Aifi-PwC: +77% rispetto al 2023. Crescono anche gli investimenti: +83% a 15 miliardi. Merito del ritorno dei mega deal. In calo le operazioni di expansion
Dopo un 2023 da dimenticare, per il private equity e il venture capital italiani il 2024 passa in archivio come l’anno della ripartenza. La raccolta ha infatti segnato un balzo a 6,67 miliardi di euro, di cui 5,9 miliardi raccolti sul mercato, in crescita del 77% rispetto ai 3,77 miliardi dei dodici mesi precedenti chiusi con un calo del 36%. Il bilancio arriva dall’analisi dall’Associazione italiana del private equity, venture capital e private debt (Aifi) e PwC Italia, stando alla quale anche gli investimenti sono aumentati in maniera decisa. Hanno infatti raggiunto il secondo ammontare più alto di sempre, quasi 15 miliardi, complice il ritorno dei mega deal, anche se sono arretrati quelli destinati allo sviluppo delle aziende già consolidate.
Fondi pensione e settore pubblico trainano la raccolta
Gli operatori che nel 2024 hanno svolto attività di fundraising sono stati 42, più dei 35 dell’anno precedente. Quanto alla provenienza geografica dei fondi raccolti sul mercato, la componente domestica ha rappresentato il 66%, mentre il peso di quella estera è stato del 34%. A livello di fonti, il 17% della raccolta deriva da fondi pensione e casse di previdenza (984 milioni di euro), seguiti dal settore pubblico (16%, 937 milioni) e dai fondi di fondi privati (10%, 577 milioni).
Investimenti su dell’88%: tornano i mega deal
Ottimo risultato anche sul fronte degli investimenti, il cui ammontare è salito dell’83% a quota 14,9 miliardi. Merito per buona parte del ritorno di investimenti di dimensioni elevate, sia nel comparto delle infrastrutture sia in quello dei buy out, che invece erano stati esigui nel 2023. Nel corso del 2024, infatti, sono stati realizzati dieci large deal e sei mega deal, che insieme hanno rappresentato il 59% dell’ammontare complessivo (8,8 miliardi). Nel 2023, invece, erano stati chiusi solamente sei large deal e quattro mega deal, per un peso del 36% del totale investito nell’anno (2,9 miliardi). Da sottolineare che le operazioni sotto i 150 milioni di euro (small e medium deal) hanno attratto 6 miliardi, toccando il valore più alto di sempre.
Il numero di operazioni si è attestato a 732, in lieve calo (-2%) rispetto alle 750 dell’anno precedente, trainate ancora una volta dall’attività di venture capital. Nel dettaglio, il segmento dell’early stage (seed, start up e later stage) ha mostrato una contrazione del 5% del numero di operazioni (437 nel 2024, contro 458 nel 2023) e una crescita del 22% dell’ammontare investito, passato da 762 a 927 milioni. I buy out, con 6.530 milioni e 185 operazioni (5.469 milioni e 170 investimenti nel 2023), si sono classificati al primo posto in termini di ammontare, pari al 44% del totale, con un aumento del 19%. Gli investimenti in infrastrutture sono stati 39 (-11% rispetto alle 44 operazioni del 2023), ma hanno attratto 6.162 milioni, contro i 937 milioni dell’anno precedente, grazie alla presenza di alcuni deal di dimensioni rilevanti. Nel segmento dell’expansion sono stati invece investiti 695 milioni, in calo del 26% (941 milioni), distribuiti su 56 operazioni (-18% rispetto alle 68 del 2023).
Disinvestimenti in aumento
Quanto all’origine geografica degli operatori, l’interesse dei soggetti internazionali per il nostro mercato rimane elevato: il 71% dell’ammontare complessivo viene infatti dall’estero (10.645 milioni). La regione che ha totalizzato la gran parte delle operazioni è la Lombardia con il 44% del numero degli investimenti, seguita da Lazio e Veneto (entrambe 8%). Infine, l’ammontare disinvestito al costo di acquisto delle partecipazioni è stato pari a 5.727 milioni, più che triplicato rispetto ai 1.730 milioni dell’anno precedente. Il numero di exit è stato pari a 157, +59%, mentre il canale maggiormente utilizzato è stato quello della vendita ad un soggetto industriale, sia in termini di numero con 62 exit (39% del totale), sia in termini di ammontare (2.513 milioni di euro), con un’incidenza del 44%.
Francesco Giordano, private equity leader di PwC Italia
“Il 2024 è stato un anno positivo per il private equity e venture capital italiano, con l’unico neo rappresentato dal capitale di sviluppo, che non è cresciuto, mentre il Paese ha bisogno di questo strumento per far crescere le proprie aziende”, ha sottolineato il presidente di Aifi, Innocenzo Cipolletta. “Oltre al ritorno dei large e mega deals va sottolineata la notevole crescita dei disinvestimenti e la crescita della raccolta, che sempre di più viene effettuata a livello domestico, dimostrando che anche i grandi investitori istituzionali italiani hanno compreso le potenzialità dell’asset class”, ha aggiunto Francesco Giordano, partner di PwC Italia e Private Equity leader.
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