Articolo pubblicato su FR MAGAZINE | Ottobre – Novembre 2019 |
Per Anzaldi (Assogestioni) è fondamentale che le Sgr abbiano strutture di governance e risk management efficienti per l’analisi e il monitoraggio dei rischi di liquidità
Deborah Anzaldi, direttore dell’area investment compliance di Assogestioni
I casi estivi dei fondi gestiti da Neil Woodford e Bruno Crastes hanno riportato all’attenzione degli investitori il tema della liquidabilità. Quando si sente parlare di asset illiquidi il riferimento a questi due eventi è inevitabile. Ma quanto è concreto il rischio che possano verificarsi altri casi simili?
Dopo la crisi del 2008 a livello globale c’è stata un’attenzione crescente al tema della liquidabilità dei fondi. In questo contesto si inquadrano gli sforzi delle autorità regolamentari sovrannazionali ed europee come il Cers (Comitato europeo per il rischio sistemico) e l’Esma (European security and market authority) volti a fornire strumenti per un efficace gestione del rischio sia a livello micro che macroprudenziale.
“I casi citati, isolati nell’industria del risparmio gestito, hanno ricordato l’importanza di avere un adeguato allineamento tra attività del portafoglio e periodicità dei rimborsi durante l’intero ciclo di vita del fondo”, spiega Deborah Anzaldi, direttore dell’area investment compliance di Assogestioni.
Per gli investitori europei la direttiva Ucits assicura insomma un buon grado di protezione. “Risulta fondamentale che le società di gestione abbiano una governance e processi di supervisione adeguati per l’analisi e il monitoraggio dei potenziali rischi, nonché per attivare misure di segnalazione ed escalation”, argomenta l’esperta.
Nel dicembre 2017 il Cers ha rilevato che gran parte dei fondi di investimento Ue non presentava ampi disallineamenti di liquidità. Solo per taluni Oicvm sono emersi alcuni profili di attenzione mentre, per contro, maggiori disallineamenti sono stati riscontrati nei Fia di tipo aperto che investono in attività intrinsecamente meno liquide.
Più recentemente, Esma ha finalizzato gli orientamenti sugli stress test nei fondi di investimento (anche per quelli del mercato monetario, ndr) volti a far testare regolarmente ai gestori la resilienza dei loro fondi al rischio di liquidità. L’authority ha identificato i principi su cui devono basarsi gli stress test di liquidità al fine di avere un ulteriore strumento di identificazione dei rischi e valutare possibili scenari avversi.
Il termine ultimo entro cui Esma si aspetta l’applicazione degli orientamenti è il 30 settembre 2020. Secondo il direttore dell’area compliance la presenza di una struttura di governance e di risk management efficiente è essenziale ma non sufficiente. “Per questo il Cers ha inviato alla Commissione Ue una raccomandazione per promuovere un ampliamento del quadro regolamentare che disciplina gli strumenti di gestione della liquidità disponibili per i rimborsi nei fondi aperti”, sottolinea Anzaldi. La strada appare segnata nell’interesse dei risparmiatori per dotare il sistema di anticorpi adeguati ad evitare altri casi come quelli di Woodford e Crastes.
“AIM Italia è un esempio di come risparmio e impresa si incontrano permettendo all’economia reale di crescere”: questo il messaggio dell’incontro organizzato a Brescia da Banca Valsabbina e EY
I vantaggi dei private asset sono diversi. Il primo è la possibilità di generare un rendimento che non risente delle variazioni dei prezzi di Borsa e che ha poca correlazione con l’andamento dei mercati quotati
Iscriviti per ricevere gratis il magazine FocusRisparmio