Pil, il Covid pesa sul primo trimestre di mezza Europa
Per l’Italia la contrazione è dello 0,4%, -1,4% sull’anno. Delude la Germania (-1,7%). Parigi batte le attese: +0,4%. Per i gestori la ripresa sarà più solida nei mesi a venire
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Ancora buone notizie dall’Ocse. Dopo il ritocco all’insù delle stime dello scorso marzo, l’Organizzazione parigina migliora ancora le sue previsioni della crescita globale, Italia compresa. Stando all’ultimo Outlook , infatti, il Pil dell’Eurozona aumenterà del 4,3% nel 2021 per poi salire ulteriormente al 4,4% nel 2022, mentre la crescita mondiale farà segnare un +5,8% quest’anno per poi rallentare al +4,4% il prossimo. Per il G20, il dato è rispettivamente del 6,3% e del 4,7% mentre la media dei Paesi Ocse passa dal 5,3% del 2021 al 3,8% del 2022.
“È con un certo sollievo che osserviamo delle prospettive economiche promettenti, ma ci rammarica rilevarne la disomogeneità”, sottolinea la capoeconomista Laurence Boone, secondo cui la crescita globale continua a riprendersi nonostante l’insorgenza di nuovi focolai meno frequenti ma più sparsi nel mondo, ma anche se la ripresa riporterà il Pil della maggior parte dei Paesi del mondo ai livelli pre-pandemia entro la fine del 2022, “ciò è lungi dall’essere sufficiente”. “L’economia globale rimane al di sotto del suo percorso di crescita precedente alla pandemia – avverte infatti la Boone -, mentre in un numero elevato di Paesi dell’Ocse gli standard di vita, alla fine del 2022, non saranno ancora tornati al livello atteso prima della pandemia”.
Per quanto riguarda l’Italia, il Pil crescerà al 4,5% nel 2021, parallelamente alla campagna di vaccinazione contro il coronavirus, rimarrà sostenuto, al 4,4%, nel 2022 e dovrebbe tornare ai livelli pre-pandemia del 2019 nella seconda metà del prossimo anno. Per l’Ocse, inoltre, gli “elevati” livelli di risparmio registrati attualmente caleranno gradualmente.
Non particolarmente rosee, però, le previsioni sul lavoro. Per l’Organizzazione parigina, nuovi posti di lavoro, soprattutto per le persone poco qualificate, donne e giovani, torneranno solo nel 2022 e la previsione è di un tasso di disoccupazione al 9,8% nel 2021 e al 9,7% nel 2022. Quanto al debito calerà, secondo l’Ocse, dal 159,6% del 2021 al 157,2% del 2022.
“L’ampio sforzo di rilancio del governo, l’aumento del tasso di vaccinazione e l’alleggerimento delle restrizioni saranno i motori della ripresa economica”, affermano gli esperti nelle Prospettive Economiche, stando alle quali la ripresa tricolore verrà trainata dal settore manifatturiero e dalle esportazioni, spinti dal rilancio della crescita mondiale, stimolo di investimenti nel settore privato. Per l’Ocse, inoltre “l’aumento degli investimenti pubblici, in particolare, grazie ai fondi provenienti dal piano di rilancio ‘Next Generation EU’ rafforzerà l’effetto traino esercitato sull’investimento privato”. Mentre l’attività “nel settore dei servizi ripartirà in parallelo con l’alleggerimento delle restrizioni e la vaccinazione dei gruppi di popolazione più a rischio”.
L’Ocse sottolinea anche che nel 2022 i fallimenti si andranno a moltiplicare, a causa della fine delle moratorie sul debito, in coincidenza con la normalizzazione dell’attività. Ma il “sostegno fornito dai poteri pubblici dovrebbe contribuire ad attenuare le perdite in capacità produttiva”. L’Ocse sottolinea, tra l’altro, che “i rischi legati all’inflazione sono bassi”.
Intanto però l’indice dei prezzi continua a salire. Secondo l’Istat, i cui dati sono arrivati praticamente in contemporanea con quelli Ocse, a maggio l’inflazione è salita per il quinto mese consecutivo attestandosi all’1,3% (dall’1,1% di aprile), a livelli che non si vedevano da novembre 2018. Secondo le stime preliminari dell’istituto, l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività, al lordo dei tabacchi, ha invece registrato una variazione nulla su base mensile. A pesare sono ancora i beni energetici. “Tale dinamica è compensata dall’inversione di tendenza dei prezzi dei servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona”, scrivono i tecnici Istat, che sottolineano come a maggio l’”inflazione di fondo”, cioè quella al netto degli energetici e degli alimentari freschi, sia rimasta stabile a +0,3% e quella al netto dei soli beni energetici abbia decelerato portandosi a +0,2% (da +0,3% di aprile). Infine, l’inflazione acquisita per il 2021 è pari a +1,2% per l’indice generale e a +0,6% per la componente di fondo.
Tornando all’Ocse, gli esperti di Parigi invitano il governo italiano a puntare sulle riforme della pubblica amministrazione in quanto “necessarie per sostenere una maggiore crescita”. “La priorità – afferma l’organismo internazionale per la cooperazione e lo sviluppo economico nella scheda dedicata all’Italia – è attuare riforme riguardanti l’investimento pubblico e la giustizia civile, di semplificare le formalità amministrative e la fiscalità, di rafforzare la concorrenza, come anche accrescere l’efficacia delle politiche relative alla formazione e alla ricerca professionale”.
Non solo. Necessaria è anche una regolamentazione più semplice e meno pesante, che stimoli il gioco della concorrenza, in particolare, nel settore dei servizi, trainerebbe l’occupazione e gli investimenti verso l’alto”. Secondo l’organismo, sarà inoltre “necessario, a medio termine, aumentare la spesa pubblica a sostegno della crescita e semplificare la fiscalità. Inoltre – si legge – un approccio più coordinato del fisco e dell’uso dei fondi Ue potrebbe contribuire ad accelerare la transizione verso un’economia” più rispettosa dell’ambiente. L’Ocse invita quindi l’Italia ad “attuare riforme per rafforzare l’efficacia dei servizi pubblici e della giustizia civile a farli passare al digitale consentirà di rafforzare la crescita e di ridurre le disparità tra regioni”. “Migliorare la pianificazione degli investimenti come anche la gestione e l’uso dei fondi permetterebbe di amplificare l’impatto dei finanziamenti previsti nel quadro di ‘Next Generation EU’”, avverte l’organizzazione.
Infine i conti pubblici. Il governo italiano intende continuare a condurre una politica di bilancio espansionista per un certo periodo facendo aumentare il deficit nel 2021 rispetto al 2020, prima di tornare progressivamente sotto alla soglia del 3% nel 2025, si legge nella scheda. Per questo Roma ha messo in conto “un aumento delle spese legate agli investimenti destinato a completare i fondi del piano di rilancio Next GenerationEU”. Il bilancio, prosegue l’Ocse, “include anche un generoso stimolo alla creazione di posti di lavoro e all’investimento nel settore privato”. Secondo le previsioni, l’investimento pubblico “dovrebbe salire al 3,1% del Pil nel 2022 con un rapporto debito/Pil di circa il 160% nel 2021”. Per ridurre il livello del debito nel medio termine, prosegue l’Ocse, “le autorità si appoggeranno essenzialmente su un’accelerazione della crescita, basandosi in parte sul rapido dispiegamento dei fondi previsti nel quadro di ‘Next Generation EU’”. “L’attuazione efficace di queste misure – conclude l’Ocse – è cruciale per il successo del piano di rilancio del governo”.
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