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Verso una revisione che eliminerà alcuni vincoli in termini di distribuzione, composizione del portafoglio e accesso, in modo da rendere lo strumento più attraente per gestori e investitori
Un ulteriore passo avanti verso la finalizzazione del nuovo Regolamento Eltif, ribattezzato a Bruxelles anche come “Eltif 2”, che dovrebbe dare slancio allo strumento e renderlo maggiormente accessibile agli investitori. Il Consiglio dell’Unione europea ha infatti adottato la sua posizione sulla proposta di revisione, volta a modificare il regolamento relativo ai fondi di investimento europei a lungo termine per facilitare gli investimenti a lungo termine nell’economia reale.
Un passo essenziale verso il varo di un testo legislativo definitivo, e immediatamente vincolante negli stati membri dell’Unione europea, che dovrebbe ridare slancio allo strumento, nato con l’intenzione di offrire alle imprese una fonte di finanziamento alternativa al canale bancario, dando al contempo agli investitori uno strumento di diversificazione del portafoglio con un passaporto “paneuropeo” e quindi distribuibile a livello trasfrontaliero.
L’attuale Regolamento, in vigore dal 2015, non ha dato però i risultati sperati, a causa di vincoli di distribuzione, sull’accesso allo strumento e sulla composizione del portafoglio. Il numero di fondi Eltif approdati sul mercato è relativamente basso, i Paesi che li hanno emessi sono pochi (solo quattro stati membri, e tra questi l’Italia, grazie anche alla possibilità di rendere gli Eltif Pir-compliant, e quindi in grado di offrire un beneficio fiscale ai sottoscrittori).
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Alcune caratteristiche attuali del mercato (ossia basso numero di fondi, entità ridotta delle attività nette, numero limitato di giurisdizioni in cui gli Eltif sono domiciliati, composizione del portafoglio sostanzialmente sbilanciata) dimostrano secondo il Consiglio la natura concentrata del mercato, sia a livello geografico che dal punto di vista del tipo di investimento. Un problema che va superato. L’aggiornamento del regolamento, che costituisce un pilastro essenziale del pacchetto Capital Markets Union, dovrebbe rendere lo strumento più attraente per i gestori e più accessibile per gli investitori.
Gli Eltif, sottolinea il Consiglio – che costituisce uno degli organi fondamentali del processo legislativo Ue – “sono fondi importanti in quanto contribuiscono al finanziamento della transizione verde e di quella digitale e possono aiutare a finanziare le piccole e medie imprese”. Inoltre, “hanno un ruolo importante da svolgere nell’approfondimento dell’unione dei mercati dei capitali”.
Le modifiche al Regolamento proposte prevedono l’ampliamento del novero delle attività e degli investimenti ammissibili, introducendo norme più flessibili anche in materia di composizione del portafoglio, e la riduzione di alcuni ostacoli che impediscono agli investitori retail di accedere allo strumento, in particolare il requisito dell’investimento iniziale di 10mila euro e quello della soglia aggregata massima del 10% per gli investitori con portafogli finanziari inferiori a 500mila euro.
Le istituzioni Ue hanno tenuto in considerazione l’enorme volume di risparmi dei cittadini europei, che attualmente non possono beneficiare dei rendimenti sugli investimenti a lungo termine, e ritenuto che si trattasse di un passo fondamentale anche per offrire un’opportunità di diversificazione e di protezione dalle pressioni inflazionistiche.
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Per offrire una maggiore protezione agli investitori – ed eliminare un elemento di dissuasione dall’investimento, il legislatore europeo ha anche pensato di prevedere un meccanismo di liquidità sul mercato secondario (su cui dovrebbe lavorare in dettaglio l’Esma), in modo da offrire agli investitori la possibilità di disinventire dall’Eltif prima della fine del suo ciclo di vita.
Nella sua posizione il Consiglio ha sottolineato tre priorità. Innanzitutto, la necessità di convogliare maggiori finanziamenti verso le piccole e medie imprese e i progetti a lungo termine, anche rimuovendo i vincoli esistenti sulla composizione del portafoglio degli Eltif (in particolare per quelli distribuiti esclusivamente agli investitori professionali). Inoltre, la necessità di rafforzare il ruolo degli investitori retail, aumentando ai loro occhi l’attrattiva degli Eltif ed eliminando le barriere all’ingresso, che non tenevano conto del profilo e degli obiettivi di ciascun investitore. Infine, mantenere – anche in presenza di norme più flessibili – standard elevati di tutela degli investitori e delineare un quadro grazie al quale questi ultimi possono accedere a tutte le informazioni necessarie per assumere decisioni informate.
Dopo che il Consiglio ha adottato la sua posizione, è partita la successiva fase del processo legislazione, che prevede l’avvio di negoziati con il Parlamento europeo, che a sua volta dovrà definire la sua posizione, al fine di concordare la versione definitiva del testo.
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