Raggiungere la completa indipendenza dal gas russo non è facile (né veloce)
24 ottobre 2022
di Credit Suisse
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1,30 min
Il nostro paese si trova però in una posizione di relativo vantaggio rispetto ad altri
Negli ultimi mesi, da quando è iniziata la guerra in Ucraina, la dipendenza dal gas importato dalla Russia da parte di molti paesi – soprattutto europei – è calata in modo importante. Un risultato che è frutto di accordi dei vari governi con altri paesi fornitori, che includono stati del nord Africa e del nord Europa, ma anche merito di strategie tampone come l’aumento degli stoccaggi e la riduzione dei consumi.
Per l’Italia, stando ai dati ufficiali, i flussi di gas in ingresso dalla Russia sono già scesi di oltre un terzo (e si tratta del dato cumulato da gennaio a luglio, quindi ora dovrebbero essere ulteriormente diminuite le importazioni), e la necessità di appoggiarsi alla Russia è scesa dal 40% del 2021 al 18% di luglio 2022. Il nostro paese si trova però in una posizione di relativo vantaggio rispetto ad altri: basta pensare che per alcuni (Bosnia, Moldavia, Macedonia) la dipendenza dalla Russia pre-conflitto era del 100%, e molti altri avevano percentuali superiori ai due terzi (Serbia 89%, Austria 86%, Finlandia 75% e Lettonia 92%, tanto per citarne alcune).
Fonte: Ministero della Transizione ecologica
Anche se il risultato ottenuto in pochi mesi da diversi paesi può essere considerato un buon segnale, l’obiettivo di raggiungere una reale e totale indipendenza dalle forniture provenienti dalla Russia non è facile:
da un lato perché trovare fonti alternative è sempre più complicato (dato che tutti le cercano)
dall’altro perché la transizione verso le energie rinnovabili (o eventualmente verso il nucleare) è un processo che richiede strategie di lungo corso, che si estendono su archi di tempo pluriennali o più probabilmente pluri-decennali.
Infrastrutture
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Finché non saranno completate le opere infrastrutturali di potenziamento delle fonti e degli approvvigionamenti alternativi, i piani dovranno continuare a contemplare manovre straordinarie come l’abbassamento del riscaldamento e una serie di misure volte a contenere i consumi, per evitare di arrivare nei mesi più freddi a una situazione di emergenza vera e propria, con le scorte di gas al limite per fornire energia e riscaldamento.
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