Eurozona, l’inflazione concede una tregua. Ma non alla Bce
A marzo prezzi in frenata al 6,9%, sui minimi da 13 mesi. Ma sale il dato core. S&P: “A maggio nuovo aumento dei tassi”
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“Dipende… da che parte guardi il mondo tutto dipende” recitava una canzone di successo di qualche anno fa, o meglio sarebbe dire la sua traduzione dallo spagnolo. Un concetto che vale anche per i mercati finanziari, nei quali la focalizzazione sul rischio piuttosto che sul rendimento può fare la differenza. Basti pensare a quanto accaduto al differenziale tra titoli di Stato italiani e tedeschi, il cui ampliamento a cavallo tra il vecchio e il nuovo anno ha accresciuto, seppur temporaneamente (il dato nei primi dieci giorni di gennaio è sceso sotto i 180 punti base), il rendimento atteso per chi punta sul debito sovrano della Penisola.
Archiviato il 2022 che verrà ricordato come l’annus horribilis del reddito fisso, per Alessandro Tentori, cio AXA IM Italia è opportuno focalizzarsi innanzitutto sulle ragioni di queste performance, che il gestore attribuisce non al rischio paese, ma piuttosto al movimento dei tassi d’interesse a livello internazionale. “Basti pensare che nel giro di 24 mesi l’ammontare di obbligazioni globali con yield negativo sono passate da oltre 18 mila miliardi di dollari a meno di un miliardo”, ricorda. Per poi stimare un 2023…
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