Oltre 3 piani previdenziali su 4 investono Esg
Sono il 76%, in aumento costante. E più della metà estende gli investimenti sostenibili alla quasi totalità del patrimonio. La strategia Sri più adottata resta l’esclusione (27%). Cresce l’engagement
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Un fenomeno inarrestabile, che neppure il difficile contesto attuale è riuscito a frenare. È quello degli investimenti sostenibili, che piacciono sempre di più anche ai risparmiatori italiani. Se infatti il 79% li conosce o ne ha almeno sentito parlare, ben il 22%, quasi uno su quattro, ha già sottoscritto prodotti Sri. Lo rivela la ricerca “Risparmiatori italiani e transizione energetica”, realizzata dal Forum per la Finanza Sostenibile in collaborazione con BVA Doxa, dalla quale emerge l’accelerazione: lo scorso anno erano il 18% coloro che avevano scelto di investire sostenibile.
L’indagine ha coinvolto 1.400 risparmiatori che hanno investito nell’ultimo anno almeno 1.000 euro, di cui 510 con almeno 20.000 euro investiti, ed è stata presentata in apertura delle Settimane Sri.
D’altra parte il fenomeno Esg sta accelerando in ogni ambito, anche in quello dei private markets, dove gli investimenti in capitale naturale rappresentano una congiunzione tangibile con l’economia reale. A tale argomento sarà dedicata durante il Salone.Sri, evento nell’ambito delle Settimane Sri, una tavola rotonda moderata da FocusRisparmio (il 15 novembre, Sala Bramante, ore 10.40 – 11.40).
Stando alla ricerca, condotta con il sostegno di Bper Banca, Gruppo Bcc Iccrea, Lgim e Sella Sgr, il 2022 è caratterizzato da un maggior disorientamento e da un aumento della sfiducia verso le istituzioni nazionali e internazionali. E nella crescente incertezza, cautela e prudenza sono le parole chiave che continuano a indirizzare le scelte finanziarie.
La maggior parte dei risparmiatori predilige infatti investimenti a basso rischio o a rischio moderato, con un orizzonte temporale tendenzialmente più lungo rispetto al 2021. Solo il 4% dei rispondenti si orienta su investimenti a rischio elevato. Percentuale che sale al 9% per chi ha almeno 20.000 euro investiti.
Crescono, come si diceva, le sottoscrizioni di prodotti Sri. E oltre il 60% degli intervistati ritiene che i recenti eventi stiano mettendo maggiormente in luce gli investimenti sostenibili. Raggiunge poi l’87% (contro l’82% del 2021) la quota di risparmiatori che giudicano molto o abbastanza rilevante il ruolo dei temi Esg nelle scelte di investimento. In particolare, il 77% (contro il 72% del 2021) degli intervistati reputa importanti i rischi legati al cambiamento climatico.
Evidente è anche la maggiore proattività degli operatori finanziari: il 47% di chi conosce i prodotti ha ricevuto una proposta di sottoscrizione e il 53% ha ottenuto più informazioni sugli investimenti sostenibili. Inoltre i risparmiatori sottolineano anche di aver notato un aumento della competenza in materia di prodotti Sri tra gli operatori finanziari. Sale anche la percentuale di chi dichiara di affidarsi al supporto di un consulente, che passa dal 71% del 2021 al 76%. Il dato cresce all’83% tra chi ha almeno 20.000 euro investiti.
Gli eventi dell’ultimo anno (l’aumento dei prezzi dell’energia, lo scoppio della guerra in Ucraina e la caduta del governo) hanno insomma aperto una nuova fase di incertezza. Oltre l’80% si dice infatti molto o abbastanza preoccupato per l’aumento dei costi dell’energia e per l’inflazione. Tra le principali sfide da affrontare viene indicata la crisi energetica (62%), seguita dal carovita (48%) e dal cambiamento climatico (33%).
Quanto alla transizione energetica, nonostante negli ultimi mesi il tema sia stato spesso presente nei media, solo 2 risparmiatori su 10 dichiarano di conoscerlo bene, mentre il 55% degli intervistati afferma di avere una conoscenza superficiale in merito e il 22% ne ha solo sentito parlare.
La transizione energetica viene comunque vista da oltre la metà dei rispondenti (51%) come una trasformazione necessaria, i cui vantaggi e opportunità nel medio-lungo termine supereranno di gran lunga i costi nel breve termine. E circa l’80% del campione concorda sul fatto che potrà offrire opportunità di investimento e di lavoro, con la creazione di nuove competenze, anche se il 70% è convinto che gli effetti positivi si vedranno solo in futuro.
“Per noi la transizione ecologica è un processo di cambiamento positivo verso una drastica riduzione delle emissioni, una riduzione delle disuguaglianze e un rinnovato ruolo proattivo dei risparmiatori e degli investitori responsabili. Occorrono tempi certi, obiettivi chiari e una roadmap che sposti crescenti volumi di finanza sostenibile verso progetti e interventi concreti per affrontare l’emergenza climatica, economica e sociale”, sottolinea Francesco Bicciato, direttore generale del Forum per la Finanza Sostenibile.
“Nella ricerca si evince quanto sia aumentata (direi evoluta) l’attenzione dei risparmiatori agli investimenti sostenibili. Di certo, la normativa che inserisce nei questionari di profilatura domande specifiche sulle preferenze di investimento in prodotti Esg e l’aumentata formazione di chi deve porre le domande hanno favorito questa evoluzione. Ora è fondamentale che il contesto normativo generi sempre più elementi di certezza a supporto delle scelte degli investitori, con un particolare focus sul contrasto al greenwashing”, conclude Gian Franco Giannini Guazzugli, presidente del Forum per la Finanza Sostenibile.
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