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Nel 2021 in Italia gli investimenti nell’immobiliare commerciale sono saliti del 14% a 10,3 miliardi. Logistica al top, frenano gli uffici. PwC: aumenta l’interesse per l’asset class del residenziale
La ripresa dell’immobiliare commerciale, la perdita del primato degli uffici e il crescente appeal presso gli istituzionali del residenziale. Il real estate italiano ha recuperato smalto nel 2021 mostrando nuovi trend e nuovo interesse da parte degli investitori. È quanto emerge dalle ricerche di PwC Italia sul mercato immobiliare nel 2021 e dal Real Estate Market Overview 2022.
Commerciale, investimenti +14%. Logistica al top
Spicca in particolare nel 2021 il mercato immobiliare commerciale italiano, che ha registrato un incremento del 14% del volume di investimenti rispetto all’anno precedente e toccato quota 10,3 miliardi di euro.
L’asset class preferita è stata per la prima volta la logistica, con oltre 2,7 miliardi investiti, un incremento che certifica un rinnovato interesse da parte degli investitori istituzionali.
Effetto Covid: rallentano gli uffici
Il 2021 verrà ricordato però come l’anno in cui l’asset class degli uffici ha perso il primato nel volume di capitali investiti. Dopo aver raggiunto il picco degli investimenti nel 2019, ha registrato un volume investito di 2,2 miliardi, certificando un trend negativo dal 2020 in poi, dovuto alla pandemia, che per gli esperti è destinato ad invertirsi già nel 2022.
Gli uffici rimangono infatti un’asset class appetibile in particolare agli investitori internazionali, che possono invertire il trend ribassista. Resta però la rivoluzione provocata dal Covid-19 del lavoro da remoto: molte multinazionali e aziende concedono infatti il lavoro ibrido e questo potrebbe portare al consolidamento di nuovi concept e al ripensamento dell’ufficio così come l’abbiamo conosciuto.
Agli istituzionali ora piace il residenziale
Altra sorpresa del 2021 è il rilevante interesse per la destinazione d’uso residenziale, con il volume degli investimenti in questa asset class da parte di operatori istituzionali che ha raggiunto la soglia dei 700 milioni, certificando un trend rialzista.
Come spiegano gli esperti, fino a qualche anno fa in Italia non si associava il residenziale ad un’asset class interessante per gli investitori istituzionali. L’immobile ad uso residenziale veniva associato all’acquisto del privato. Un binomio quello dell’acquisto della prima casa e cliente privato che in alcuni Paesi europei però già non esiste più.
Come emerge dal report 2022, Stati come la Germania rappresentano un mercato residenziale in cui il trend delle case in affitto è in continuo rialzo. Questo ha attirato l’interesse degli investitori istituzionali che vedono il residenziale come un’asset class alternativa ai classici segmenti immobiliari di mercato, sia nell’ottica del built to sell che in quella del built to rent.
L’importanza dei fattori Esg
Il report sottolinea anche che con il secondo semestre 2021 l’industria del real estate ha dovuto fronteggiare uno scenario macroeconomico inedito negli ultimi anni. La crescita dell’inflazione ha infatti avuto un effetto immediato sull’innalzamento dei costi di costruzione. In questo contesto, i temi riguardanti le tematiche Esg sono sempre più preponderanti e influenzano le decisioni d’investimento degli operatori istituzionali. I nuovi rating Esg, l’evoluzione e la diffusione delle certificazioni unite ai sistemi di monitoraggio e di reportistica delle prestazioni degli edifici relativi alla sostenibilità ambientale, ed in ultimo, ma non per importanza, le strategie definite dai principali investitori internazionali rendono le operazioni nell’immobiliare sempre più vincolate a questi temi.
“Il 2021 rappresenta l’anno di ripresa del mercato immobiliare registrando a livello globale un volume d’investimenti complessivi superiore al 2019 – osserva Antonio Martino, partner PwC Italia e Real Estate Advisory Leader -. In particolare, la macroarea Nord America attira la maggior parte degli investimenti, con un volume complessivo superiore al periodo pre-pandemico. L’area Emea, in termini d’investimenti, è in linea con il 2019, recuperando la diminuzione registrata durante il 2020. Gli investimenti cross border sono in prevalenza nelle aree Asia ed Emea, rispetto a quelli domestici che dominano il mercato immobiliare Nordamericano”.
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