delle private bank europee preferiscono esporsi su mercati maturi come Usa (25%) e Europa (24%) anche se “queste percentuali diminuiranno nei prossimi due anni”, sottolineano da Cerulli. Nei portafogli di questo tipo di clienti vedremo sempre più Etf, prodotti Esg e asset alternativi.
ETF. “I private sono diventati più sensibili al tema dei costi e alle pressioni normative”, spiega Zumbo, “questo insieme di elementi segna l’ascesa degli Etf anche nelle loro preferenze”. Oggi l’esposizione della clientela private europea agli etf p del 18% e secondo le previsioni della società di consulenza potrebbe arrivare al 25,7% nel 2022. Da Cerulli Associates si aspettano un boom di richieste per i prodotti Smart beta.
ESG. “Non è una sorpresa per noi che gli investimenti Esg siano una delle grandi aree di crescita nel settore awm in Europa e nel mondo”, dice Zumbo. E secondo il sondaggio condotto dalla società, il 40% degli asset manager europei si aspetta di veder salire la domanda di prodotti sostenibili (Esg e/o Sri) nei prossimi due anni.
Il 55% ritiene che il maggior driver della crescita dell’Esg sia proprio la domanda di questi prodotti; poco meno della metà pensa che siano utili per mitigare i rischi e il 22,5% pensa che produrre un’offerta in tal senso sia un’ulteriore opportunità per creare alpha nei portafogli.
Il 40,8% dei fund manager intervistati si aspetta che la domanda Esg possa provenire da clineti di banche private, mentre il 43% pensa che possa derivare da società di wealth management indipendenti.