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Dai fondi 200 miliardi di investimenti. Ma solo 4 finiscono alle imprese nazionali. “L’esecutivo crei un meccanismo per tenere il risparmio nel Paese”
Una potenza di fuoco di 200 miliardi di euro che non riesce ad arrivare alle imprese tricolori. A tanto ammonta infatti il capitale che la previdenza completare, “troppo spesso dimenticata dalla politica”, potrebbe investire nell’economia reale italiana, ma che appunto finisce altrove. L’appello al governo è partito da Riccardo Realfonzo, presidente del Fondo Cometa, che nel corso dell’inaugurazione della nuova sede milanese, ha invitato il nuovo esecutivo a modificare le regole.
“La previdenza complementare ha raccolto 200 miliardi e solo 4 vengono investiti nelle imprese italiane, perché i gestori a cui si appoggiano i fondi hanno il mandato di inseguire i rendimenti”, ha sottolineato Realfonzo, spiegando che “manca un meccanismo per tenere il risparmio nel Paese, che consenta al Fondo Cometa di investire nell’industria metalmeccanica”. “Sarebbe un meccanismo straordinario – ha scandito – se il nuovo governo volesse sostenerlo”.
D’altra parte, con un patrimonio di 14 miliardi e oltre 460mila aderenti, il fondo pensione dei lavoratori dell’industria metalmeccanica, dell’installazione di impianti e dei settori affini e dei lavoratori dipendenti del settore orafo e argentiero è uno dei gioielli della previdenza complementare italiana. “Perché la parti istitutive (Federmeccanica e i sindacati, ndr) si giocano una parte della loro autorevolezza e della loro credibilità”, ha evidenziato il presidente, aggiungendo che in termini di costi di amministrazione e di gestione, “Cometa è ai minimi in Italia e riesce a garantire rendimenti elevati e un costo di adesione minimo, di soli 12 euro annui”.
Quanto alla situazione attuale, Realfonzo non ha nascosto le difficoltà incontrate nel 2022 a causa dell’andamento dei mercati. “Un anno drammatico per tutta la previdenza complementare e gli investimenti”, ha ammesso, ricordando però i 9 milioni di avanzo restituiti agli aderenti nel 2021.
“Siamo molto sereni – ha però concluso -. A fronte di queste difficoltà abbiamo fatto un lavoro enorme per mettere a punto una nuova politica di investimenti, per costruire strategie più calibrate sulle necessità degli aderenti e dei non aderenti. E abbiamo affidato mandati di gestione ai migliori gestori del mondo, tra cui Allianz, Amundi, Axa, BlackRock, Credit Suisse ed Eurizon, che controlleremo quotidianamente”.
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