Per Salib di Federated Hermes, il mercato è pronto a decollare. Eppure, cercare a ogni costo la massima perfomance può essere controproducente. Meglio investire su più segmenti e ridurre i rischi. Dagli emergenti agli immobili, ecco quali e come cavalcarli
Con la Federal Reserve che ha stupito gli analisti e tagliato i tassi USA di mezzo punto, tutti scommettono si aprirà una nuova stagione di successo per il reddito fisso. L’asset class sembra infatti aver recuperato la sua storica decorrelazione dall’azionario e ora promette di tornare a offrire un riparo dalle turbolenze di mercato. Eppure, pescare a piene mani da un bacino così ampio e diversificato potrebbe rivelarsi un scelta rischiosa per gli investitori. A maggior ragione considerando le tante incognite che restano all’orizzonte, a partire dalle elezioni americane. Ecco perché Ihab Salib, head of international fixed income Federated Hermes, ritiene che la parola d’ordine resti diversificazione. Una view che la redazione di FocusRisparmio gli ha chiesto di approfondire.
Quali prospettive apre per gli investitori la recente decisione della Fed di tagliare i tassi di 50 punti base?
Ihab Salib, head of international fixed income di Federated Hermes
In realtà cambia meno di quanto si possa pensare: si tratta, più che altro, di un consolidamento. Che la Fed fosse pronta a inaugurare una nuova stagione di alleggerimento della propria politica monetaria era infatti cosa nota, si tratta semmai di capire per quanto la banca centrale USA proseguirà in questa iniziativa e con quale intensità. In generale, anche se restano differenze tra i vari segmenti, ci troviamo quindi in un momento molto positivo per il mercato. Chi investe in reddito fisso sarà probabilmente più contento alla fine del prossimo dicembre e del successivo rispetto a quanto non lo fosse un anno fa.
Ci sono settori o geografie che possono beneficiare più di altri di questo scenario?
Un costo del denaro più basso tende a sostenere gli asset di rischio, anche se molto dipende dal motivo della riduzione stessa. In un caso come questo, dove le banche centrali sono chiamate ad alleggerire la propria politica monetaria e spostare la traiettoria dell’economia dalla recessione al soft landing, un primo beneficio può riscontrarsi sui mercati emergenti. Quanto ai Paesi sviluppati, uno dei segmenti di mercato che andrà incontro al maggior recupero sono invece gli immobili: le rate dei mutui americani, in particolare, dovrebbero infatti abbassarsi e favorire una nuova stagione di stipule dopo l’immobilismo registrato con la stretta monetaria. Mi aspetto anche una ripresa del settore automobilistico USA, nel quale i tassi di interesse per il finanziamento di nuove autovetture sono stati molto più alti che in passato e si aggirano ancora intorno all’8%. Se dovessero scendere al 3-4%, sarebbero in grado di stimolare una ripresa dell’attività.
Considerato questo scenario, qual è l’approccio migliore per chi voglia investire nel reddito fisso?
In una fase come questa, caratterizzata da elevata volatilità e virate repentine, l’approccio corretto può essere solo quello di non tentare di prevedere il mercato. Significa che non bisogna sforzarsi di ricercare sempre e comunque la massima perfomance, cosa che spingerebbe a sobbarcarsi maggiori rischi, ma anche di investire in diversi segmenti che potrebbero trarre vantaggio indipendentemente da ciò che accade agli asset rischiosi. La diversificazione all’interno di un prodotto specifico dovrebbe essere una considerazione fondamentale: è esattamente ciò che facciamo con Euro Kurzläufer fund, fondo che abbiamo recentemente registrato in Italia.
Di cosa si tratta nello specifico?
Si tratta di un fondo creato 25 anni fa con un nostro partner tedesco e che punta a sovraperformare i tassi di deposito bancario attraverso investimenti nel segmento investment grade globale. È quindi un prodotto con una duration di massimo un anno, proprio allo scopo di limitare il livello di tasso e di credito, e che punta su titoli dall’alta qualità appartenenti ad un ampio ventaglio di settori merceologici: dalle banche, alle quali è esposto il 31,9% del portafoglio, fino all’industria finanziaria (12,2%) e ai governativi (6,4%). Le valute sono differenti, in modo tale da poter generare alpha più facilmente, mentre la segmentazione geografica privilegia Germania (20,7%) e Stati Uniti (16,7%).
