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Covid-19 è l’opportunità perfetta per cambiare marcia e far uscire il settore dall’impasse. Il rischio è lasciare la ricchezza privata globale in mano ad Amazon e Alibaba
Dopo 10 anni di stallo è arrivato il momento di cambiare per il settore del wealth management. Quale migliore occasione che l’evento disruptive per eccellenza come una pandemia?
È questo il succo del report “Global Wealth 2020 – 20th Edition” redatto dalla società di consulenza Boston Consulting Group (Bcg) pubblicato questa settimana, dove viene fatto il punto sullo stato dell’arte dell’industria e si tracciano le prospettive per i prossimi venti anni.
Da dove si viene…
Fonte: “Global Wealth 2020 – 20th Edition”, Boston Consulting Group
Nell’ultimo decennio, dal 2009 al 2019 – gli anni post crisi Lehmann – la ricchezza privata globale è passata da 125 mila a 226 mila miliardi di dollari. Nello stesso arco temporale, però, gli utili complessivi dei wealth manager sono rimasti al palo: secondo la consulting firm, erano 130 milioni di dollari nel 2007, sono stati 135 miliardi l’anno scorso.
…dove si andrà

Fonte: “Global Wealth 2020 – 20th Edition”, Boston Consulting Group
Per effetto della pandemia Covid-19 la ricchezza privata mondiale si contrarrà – stima Bcg – dai 6 ai 16mila miliardi di dollari nel 2020 e 2021, a seconda dell’entità e della durata della recessione economica. Dal 2022 in poi, però, tornerà a superare i livelli di oggi e arriverà a toccare nel 2024 livelli compresi fra i 240-280mila miliardi.
Al netto della pandemia, quindi, ci sarà più ricchezza, ma sarà meno concentrata e distribuita in maniera diversa rispetto ad oggi, più difficile da gestire anche per effetto dell’aumento della concorrenza sia interne sia esterna all’industria.
La pressione sui wealth manager tradizionali è destinata perciò a salire. Da un lato ci sono gli asset manager in cerca di maggior prossimità al cliente (vedi Vanguard, BlackRock etc), dall’altro le boutique specializzate in nicchie di mercato e poi l’avanzata dei big della tecnologia dove la loro presenza nel settore wm è già realtà in mercati più giovani ed emergenti come quello della Cina.
Le vie d’uscita. Le possibili soluzioni proposte da Bcg per la sopravvivenza sul mercato dei wealth manager di oggi e di domani seguono tre grandi direttrici: aumentare il ricorso a tecnologie digitali disruptive tramite maggiori investimenti, aggiornare la value proposition al cliente personalizzandola il più possibile, alimentare un ecosistema di talenti e culture. Solo così, conclude il report, sarà possibile diminuire la complessità e far fronte alle sfide che attendono il settore nel futuro.