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“L’inflazione è diminuita significativamente dai livelli massimi, portando i tassi di interesse reali da un territorio profondamente negativo ai livelli più alti visti da prima della crisi finanziaria globale. È difficile giustificare una politica monetaria a livelli così restrittivi, visti i dati economici più deboli, e questo ha fornito alle banche centrali la flessibilità per iniziare l’allentamento”. Secondo David Hooker, fund manager di Insight Investment (società di BNY Investments specializzata nel reddito fisso), c’è troppa sicurezza e troppa fiducia sui mercati in merito alla traiettoria del costo del denaro. A meno che i dati economici non si deteriorino in modo significativo, gli investitori potrebbero dover rivalutare le aspettative sulla rapidità con cui si scenderà fino ai tassi terminali anche alla luce di un carovita che resta da monitorare molto attentamente.
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Anche con il picco post-pandemia ancora fresco nella mente degli investitori, riteniamo che molti stiano sottovalutando i rischi di inflazione a medio termine. Sebbene i tassi di inflazione complessiva si siano moderati e avvicinati agli obiettivi delle banche centrali, le prospettive per la crescita dei prezzi rimangono altamente incerte. Fattori come il passaggio dalla globalizzazione alla deglobalizzazione manterranno il carovita strutturalmente alto nei prossimi anni causando non pochi pensieri alle banche centrali.
Gli alti livelli di emissioni nei mercati del credito investment grade denominati in euro sono in grado di fornire ai selezionatori di titoli ampie opportunità di capitalizzare sui premi dei nuovi collocamenti e su storie di investimento idiosincratiche: ci aspettiamo che questo continui anche nel 2025. Il segmento di questo universo denominato in euro riserva poi ulteriori opportunità di investimento. Nonostante la …
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