MiFID 2, verso un nuovo capitolo
La revisione allo studio delle istituzioni dell’Unione ha l’obiettivo di ricalibrare e semplificare alcune delle regole esistenti
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Il 2021 può essere davvero un anno importante per il settore finanziario europeo per almeno tre occasioni: la possibilità di rimettere mano alla Direttiva MiFID 2, l’Action Plan per l’attuazione della Cmu e il programma di stanziamento dei fondi per la ripresa Next Generation Eu.
Matteo Rava, senior policy officer di Esma, ha accettato di approfondire con FocusRisparmio i primi due aspetti di cui sopra, offrendo ai lettori il punto di vista del regolatore europeo degli strumenti e dei mercati finanziari.
Il miglioramento della regolamentazione dei servizi di investimento può svolgere un ruolo chiave per la ricapitalizzazione delle aziende Europee, ponendo le basi affinché le economie dei paesi dell’Unione possano riprendersi dall’attuale pandemia Covid19. Le recenti modifiche a MiFID 2, che tengono conto di alcuni suggerimenti ESMA, hanno come obiettivo quello di ricalibrare e semplificare alcune delle regole esistenti, bilanciando la protezione degli investitori e i costi di compliance per gli intermediari.
Esma è impegnata in questi mesi nella produzione di numerosi report alla Commissione sull’esperienza emersa dalla supervisione nazionale a partire dal 2018 dei principali requisiti MiFID 2. Tali report analizzano l’impatto avuto da tali regole e contengono proposte per migliorare l’attuale framework normativo. L’advice Esma, unitamente ai risultati della consultazione pubblica lanciata direttamente dalla Commissione Europea ad inizio dell’anno passato, saranno la base per la finalizzazione della review di MiFID 2 prevista per il 2021.
Numerosi studi dimostrano che i prodotti di investimento europei sono purtroppo ancora caratterizzati da costi elevati, e ciò ha un significativo effetto negativo per gli investitori nel lungo termine. Esma ritiene che le regole MiFID 2 sulla informativa dei costi siano un elemento chiave per garantire che gli investitori possano prendere decisioni informate ed è quindi essenziale una corretta applicazione e supervisione di dette regole. Sottolineerei anche l’importanza, in questo contesto, dei requisiti MiFID 2 sulla product governance su cui Esma recentemente pubblicato alcune Q&A sull’assessment di costi e onori da parte dei produttori di strumenti finanziari e su cui verrà condotta nel 2021 una azione coordinata di supervisione con le autorità nazionali.
Allo stato attuale, Esma non ritiene che la creazione di una nuova categoria di clienti semi-professionali sia necessaria o desiderabile visto che MiFID 2 prevede già la possibilità per un cliente retail più “sofisticato”, ovvero con maggiore esperienza e conoscenza dei mercati, di richiedere di essere trattato come un cliente professionale rinunciando ad alcune protezioni garantite dalla MiFID 2. L’aggiunta di una nuova categoria aumenterebbe la complessità del framework normativo che già prevede quattro distinte categorie di clienti (controparti qualificate; professionali di diritto; professionali su richiesta; e clienti al dettaglio).
La distribuzione dei prodotti di investimento in molti Stati membri è dominata da advisor non indipendenti che spesso danno raccomandazioni su prodotti che pagano incentivi. Tuttavia, l’esperienza di alcuni paesi dimostra che ulteriori restrizioni al recepimento di incentivi potrebbe essere un sistema efficace per migliorare la qualità dei servizi e abbassare i costi dei prodotti. Esma quindi, nel suo advice tecnico del 2020, ha consigliato alla Commissione di portare avanti ulteriori analisi sugli impatti degli incentivi, incluso sugli effetti che ulteriori restrizioni potrebbero avere sullo sviluppo di modelli di business alternativi (quali la consulenza indipendente fee-only).
La coerenza tra le regole MiFID e Aifmd/Ucits è un tema importante ed Esma ha avuto modo nel suo recente advice alla Commissione di enfatizzare l’opportunità di garantire che entità soggette ai diversi regimi normativi, ma che forniscono servizi simili, siano soggette a regole analoghe. Sempre al fine di avere un quadro normativo armonizzato, Esma ha anche consigliato alla Commissione di considerare la possibilità di allineare le regole Ucits e Aifmd alle regole MiFID sulla product governance per i produttori.
La Capital Markets Union è un progetto partito sei anni fa. Benché alcuni obiettivi della Cmu siano stati raggiunti, l’attuale emergenza Covid19 e Brexit rendono ancora più necessario ed urgente progredire nella creazione di un mercato dei capitali più profondo, efficiente e ben integrato. La maggiore partecipazione degli investitori retail nel mercato non può avvenire senza che vi sia fiducia nei mercati stessi e negli intermediari e MiFID con le sue regole di condotta rimane in tal senso in pilastro essenziale della Cmu.
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