Private market, bond e gestione attiva: i family office rivoluzionano l’asset allocation
Per l’Ubs Global Family Office Report 2023, tensioni geopolitiche, tassi e inflazione stanno causando nei portafogli “il più grande cambiamento mai registrato”
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La crisi bancaria sistemica sembra scongiurata, sebbene alcuni piccoli istituti possano scontare la riduzione dei bilanci di Fed e Bce, e le economie sulle due sponde dell’Atlantico vanno meglio del previsto. Eppure, niente illusioni per gli investitori: la recessione sembra solo posticipata al 2024. Ecco, quindi, che la cautela resta d’obbligo, soprattutto nell’azionario. È la view di Filippo Casagrande, head of Insurance Investment Solutions di Generali Asset & Wealth Management, che fa il punto sull’asset allocation e segnala opportunità interessanti tra i bond governativi del Vecchio Continente.
Casagrande sottolinea come il miglioramento delle stime di crescita per il 2023 dipenda dalla dinamica meno negativa dei consumi, specie in Europa. Ma non manca anche di evidenziare l’impatto che la contrazione del credito sta avendo sulle attese a più lungo termine. “Secondo gli ultimi dati di Bloomberg, le stime di crescita del Pil per l’anno in corso sono salite dal +0,5% del mese scorso al +0,6% nell’Eurozona e dal +0,8% al +1,1% negli Stati Uniti. Quelle per il 2024, invece, sono scese dal +1,2% al +1,0% sia per l’Ue, sia per gli States”.
Tra i rischi segnalati dall’esperto, oltre a un manifatturiero in difficoltà su entrambe le sponde dell’Atlantico, resta il mercato del lavoro. Alcuni indicatori anticipatori si stanno infatti chiaramente deteriorando rispetto ai trimestri precedenti. “È probabilmente ancora troppo presto per parlare di un imminente aumento della disoccupazione ma è importante tenere monitorate le dinamiche, perché sappiamo che esse hanno poi un effetto ritardato sugli andamenti dell’inflazione core dei servizi, vero tallone di Achille per le banche centrali”, osserva.
Il nuovo rialzo dei rendimenti porta Casagrande ad aggiustare le raccomandazioni tattiche di breve, ferme restando quelle di medio periodo, che vedono sempre favorita la parte obbligazionaria rispetto a quella azionaria in scia ai maggiori rischi al ribasso per quest’ultima in un contesto di recessione. “I rendimenti si sono aggiustati sensibilmente al rialzo nelle ultime settimane, specie in Europa. Appare quindi ragionevole cominciare a considerare nuovamente strategie di accumulazione di bond governativi europei. Il livello 2,50% per il Bund appare interessante, sebbene qualche lieve ulteriore rialzo non sia da escludersi. Riteniamo che eventuali ulteriori incrementi dei tassi siano una buona occasione per diventare più aggressivi sulla duration del portafoglio”, spiega l’esperto. Dal suo punto di vista, il discorso vale anche per gli Stati Uniti, per i quali “manteniamo una preferenza di medio periodo rispetto a quelli europei, sebbene nel breve termine abbiamo un atteggiamento sostanzialmente bilanciato”.
L’esperto continua a tenere sotto osservazione le pendenze delle curve: un’eventuale nuova inversione di quella americana nel tratto 5-30 anni e di quella tedesca nel tratto 10-30 anni rappresenta, a suo parere, una buona occasione per aumentare le strategie di steepening della curva. “Sappiamo che possono offrire ottimi risultati durante periodi di tensione come a marzo o durante le recessioni”, evidenzia.
Per quanto concerne il credito, secondo Casagrande gli spread rimangono interessanti nonostante il deciso restringimento dai massimi di marzo. “Ci piacciono in particolare le parti brevi e medie della curva (1-5 anni) e la parte senior e senior non preferred del settore bancario. Un po’ di cautela ancora nei segmenti più rischiosi, sebbene vi siano sempre buone opportunità anche all’interno del mondo high yield europeo”, chiarisce.
Nell’azionario, a detta dell’esperto, la temporanea espansione del bilancio della Federal Reserve tramite la liquidità di emergenza ha giocato un ruolo chiave per i listini e in particolare per il settore growth. “Crediamo che sia opportuno mantenere un approccio prudente, proteggendo il portafoglio da rischi di ribasso con strutture opzionali o tramite un’allocazione verso settori più difensivi”, avverte quindi Casagrande, che valuta opportuno anche avere un bias value vs growth dopo la sottoperformance dell’ultimo mese. Il rialzo dei tassi reali può infatti pesare nuovamente sulle large caps americane e i mercati-settori growth in generale.
“A livello geografico, poniamo ancora attenzione alla Cina e ai benefici che continueranno a prodursi dalla riapertura post-pandemia e dall’asseto assetto politico definitivo assunto dopo il congresso nazionale”, spiega Casagrande. Che aggiunge: “Il recupero del Dragone potrebbe anche portare benefici all’area del Sud-Est asiatico, quindi manteniamo l’attenzione verso i Paesi emergenti”. .
Infine, per l’head of insurance investment solutions di Generali Asset & Wealth Management, è preferibile continuare a investire in strategie liquid alternative. “L’attuale incertezza dello scenario macro favorisce le soluzioni che sono in grado di beneficiare di diversi scenari con un approccio altamente attivo (long short, event driven…) in particolar modo da favorire le strategie macro-discrezionali e sistematiche e le strategie a bassa correlazione”, conclude.
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