Quale sarà invece l’impatto delle elezioni americane?
Le politiche paventate dai due candidati in campagna elettorale lasciano credere che i mercati potrebbero imboccare direzioni diverse se vincesse Trump oppure Harris. Con il leader repubblicano alla Casa Bianca, ad esempio, molti prevedono che ci saranno maggior debito pubblico e maggiore stimolo fiscale: questo significa una spinta alla crescita economica, per esempio sul fronte della produzione energetica, ma anche più volatilità e quindi un ambiente non così favorevole alle obbligazioni. Nel caso in cui il nuovo presidente dovesse invece essere Harris, si attendono importanti benefici per settori come le infrastrutture e la sostenibilità. In generale, la traiettoria dell’economia a stelle e strisce sarà però meno negativa del previsto: la Fed ha fatto capire che l’inflazione non è più l’unica priorità e da ora in poi servirà concentrarsi anche sul mercato del lavoro, circostanza che dà corpo all’ipotesi di un soft landing. Mi attendo dunque un PIL complessivamente stabile, seppure con una contrazione nel corso dell’anno su base trimestrale.
Cedole elevate e spread stabili i fattori che giocano a favore degli States. Mentre l’Europa sconta un quadro economico meno positivo. Attenzione però all’incognita Trump e a suoi effetti sulla Fed. Energia e trasporti i settori su cui puntare, con un occhio anche alle banche
L’asset class manterrà il suo appeal anche nel bel mezzo delle incertezze globali. Secondo Anisha A. Goodly di TCW, meglio però stare lontani dalle valute. Debito sovrano e obbligazionario high yield i segmenti su cui puntare. Con un occhio rivolto a Egitto, Gabon e Turchia per generare alpha
Per David Raper di Comgest, la regione ha gli strumenti per resistere alla guerra commerciale di Trump e si prepara a una nuova stagione di stabilità politica. Occhi puntati su Taiwan, ma attenzione anche alla ripresa della Cina
Con la nuova amministrazione USA possibile, secondo Daniel Moreno di Mirabaud AM, uno shock inflazionistico (anche se una tantum). Con gli investitori che faticano a tornare sull’asset class, le opportunità rischiano di svanire. Turchia e Argentina su tutte ma serve selettività
Alexandra Ivanova, fund manager di Invesco Global Income Fund, gestisce una delle strategie f lagship della casa, molto nota in Italia. Il fondo ha festeggiato nel 2024 i dieci anni di attività. Ecco come l'esperta li ha raccontati a FocusRisparmio
Per Dan Ivascyn, group cio di PIMCO, il mercato ha buone prospettive ma va approcciato con selettività e gestione attiva per sfruttare al meglio i prossimi tagli ai tassi. Dalla duration al ruolo dei mutui e del credito, la ricetta della Strategia Income
Per David Miller, gestore di Morgan Stanley IM, l’asset class sta colmando il vuoto lasciato dai prestiti bancari e diventerà parte integrante dei portafogli. Soprattutto in sostituzione dei titoli di Stato. Dal focus sul mid-market alla qualità, ecco come costruire un’esposizione vincente
Per Tom Lemaigre di Janus Henderson, i tassi hanno imboccato la strada giusta e i dazi non sono un problema ma un'occasione. Dalle big cap ai settori strategici fino allo stile misto, i segreti del fondo Paneuropean
Un approfondimento sul comparto Additional Tier 1 con il contributo di Luca Evangelisti, head of Credit Research e gestore del Jupiter Financials Contingent Capital Fund. Come funzionano e che rapporto rischio/rendimento offrono i contingent convertible bond (CoCos / AT1s)
L’economia americana si conferma solida. Ma sullo sfondo resta il rischio che una vittoria di Trump porti a politiche capaci di riaccendere l’inflazione. Positivi gli stimoli di Pechino, mentre l’Europa va verso la ripresa. Dai bond al dollaro, la ricetta di Andrea Delitala (Pictet AM) per sfidare la volatilità
Secondo Greg Peters, co-cio di PGIM Fixed Income, non mancano gli ingredienti per ottenere rendimenti favorevoli positivi dall’asset class. Merito di tassi in calo e del quadro macro. Investment grade e credito di qualità i segmenti su cui puntare
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