TFR, solo un italiano su tre ha scelto un fondo pensione
Indagine Moneyfarm: appena il 22% di quanto accumulato dai lavoratori è investito nella previdenza integrativa, il resto è rimasto in azienda. Colpa della disinformazione
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Una potenza di fuoco di 200 miliardi di euro che non riesce ad arrivare alle imprese tricolori. A tanto ammonta infatti il capitale che la previdenza completare, “troppo spesso dimenticata dalla politica”, potrebbe investire nell’economia reale italiana, ma che appunto finisce altrove. L’appello al governo è partito da Riccardo Realfonzo, presidente del Fondo Cometa, che nel corso dell’inaugurazione della nuova sede milanese, ha invitato il nuovo esecutivo a modificare le regole.
“La previdenza complementare ha raccolto 200 miliardi e solo 4 vengono investiti nelle imprese italiane, perché i gestori a cui si appoggiano i fondi hanno il mandato di inseguire i rendimenti”, ha sottolineato Realfonzo, spiegando che “manca un meccanismo per tenere il risparmio nel Paese, che consenta al Fondo Cometa di investire nell’industria metalmeccanica”. “Sarebbe un meccanismo straordinario – ha scandito – se il nuovo governo volesse sostenerlo”.
D’altra parte, con un patrimonio di 14 miliardi e oltre 460mila aderenti, il fondo pensione dei lavoratori dell’industria metalmeccanica, dell’installazione di impianti e dei settori affini e dei lavoratori dipendenti del settore orafo e argentiero è uno dei gioielli della previdenza complementare italiana. “Perché la parti istitutive (Federmeccanica e i sindacati, ndr) si giocano una parte della loro autorevolezza e della loro credibilità”, ha evidenziato il presidente, aggiungendo che in termini di costi di amministrazione e di gestione, “Cometa è ai minimi in Italia e riesce a garantire rendimenti elevati e un costo di adesione minimo, di soli 12 euro annui”.
Quanto alla situazione attuale, Realfonzo non ha nascosto le difficoltà incontrate nel 2022 a causa dell’andamento dei mercati. “Un anno drammatico per tutta la previdenza complementare e gli investimenti”, ha ammesso, ricordando però i 9 milioni di avanzo restituiti agli aderenti nel 2021.
“Siamo molto sereni – ha però concluso -. A fronte di queste difficoltà abbiamo fatto un lavoro enorme per mettere a punto una nuova politica di investimenti, per costruire strategie più calibrate sulle necessità degli aderenti e dei non aderenti. E abbiamo affidato mandati di gestione ai migliori gestori del mondo, tra cui Allianz, Amundi, Axa, BlackRock, Credit Suisse ed Eurizon, che controlleremo quotidianamente”.
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