BoE meno dovish: i gestori vedono due tagli nel 2024
Tassi fermi al 5%, mentre il Qt si ridurrà di cento miliardi di sterline nei prossimi dodici mesi. Bailey: attenti a non tagliare troppo o troppo velocemente
3 min
Dopo il bagno di popolarità vissuto durante la pandemia, che ha attirato grandi capitali e spinto i rendimenti, anche gli investimenti tematici hanno dovuto fare i conti con la crisi vissuta dai mercati finanziari come effetto della guerra in Ucraina, dell’inflazione, della stretta monetaria ad opera delle banche centrali. Ma il 2023 è iniziato con un’ondata di euforia che ha travolto i mercati, a beneficio di quasi tutte le asset class e con il ritorno dei grandi megatrend che ci accompagnano in maniera strutturale. E, in questo scenario, un ruolo importante sarà probabilmente assunto dai fondi incentrati sulle fonti di energia rinnovabili, specie considerando che ad oggi la transizione energetica raccoglie asset in gestione per 87 miliardi di euro a livello globale (dati Morningstar). A poco più di due mesi dall’inizio del nuovo anno, abbiamo quindi passato in rassegna i migliori prodotti della categoria (la più anziana tra quelle tipicamente sostenibili) per cercare di individuare schemi ricorrenti e indicazioni utili ad affrontare il nuovo contesto di investimento anche alla luce del crescente interesse alla finanza sostenibile.
Le classi di fondi comuni che investono nel segmento sono 131, di cui 32 autorizzate alla vendita ad investitori retail italiani. Gli Exchange traded fund ammontano invece a 47 ma, tra questi, appena 7 risultano quotati su Borsa Italiana. Fida (Finanza Dati Analisi) , società di sviluppo applicazioni software per i servizi finanziari e di distribuzione e analisi di dati nel risparmio gestito, ha analizzato per FocusRisparmio gli andamenti registrati fino al 10 marzo 2023 da questi strumenti (raggruppati in categorie omogenee per politica di investimento e altre caratteristiche quali-quantitative). Ecco cosa è emerso dallo studio.
📰 Leggi anche “Obbligazionario Usa, le categorie di fondi che hanno iniziato meglio il 2023“
“La cronaca recente narra di un ritorno in auge proprio dei combustibili fossili, resi appetibili dalle nuove dinamiche geopolitiche nate in concomitanza del conflitto armato: le tensioni sul gas naturale, unite agli elevatissimi profitti generati dalle big del settore, hanno infatti contribuito a designare gli energetici non sostenibili tra i top performer del 2022”, spiega la financial analyst di Fida Monica Zerbinati. Che prosegue: “Se però è vero che le fonti alternative hanno momentaneamente subito gravi ritracciamenti, non si può negare, d’altro canto, che proprio l’apprezzamento dei combustibili fossili (pur temporaneo) abbia fornito nuovi argomenti a sostegno della transazione energetica”.
Categorie di fondi ed Etf sulle energie alternative. Fonte: Fida
La ripartenza con il turbo delle rinnovabili si coglie guardando soprattutto ai dati dei primi due mesi del 2023. E la stessa Zerbinati lo illustra chiaramente: “Dall’inizio dell’anno (net asset value al 10 marzo) i fondi sulle energie alternative registrano in media un allungo del 7%, mentre gli energetici tradizionali viaggiano attorno alla parità. Torna quindi ad alimentarsi quel rapporto di forza che premia le prime sul medio periodo: a cinque anni, infatti, le performance delle due asset class sono rispettivamente del 93% e del 54%, mentre solo ad uno e tre anni possiamo apprezzare la sovraperformance dei combustibili fossili”. Secondo l’analista, non si tratta però solo di performance: i fondi azionari settoriali Energie Alternative presentano infatti anche livelli di rischiosità “inequivocabilmente” più rassicuranti, sia in termini di volatilità che di perdita massima. Un dato che, unito ai precedenti, dimostra come le rinnovabili si qualifichino in pieno tra i megatrend in ascesa, cavalcando un tema sempre più sentito dalle nuove generazioni e ancora capace di regalare grandissime soddisfazioni ai portafogli tematici.
Fondi autorizzati retail in Italia con Fida ESG Rating. Fonte: Fida.
Quanto ai singoli prodotti, si evidenzia innanzitutto il primato di Robeco in termini di ritorno. Con RobecoSAM Smart Energy Equities, la casa di gestione olandese ha infatti ottenuto un rendimento superiore al 13% da inizio anno mentre la performance sugli ultimi 12 mesi oscilla, in base alle classi considerate, dall’8,7% al 7,89%. Importante anche il risultato messo a segno dal fondo Pictet dedicato alla transizione energetica, Pictet Clean Energy Transition, cui segue quello incentrato sulla smart energy di Raiffeisen. Guardando solamente all’andamento dell’ultimo anno, in cima alla classifica delle performance si colloca invece Schroders con il +13,59% del suo Sisf Global Energy Transition.
📰 Leggi anche “Obbligazionario Europa, le categorie di fondi che hanno iniziato meglio il 2023“
Il valore della gestione attiva
“I panieri di riferimento si distinguono per la maggiore varietà di dimensioni e tasso di crescita delle società sottostanti: nel settore delle fonti alternative sono infatti attive numerose start up che, anche se spesso collegate a gruppi di tutt’altra natura, presentano un elevato potenziale di crescita e di innovazione”, aggiunge Zerbinati. L’esperta, sottolineando la natura vivace e mutevole del mercato, nota come siano numerose le acquisizioni, le fusioni, le partnership e quanto lo sviluppo di nuovi progetti dall’esito incerto contribuisca a rimescolare le carte. “In uno scenario tanto dinamico”, precisa, “l’expertise dell’asset manager può svilupparsi in pienezza. I principali indicatori statistici mostrano infatti un elevato plus dovuto alla gestione attiva, capace di generare gain rispetto alle allocazioni statiche degli Exchange traded fund nonostante l’incidenza di costi sensibilmente più elevati.
Fondi autorizzati retail in Italia con Fida ESG Rating. Fonte: Fida.
Oltre agli aspetti interessanti che emergono sotto il profilo di rischio-rendimento, anche la panoramica sulla dimensione Esg si dimostra premiante la categoria. Del resto, come ribadisce Zerbinati, non potrebbe essere diversamente. “Tra le 32 classi autorizzate alla vendita ad investitori retail italiani, Fida attribuisce un Esg rating a dieci di queste: i punteggi sono piuttosto elevati e, come lecito attendersi, la maggior parte delle share class risulta conforme alle prescrizioni dell’art. 9 ex Sfdr”, conclude l’analista.
Vuoi ricevere ogni mattina le notizie di FocusRisparmio? Iscriviti alla newsletter!
Registrati sul sito, entra nell’area riservata e richiedila selezionando la voce “Voglio ricevere la newsletter” nella sezione “I MIEI SERVIZI”.