Nel primo semestre 2022 l’ammontare investito è aumentato del 139%. In forte crescita il settore delle infrastrutture. Ma la raccolta è in calo: 1,7 miliardi di euro, -40%
Nonostante le difficoltà dovute al contesto internazionale e nonostante il calo della raccolta, il mercato italiano del private equity e venture capital riesce comunque ad archiviare il primo semestre del 2022 con un record. Gli investimenti sono infatti saliti a 10,9 miliardi, in crescita del 139% rispetto ai 4,6 miliardi del primo semestre 2021. È quanto emerge dall’analisi condotta da Aifi, in collaborazione con PwC Italia, che sottolinea come si tratti del valore più alto mai raggiunto in un semestre nel mercato tricolore.
Raccolta in calo
Non va altrettanto bene, come si diceva, dal punto di vista della raccolta, che sul mercato e captive, cioè proveniente dalla casa madre, si ferma invece a 1.704 milioni di euro, in calo del 40% rispetto al primo semestre del 2021 che era stato caratterizzato da alcuni closing di dimensioni significative.
Fonte: “Il mercato italiano del Private Equity e Venture Capital” – Pwc e Aifi
Gli operatori che hanno effettuato un closing nel periodo sono stati 26, contro i 21 dell’anno precedente, mentre le fonti principali della raccolta sono state le assicurazioni (24%) i fondi pensione e le casse di previdenza (17%) e il settore pubblico, (12%). A livello geografico, l’82% dei capitali proviene da investitori domestici, mentre con riferimento al target di investimento, si prevede di investire il 55% dei capitali in buyout e il 23% in early stage.
Investimenti, corrono le infrastrutture
Per quanto riguarda gli investimenti, questi sono fortemente influenzati da alcune operazioni di dimensioni particolarmente elevate. Complessivamente, il numero di operazioni si è attestato a 338, in crescita del 34% rispetto alla prima parte del 2021 (253 investimenti). La metà dell’ammontare investito (il 49%), pari a 5,3 miliardi, arriva da operatori internazionali, mentre, complessivamente si sono chiusi 8 mega deal, di cui due nelle infrastrutture, tra cui l’operazione della cordata Cdp Equity-Blackstone-Macquarie su Autostrade per l’Italia.
Innocenzo Cipolletta, presidente di Aifi
“Il primo semestre dell’anno mostra una crescita importante dell’ammontare investito dal private equity sulle infrastrutture – evidenzia il presidente Aifi, Innocenzo Cipolletta -. Dall’altro lato preoccupa il crollo delle operazioni di expansion, dedicate allo sviluppo delle imprese, e rimangono ancora troppo poche quelle di turnaround, per il supporto alle aziende in tensione finanziaria. Nel venture capital l’intervento del governo e delle istituzioni ha permesso la crescita del settore. Occorre pensare a interventi attraverso fondi di fondi, che aiutino la finanza alternativa a crescere per poter essere un valido supporto all’economia reale”.
Fonte: “Il mercato italiano del Private Equity e Venture Capital” – Pwc e Aifi
Nel dettaglio, il segmento dell’early stage (investimenti in imprese nella prima fase di ciclo di vita, seed, startup, later stage) è cresciuto del 50% in ammontare (442 milioni di euro) e del 63% per numero di operazioni, 210. Il buyout (acquisizioni di quote di maggioranza o totalitarie) ha registrato un aumento dell’86% per ammontare, pari a 3,6 miliardi, e del 24% per numero, pari a 87. L’expansion (investimenti di minoranza in aumento di capitale finalizzati alla crescita dell’azienda) ha registrato, invece, una diminuzione dell’attività, con solamente 186 milioni di euro (contro i 299 milioni del I semestre del 2021, -38%), investiti in 15 operazioni (-35%).
Per quanto riguarda le infrastrutture, gli investimenti sono cresciuti in modo significativo in termini di ammontare, pari a 6,5 miliardi di euro (+227%), grazie soprattutto all’operazione su Aspi, mentre il numero di operazioni si è attestato a 15 (contro i 25 dello stesso periodo dell’anno precedente, -40%).
“Anche al netto del segmento delle infrastrutture, i dati del primo semestre 2022 mostrano una notevole crescita (+71%) rispetto al 2021 – precisa Francesco Giordano, private equity leader di PwC Italia –. Continua la crescita dei buyout, sia in termini di numero di operazioni (+24%) che in termini di ammontare investito (+86%), che fanno registrare il record di sempre a livello semestrale”.
Aumentano i disinvestimenti
Sempre lato investimenti, dal punto di vista delle dimensioni delle imprese, prevalgono ancora una volta le aziende con meno di 50 milioni di fatturato, che rappresentano l’81% del numero totale (72% nel primo semestre del 2021). Per quanto concerne la distribuzione settoriale, in termini di numero, nel comparto ICT sono state realizzate 77 operazioni (23% del totale), nel settore dei beni e servizi industriali 40 (12%) e nei servizi per il consumo 37 (11%).
In termini di distribuzione geografica, il 76% delle 314 operazioni realizzate nel primo semestre in Italia è stato realizzato al Nord (pari a 237 investimenti), il 16% al Centro (51) e il restante 8% al Sud e Isole, che totalizza 26 investimenti. A livello regionale, in linea con gli anni precedenti, la Lombardia si è classificata al primo posto in termini di numero di operazioni (123, pari al 39% del totale), seguita dall’Emilia Romagna (35, 11%).
Fonte: “Il mercato italiano del Private Equity e Venture Capital” – Pwc e Aifi
Con riferimento ai disinvestimenti, nel corso del primo semestre 2022 ne sono stati realizzati 49, un numero che segna una crescita del 14% rispetto al 2021, quando erano 43. L’ammontare disinvestito, calcolato al costo storico di acquisto, si è attestato a 1.483 milioni di euro, contro i 697 milioni del primo semestre del 2021 (+113%). Nella distribuzione dei disinvestimenti per tipologia, nel primo semestre ha prevalso la vendita a soggetti industriali in termini di numero, 24, pari al 49% del numero totale, mentre in termini di ammontare disinvestito, la cessione a altri operatori di private equity (698 milioni di euro) si è classificata al primo posto con il 47% del totale.
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