Il dato è in calo ma tiene conto del nuovo perimetro di rilevazione dopo l’uscita di Azimut. Ancora protagonisti i prodotti del gestito, con quasi 461 miliardi che valgono il 65,9% del patrimonio
Le reti chiudono il 2022 a quota 700 miliardi di euro. A tanto ammonta il valore del portafoglio dei risparmiatori seguiti dai consulenti finanziari degli intermediari Assoreti. Un dato che risulta in calo rispetto ai 725,4 miliardi di settembre e ai 786,3 miliardi di fine 2021 ma poiché tiene conto dei cambiamenti nella compagine associativa, che a dicembre ha registrato l’uscita di Azimut Capital Management.
I numeri
Il nuovo perimetro, come fa notare l’associazione, si riflette quindi in un nuovo assetto campionario nel quale gli strumenti finanziari, gestiti e amministrati, le gestioni individuali e i prodotti assicurativi/previdenziali valgono complessivamente 577,2 miliardi di euro. Con un’incidenza che si consolida all’82,6% e che risulta superiore dello 0,4% rispetto al dato complessivo di settembre.
Paolo Molesini, presidente di Assoreti
Si conferma la centralità dei prodotti di risparmio gestito nel portafoglio dei clienti delle Reti, coinvolgendo due terzi delle risorse investite. La valorizzazione delle posizioni, infatti, risulta pari a 460,9 miliardi e rappresenta il 65,9% del portafoglio. Gli strumenti finanziari amministrati coinvolgono invece il 16,6% del patrimonio, con risorse pari a 116,3 miliardi di euro, mentre la liquidità si attesta a 121,7 miliardi, con un’incidenza pari al 17,4%.“È un messaggio importante quello che oggi le nostre associate trasmettono con questi risultati che, a prescindere dal nuovo perimetro di rilevazione, mantengono alto il valore del patrimonio dei clienti perseguendo una diversificazione di qualità dei portafogli nell’ottica della progettazione di medio lungo periodo, nell’interesse dei clienti”, sottolinea il presidente Assoreti, Paolo Molesini.
Nel dettaglio del risparmio gestito, il valore degli Oicr sottoscritti direttamente, si attesta a 196,3 miliardi di euro, con un’incidenza complessiva sul portafoglio del 28,1%. In particolare, le gestioni collettive aperte domiciliate all’estero valgono 172,2 miliardi di euro e rappresentano il 24,6% del patrimonio. I fondi aperti di diritto italiano risultano pari a 21,1 miliardi a valere una quota del 3% mentre, per il nuovo campione, la valorizzazione delle posizioni in fondi chiusi si attesta a 2,9 miliardi.
Sulle gestioni individuali, sono investiti 72,8 miliardi, pari al 10,4% del portafoglio, con un sostanziale equilibrio tra Gpf (37,5 miliardi) e Gpm (35,3 miliardi). Il comparto assicurativo/previdenziale vale 191,8 miliardi di euro, con un’incidenza in portafoglio del 27,4%. Le unit linked coinvolgono 90,2 miliardi di euro, le polizza vita tradizionali 46,6 miliardi mentre i prodotti multi-ramo 39,2 miliardi.
Il contributo complessivo delle Reti al patrimonio investito in Oicr aperti, attraverso la distribuzione diretta e indiretta di quote, è quindi ora pari a 373,9 miliardi di euro, con un’incidenza del 34,8% sul patrimonio totale investito in fondi (patrimonio gestito pari a 1.074,7 miliardi di euro – dato provvisorio). A fine 2021 era del 35,8%.
Risparmio amministrato
Tra gli strumenti finanziari amministrati, si conferma il maggiore orientamento all’investimento in titoli azionari, su quali sono posizionati 45,9 miliardi di euro, e in titoli di debito, con una valorizzazione complessiva di 47,3 miliardi, tra titoli di Stato (26,9 miliardi) e obbligazioni corporate (20,4 miliardi). Seguono gli exchange traded product, con 8,8 miliardi, e i certificate a quota 7,9 miliardi.
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