Il Covid non ferma private equity e venture capital
Nel 2020 la raccolta è salita del 32% a 2.072 milioni. In calo del 9% a 6.597 milioni gli investimenti. Boom di operazioni su infrastrutture e venture capital. Il bilancio Aifi
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Le parole chiave sono quattro: fondo di fondi, moratoria sui debiti, risparmio e infrastrutture. Nel suo intervento al convegno annuale dell’Associazione italiana del private equity, venture capital e private debt, il presidente Innocenzo Cipolletta detta l’agenda al governo per il rilancio delle imprese italiane stremate dalla crisi pandemica.
“Servono misure ad hoc – scandisce Cipolletta – . Abbiamo bisogno di incrementare la raccolta di risorse sul mercato attraverso un fondo di fondi che possa poi a sua volta dirigere i capitali sui soggetti investitori nell’economia reale, serve estendere la moratoria sui debiti aiutando anche l’accesso alla finanza alternativa, occorre allungare i termini per la crisi di impresa per permettere così alle aziende di avere il tempo necessario per riprendere l’attività e infine occorre investire nel comparto delle infrastrutture a beneficio non solo dei singoli ma anche delle attività imprenditoriali”.
Insomma, capitale pubblico e risparmio privato devono agire insieme. “Non è un momento – torna a ribadire il numero uno dell’Aifi – in cui il capitale pubblico è in concorrenza con quello privato ma in collaborazione: sono alleati per lo sviluppo e questa è la nostra funzione che la nostra industria intende fare al fine di portare il risparmio italiano verso le piccole e medie imprese affinché diventino sempre più forti e più capaci di resistere”.
Immediata la sponda da parte del presidente di Cassa Depositi e Prestiti, Giovanni Gorno Tempini. “Cdp, per la sua natura di investitore paziente di lungo periodo, è impegnata nello sviluppo dei segmenti di mercato del private equity, private debt e venture capital, coinvolgendo altri investitori, identificando opportunità di investimento per assicurare ritorni interessanti e, allo stesso tempo, favorire la crescita sostenibile del Paese”, assicura , sottolineando come il tessuto delle imprese italiane vada sostenuto con nuovi investimenti per favorire innovazione, crescita dimensionale, internazionalizzazione, con un focus su digitalizzazione e sostenibilità: i due grandi temi del Next Generation Eu.
Snocciolando i numeri, il presidente di Cdp evidenzia che la Cassa ha “un commitment di quasi 9 miliardi di euro in fondi alternativi, che grazie alle quote sottoscritte da altri investitori raggiungono una potenza di fuoco complessiva superiore ai 25 miliardi di euro”. L’obiettivo è “sviluppare Fondi di Fondi, che consentono una mobilitazione di risorse rapida per supportare percorsi di crescita sostenibile ed equilibrata, nonché la nascita e lo sviluppo di nuovi operatori nel mercato dei capitali”, osserva, sottolineando come gli investimenti di Cdp spazino “dalle infrastrutture al real estate dalle grandi imprese alle pmi e le startup”.
E sulla stessa lunghezza d’onda è anche Maria Bianca Farina, presidente dell’Ania, che garantisce come le assicurazioni siano pronte a fare la loro parte per aumentare l’ammontare investito in fondi alternativi e in particolare in progetti infrastrutturali. “Le compagnie hanno investito in maniera sempre crescente anche se non hanno raggiunto ancora ammontari consistenti”, fa notare la Farina, precisando quindi la necessità di interventi sul quadro regolamentare e riconoscendo che dal punto di vista della semplificazione il governo è al lavoro.
“Quando si parla di poca presenza delle assicurazioni in investimenti in equity delle pmi e non solo, ma sugli alternativi in genere, bisogna tenere conto che per le assicurazioni non è possibile investire in Pir su quelli che sono i prodotti tradizionali – chiarisce però la numero uno dell’Ania -. Un aiuto ci deve arrivare, ma gli assicuratori sono pronti a fare la loro parte”.
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