Articolo pubblicato su FR MAGAZINE | Settembre – Ottobre 2021 |
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Sono passati solo 3 anni dalla pubblicazione dell’EU Action Plan ma sono stati sufficienti per vedere il tema della sostenibilità diventare centrale in tutti contesti: nella pianificazione economica, nella finanza, nell’attività e nella comunicazione di impresa e nella società nel suo insieme
Manuela Mazzoleni
Nell’ultimo triennio, mentre la Commissione Europea ha ridisegnato le regole per orientare e facilitare il flusso degli investimenti del sistema privato verso attività economiche sostenibili, gli intermediari finanziari si sono impegnati nell’attuazione degli obblighi normativi ma anche nel raccogliere la sfida alla loro base, riorientando decisamente la propria offerta. Il 40% dei fondi lanciati quest’anno ha caratteristiche o obiettivi di sostenibilità (dato Morningstar al 28/07/2021).
Un nuovo quadro normativo
Dal punto di vista delle norme che hanno investito direttamente il settore del risparmio gestito, è nata la tassonomia delle attività economiche sostenibili, ovvero un linguaggio comune e parametri condivisi per parlare di sostenibilità.
Grazie alle regole di trasparenza prevista dalla SFDR, gli operatori rendono disponibile una sorta di carta di identità sostenibile per i propri prodotti così che tutti gli investitori sappiano quali informazioni e indicatori sono disponibili, dove trovarli, che aree coprono e come sono calcolati.
Sono inoltre stati esplicitati due concetti fondanti che descrivono l’interazione tra sostenibilità e ritorno finanziario: il rischio ESGa cui potenzialmente ogni attività finanziaria è esposta, ovvero gli eventi di natura ambientale sociale e di governanceche possono danneggiare la performance finanziaria, e l’impatto degli investimenti su ambiente e società che, entro certi limiti, l’investitore finale, e di conseguenza l’intermediario, può scegliere se considerare o meno.
L’attività della Commissione (i benchmark climatici, gli standard per i Green Bond e l’EU ecolabel) forniscono ulteriori strumenti per la standardizzazione delle informazioni disponibili relativamente alle caratteristiche dei prodotti di investimento per renderle più chiare e confrontabili.
Le modifiche agli atti delegati UCITS e MIFID (in via di attuazione ma già definite) contribuiscono a integrare compiutamente nei processi aziendali delle SGR la gestione delle variabili ESG, mentre l’inserimento nella valutazione di adeguatezza anche delle preferenze dei risparmiatori in tema di sostenibilità…
*direttore Sostenibilità e Capitale Umano di Assogestioni
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Il tema della sostenibilità nelle scelte d’investimento e della nuova regolamentazione europea verrà approfondito al prossimo Salone del Risparmio con una specifica conferenza dal titolo “SFDR: la trasparenza per un investimento consapevole e sostenibile”. Clicca qui per iscriverti.
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